Il Perugia nelle posizioni di testa anche nelle classifiche sugli spettatori in serie B dopo sei giornate.
Scritto da Daniele Orlandi il 30/09/2014Il Perugia ci ha preso gusto. Quest’anno in tutti i generi di classifiche è sempre nelle posizioni di testa. Non solo in quelle di punti, vittorie, gol fatti, ma anche in quelle degli spettatori che vanno allo stadio a vederlo. Solo Bari e Catania hanno venduto più biglietti del Perugia per le loro gare interne.
Il Bari detiene il record della partita con più spettatori (paganti+abbonati) della serie B dopo sei giornate (23.643, roba da far invidia a molti incontri di serie A): era la seconda giornata e, guarda caso, al San Nicola era di scena il Grifo, che stravinse il match.
Abbiamo verificato e incrociato i dati di diverse fonti (Lega di serie B, Stadiopostcards.com, calcio.com). Considerando la media delle presenze/partita (non tutte le squadre hanno giocato lo stesso numero di gare casalinghe) è in testa proprio la squadra del capoluogo pugliese, con 19.624 spettatori medi. Segue il Catania che, nelle tre partite disputate al “Massimino”, ha fatto registrare una media di 14.556 paganti. Terzo è il Perugia, che nelle quattro gare al Curi ha avuto la media di 11.724 spettatori: 13.400 nella gara inaugurale serale col Bologna; 12.506 contro il Catania; 10.775 contro il Vicenza e 10.216 nell’ultima partita vinta contro il Brescia. Nella classifica della media spettatori, il Perugia precede il Bologna (10.784). Più staccate le altre, con il Pescara quinto (7.082); e, sopra la soglia dei 6.000, la Ternana (sesta, 6.512); il Vicenza (settimo, 6.428), l’Avellino (ottavo, 6.237), il Livorno (nono, 6211), lo Spezia (decimo, 6.017).
Sopra i cinquemila tre squadre attese dai pronostici ad un campionato non anonimo: Frosinone (undicesimo, 5.716), Modena (dodicesimo, 5.582) e Brescia (tredicesimo, 5.529). Sotto i cinquemila tutte le altre, guidate dal Trapani (14° con 4.870 spettatori medi a partita) e poi Crotone (15°, 4.158), Latina (16°, 4.069), Lanciano (17°, 3.490), Pro Vercelli (18°, 3.098), Varese (19°, 3.024), Cittadella (20°, 2.329), Entella Chiavari (21°, 2.293). Chiude la classifica, ventiduesimo, il Carpi, con 2.137 spettatori.
Finora, nelle 66 partite disputate nelle prime sei giornate del campionato di serie B, si sono registrati 417.595 spettatori totali, con una media di 6.327 a partita. Solo sette squadre sono sopra questa soglia, tre delle quali sono però appena sopra ad essa: segno evidente che ad alzare la media sono proprio le prime in classifica, quelle che superano i 10.000 a partita.
Se la partita più vista dagli spalti è stata, come detto, Bari-Perugia, quella meno gettonata è stata Entella- Carpi, alla sesta giornata (1.897). Anche il Modena ha potuto alzare al propria media grazie ai quasi mille supporters biancorossi saliti al Braglia (la partita del Grifo in Emilia contro la squadra di Novellino ha fatto registrare 5.739 spettatori: ogni tredici modenesi c’erano due perugini, e il dato è tanto più significativo in quanto era una gara disputata di sera in un giorno infrasettimanale).
Volendo rapportare gli spettatori medi paganti a partita agli abitanti della città, emergono dati interessanti. Dati, ovviamente, da prendere con le dovute pesature, perché è evidente che in città con poche decine di migliaia di abitanti, basta qualche centinaio di spettatori in più a spostare il rapporto. Tuttavia, i numeri riescono a rendere l’idea del peso sociale che il fenomeno calcio attraversa nelle singole realtà nell’attuale momento calcistico.
Dividendo il numero medio degli spettatori a partita di ciascuna squadra per il numero di abitanti della città rappresentata, si ottiene la percentuale di abitanti che, in media, ha comprato il biglietto per andare a vedere la squadra della propria città nelle gare interne. In testa a questa particolare classifica c’è il Frosinone, con la rilevante percentuale di 12,42 abitanti della città che in media sono andati allo stadio a vedere le partite della squadra di Stellone (5.716 spettatori medi a partita/46.000 abitanti). Sarà l’effetto dell’entusiasmo seguente alla promozione, ma oltre 10 abitanti frusinati su 100 hanno scelto di pagare per vedere la partita dal vivo: in tempi di dirette televisive, davvero niente male. Secondo in questa speciale graduatoria è il Cittadella con l’11,64 % (2.293 spettatori medi/20.000 abitanti). Terzo è l’Avellino (11,34% = 6.237/55.000). Al quarto posto il Lanciano (9,97%, 3.490/35.000); quinto l’Entella Chiavari (8,49%, 2.293/27.000). Il Perugia è sesto in questa graduatoria (7,02%, 11.724/167.000) ma prima assoluta delle città più grandi. E, non ce ne vogliano le squadre che la precedono, il dato degli spettatori del Grifo sembra certo il più ragguardevole perché non falsato, come detto, da un divisore (il numero basso degli abitanti) che nelle formula scelta tende ad esaltare anche dividendi (numero di spettatori) in assoluto non alti.
Dopo il Perugia, vengono: settimo Trapani (6,95%, 4.870/70.000); ottavo Crotone (6,93%, 4.158/60.000), nono Pro Vercelli (6,59%, 3.098/47.000), decimo Spezia (6,54%, 6.017/92.000), undicesimo Bari (6,13%, 19.624/320.000, senza voler considerare l’intera area metropolitana che conta un milione di abitanti). Dodicesimo è il Pescara (6,05%, 7.082/117.000) che precede la Ternana (tredicesima con 5,76%, 6.512/113.000) e il Vicenza (quattordicesimo con 5,58%, 6.428/115.000). Solo quindicesimo il Catania (4,62%, 14.556/315.000, senza tener conto, neanche qui, dell’area metropolitana, che si avvicina agli 800.000 abitanti) ma qui pesano la delusione della retrocessione dal massimo campionato e un inizio di stagione non brillante degli etnei. Sedicesimo è il Livorno (3,88%, 6.211/161.000) e anche qui la retrocessione dalla A e un avvio anonimo non hanno incoraggiato l’affluenza allo stadio “Armando Picchi”; diciassettesimo il Varese (3,73%, 3.24/81.000), diciottesimo il Latina (3,25%, 4.069/125.000) e qui forse incidono le dimensioni dello stadio della città pontina, per il quale si stanno valutando ipotesi di ampliamento. Diciannovesimo è il Modena (3,03%, 5.582/184.000) mentre nelle ultime tre posizioni (“zona retrocessione”) troviamo il Carpi (ventesimo con il 3,09%, 2.137/69.000: tra le città minori una delle più abitate), il Brescia (2,85%, 5.529/194.000) e, fanalino di coda, il Bologna (2,80, 10.784/385.000) che, malgrado una media spettatori in assoluto tra le più alte, sconta sia la retrocessione dalla A, sia un numero di abitanti che è il più alto delle città della cadetteria.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia