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Il solito piatto freddo, e indigesto, della giustizia sportiva

Scritto da il 02/08/2020

 

Che la cosiddetta giustizia sportiva fosse riuscita nell’impresa di fare peggio della giustizia ordinaria lo avevo già visto, e scritto, nel 2017. Nell’estate in cui avevamo assistito ad una gara a chi faceva peggio tra i giudici del tribunale e delle varie corti, con attori protagonisti l’allora presidente della Figc, Carlo Tavecchio e della Lega Pro, Gabriele Gravina. Avevo sintetizzato il tutto nel titolo (leggi) “L’estate Kafkiana della Vibonese (e della serie C )”. Quello che sta succedendo in questi giorni non è possibile paragonarlo alla vicenda della Vibonese, ma lo spettacolo non è meno sconcertante e grottesco. I Fatti. Il Trapani, squadra di serie B, nel giugno scorso è stato penalizzato di un punto in classifica dal Tribunale federale per il mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio. La società siciliana sostiene che il ritardo era dovuto ai problemi creati dal Covid-19. Le motivazioni non convincono il Procuratore federale che ricorre alla Corte d’Appello che accoglie il ricorso e il 12 giugno scorso raddoppia la sanzione: due punti invece di uno. Il Trapani è spacciato, nonostante, con Fabrizio Castori in panchina, riesca a vincere sia a Perugia, sia in casa contro il Crotone appena promosso in serie A e, con soli 44 punti, si trova al terz’ultimo posto in classifica e l’inevitabile retrocessione diretta in serie C. Questo in tutti i paesi del mondo, ma noi abbiamo – garantisti al massimo – il terzo grado di giudizio (e questo è solo quello sportivo, poi, volendo, si può proseguire con il Tar e il Consiglio di Stato, una pacchia per gli avvocati, la disperazione per i dirigenti e gli sportivi) che è rappresentato dal Collegio  di Garanzia del Coni al quale, naturalmente, fa ricorso il Trapani. L’udienza, anche questa in qualsiasi paese del mondo si sarebbe dovuto tenere prima di giocare le ultime partite, perché la questione interessa almeno altre quattro squadre, ma noi ci distinguiamo anche in questo: l’udienza è fissata per il 6 agosto alle ore 15,30. La prima partita di andata dei play-out, con Perugia-Pescara, programmata per il 7, è stata ora rinviata al 10 agosto in attesa della sentenza dei giudici del Collegio di Garanzia che se dovessero modificare la penalizzazione cambierebbero gli scenari. Vediamo. Se la penalizzazione viene ridotta di un punto, a retrocedere subito in C sarà il Pescara e lo spareggio per non retrocedere il Perugia lo farebbe proprio con il Trapani. Se invece i giudici di ultima istanza dovessero addirittura annullare la penalizzazione, il Trapani con 46 punti è salvo ed il Perugia cambia ancora avversario che sarebbe il Cosenza, che dovrebbe convocare di nuovo i giocatori tutti partiti per le vacanze, e i cui tifosi, ignari di questo rischio, in queste ore stanno festeggiando una salvezza che fino a qualche settimana fa sembrava impossibile. Qualche brevissima considerazione. Ma come può essere concepibile che per stabilire se c’è stato o non c’è stato, con le eventuali, relative motivazioni, un semplice pagamento ci voglio tre gradi di giudizio, con decine di giudici? Si parla sempre di semplificazione e anche la giustizia sportiva andrebbe semplificata. O si ha paura di tagliare molti giudici, dall’elenco che è lungo come quello telefonico, che sono a disposizione della Figc. E i punti di penalizzazione devono essere stabiliti dal regolamento in maniera precisa, fissando criteri oggettivi; non si possono togliere i punti, uno, due, tre, a casaccio. E poi, semmai, ridarli con la stessa facilità. Questo è intollerabile. Ma senza queste norme ingarbugliate, la politica del pallone (e, purtroppo, non solo quella) perderebbe tutto il suo straordinario potere. E noi continuiamo a parlare alla Luna.    

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Tifogrifo.com

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il 02/08/2020.
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