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Il rumore degli amici

Scritto da il 14/10/2014

Bisbylandia

C’è già chi ha iniziato a sparare contro il Grifo. E spesso si tratta anche di fuoco (presunto) amico. Mourinho parlava del “rumore dei nemici”: qui a Perugia avrebbe dovuto mettere i tappi anche all’antistadio.

Io non mi accodo di certo, a questo andazzo. Si accomodi chi vuole la ribalta, io sto bene così.

Il Grifo perde col Frosinone, ma a testa alta. Recrimina per una partita che poteva andare diversamente, recrimina per quanto successo a La Spezia, recrimina per una direzione arbitrale da far venir brutti pensieri, recrimina per qualche scelta di Camplone, anche, e su quelle iniziamo a ragionare.

Il Mister fa due scelte con le quali sa di giocarsi la partita: Koprivec in porta e le tre punte iniziali.

Con i due registi (Taddei e Giacomazzi) fuori e con Fossati a giocare con Verre a due a centrocampo, Camplone consegna la porta a Koprivec (credo sia stata una scelta tattica) chiedendogli di fare anche il primo regista. Io non lo avrei fatto, anche perché per come la vedo io se il portiere para ha fatto già il suo; a questo proposito ricordo Scala, quando arrivò Bucci a sostituire Kocic, dire che gli serviva un portiere bravo coi piedi: l’ex nazionale coi piedi si disimpegnò bene (forse, boh, chi si ricorda…), ma con le mani non prese una palla, cosa che per un portiere non è un complimento.

Da quel giorno maturai una certezza: per chi sta in porta l’importante è parare. Punto.

Provedel finora ha sempre giocato bene, e creare dualismi nel ruolo di portiere può essere molto pericoloso. Koprivec, fino al patatrac del 90esimo, ha fatto una partita appena sufficiente, toppando un rinvio (pericolosissimo) e non uscendo su una palla in transito nella sua area piccola (circostanza altrettanto rischiosa), ma la papera sulla girata di Dionisi è da peccato mortale. Ristabilirei subito le gerarchie: dentro Provedel e se Comotto dovrà rilanciare lungo un paio di volte, in certe occasioni, sopravvivremo.

Anche l’assetto iniziale a tre punte è una scelta che non avrei compiuto, almeno all’inizio. Perea è chiaro che non ha i 90 minuti nelle gambe, anche se sta recuperando e sarà determinante, dato che, a mio avviso, dal suo campionato dipenderanno una buona percentuale delle sorti del Grifo. Tre punte in campo, tuttavia, te le puoi permettere solo se tutte e tre corrono, ed il colombiano al momento non può fare di più. Schierando subito Rabusic- Perea- Falcinelli, inoltre, mister Camplone si è privato anche di un eventuale cambio, dato che Parigini era in Nazionale e di punte in panchina non ce n’erano.

E se qualcuno mi dice che sarebbe stato meglio, allora, tenere Mazzeo, io rispondo che il problema vero è che la sua partenza ritardata ci ha privato del rinforzo necessario a centrocampo, Gagliardini, o chi per lui.

Con Gagliardini, o chi per lui (o con Nicco o Taddei, se non si fossero fatti espellere così ingenuamente a La Spezia), sarebbe stato riproposto il più rodato 3-5-2 e Fossati probabilmente non avrebbe tirato oltre il limite e non si sarebbe infortunato (speriamo che non sia nulla di grave, il ragazzo è forte, e ci serve davvero). In verità la sconfitta di La Spezia ha provocato una reazione a catena che ha finito col compromettere la partita col Frosinone (e finirà per avere risvolti anche sulla trasferta di Lanciano): tra le due, è quella in terra ligure la gara in cui i nostri errori hanno fatto la differenza. Perché al Curi abbiamo visto ben altri errori.

Già, due parole sull’arbitro bisognerà pur dirle. L’episodio del rigore vergognosamente negato a Comotto, avvenuto- aggravante- proprio sotto agli occhi del direttore di gara (ed anche una avventurosa uscita di Zappino non so quanto corretta fosse), ha inciso tantissimo nell’economia della partita: ci fosse stato assegnato, le due squadre avrebbero proseguito la partita in maniera differente e probabilmente le 3 punte in campo assieme dall’inizio sarebbero state la trovata capace di indirizzare verso di noi una partita difficilissima. Ma ancora più sconcertante, perché una singola valutazione si può anche sbagliare (certo, così solare, davanti ai tuoi occhi… ce ne vuole…), è stato in generale il metro di arbitraggio usato, differente nella valutazione delle due squadre, così squilibrato da far venire in mente episodi degni dell’ultimo anno di Serie A del Grifo (ci capiamo, no?): l’ammonizione a Comotto dopo falli ben più importanti subiti dai nostri giocatori, le plateali simulazioni di Zappino bypassate senza conseguenza alcuna, i falli non fischiati (solo su Perea, almeno una mezza decina) e di contro gli interventi puliti sulla palla sanzionati ai centrocampisti biancorossi. Roba chiedersi se si fosse su “Scherzi a parte”. Speriamo sia solo un episodio, ma quanto accaduto domenica sera qualche preoccupazione me la dà.

Due parole sul Frosinone? Gran carattere, esperienza, malizia, gruppo solido, tignoso, capace di giocare al limite del consentito (ed anche oltre, se glielo si permette). Penso che la giusta definizione sia: squadra di categoria. Ed il fatto che l’anno scorso ci fossero i medesimi giocatori o quasi, in una serie inferiore, una riflessione forse la stimola. Mi sembra segno, per certi versi, del declino del calcio italiano: una volta le “squadre di categoria” di questo tipo “infestavano” la C1 o la C2 centro-meridionale mentre ora, con l’impoverimento del livello calcistico che ha colpito le formazioni italiane dalla Nazionale in giù, un gruppo simile è sufficiente per fare la Serie B e, probabilmente, togliersi pure qualche soddisfazione.

L’ultima nota sull’ambiente: la B è una altalena continua, ed alti e bassi si susseguiranno. Gli effetti benefici della partenza sprint sono stati in parte persi per due partite segnate da episodi molto particolari. Anche un solo punto col Frosinone sarebbe servito per dare continuità alle prestazioni. Domenica, in pratica, si ricomincia.

Tuttavia le critiche sono un conto, instillare veleno (volutamente o per troppa foga, per troppo amore) è ben altra cosa. Il Grifo ha bisogno di combattere a Lanciano e ritrovare pedine che saranno fondamentali nel tour de force che in 8 giorni vedrà le trasferte di Vercelli e Crotone inframezzate dall’infrasettimanale in casa contro l’Avellino di Castaldo. Tenere botta in questo periodo vorrà dire mettere nel motore convinzione e positività, oltre che punti in cascina, e permetterà di recuperare gli assenti e coloro che devono ancora arrivare al 100% della forma.

La classifica, è bene ricordarlo, si guarda a primavera, in Serie B: per ora c’è solo da recuperare energie e uomini, guardare avanti e tapparsi le orecchie dal rumore degli amici, dei nemici, dai disfattisti e dalle comari che riprenderanno vigore e dalle sirene che parlavano già di promozione. Se qualcuno non lo aveva ancora capito, è bene ripeterlo, la B è una maratona che premia chi rema in maniera compatta verso l’obiettivo.

Io sto col Grifo.

Federico Basigli – TifoGrifo.com

Scritto da
il 14/10/2014.
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