Il Grifo nel mezzo di una bufera estiva che i tifosi non meritano
Scritto da Redazione il 21/07/2023
Per circa una settimana, la trattativa tra Massimiliano Santopadre e Ninedots Group Holdings ha monopolizzato i pensieri dei tifosi e riempito le pagine dei giornali, locali e non. In alcuni momenti, il Perugia è stato praticamente ad un passo dalla cessione. Le indiscrezioni che provenivano dall’ormai arcinoto Studio Benigni&K di Roma, e che rimbalzavano fino in città, davano praticamente per fatto l’accordo tra le parti. Poi, qualcosa è cambiato.
Lunedì scorso, il Collegio di Garanzia del CONI ha accolto il ricorso presentato dalla società di Pian di Massiano, ribaltando la decisione presa dal Consiglio Federale della FIGC lo scorso 7 luglio sulla base dei pareri della Covisoc e della Commissione Criteri Infrastrutturali. A questo punto, il Perugia parrebbe poter essere riammesso in B, come accaduto al Brescia una settimana prima, mentre il Lecco ne sarebbe escluso, dovendo incredibilmente ripartire dal dilettantismo dopo aver vinto i playoff di Serie C sul campo.
La battaglia del Lecco proseguirà nell’alveo della giustizia ordinaria: al TAR, dove la sentenza è prevista per il 2 agosto, e al Consiglio di Stato, che dovrebbe riunirsi il 29 dello stesso mese. Nelle ultime ore, persino SPAL e Benevento hanno presentato domanda di riammissione in B puntando su un’eventuale inidoneità dello Stadio Renato Curi che, almeno allo stato attuale, non sarebbe pronto ad ospitare gare di cadetteria e non potrebbe, al contempo, avvalersi di una deroga. Come dire: chi di perentorietà potrebbe ferire, di perentorietà potrebbe perire.
Ora la palla passa di nuovo al Consiglio Federale, che tra tre giorni stilerà una graduatoria per le riammissioni finalizzata a definire chi, in caso fossero confermate le esclusioni di Lecco e Reggina, dovrà prendere il loro posto. Insomma: una vera e propria bufera che, stando agli esperti, quasi certamente costringerà la Lega B a rinviare l’inizio del prossimo campionato.
Senza entrare nel merito tecnico dei regolamenti, sportivi e non, è evidente che da giorni a Perugia non si parli d’altro che questo. La trattativa per la cessione della società sembra scomparsa dai radar mentre la squadra, guidata dal nuovo tecnico Francesco Baldini, si è ritrovata per le prime sgambate in vista del ritiro di Pieve Santo Stefano (AR), in programma dall’1 all’11 agosto.
Non si sa nulla nemmeno del calciomercato: inutile sottolineare che l’incertezza riguardo la categoria che i grifoni dovranno disputare pesa – e continuerà a pesare per diverse settimane – come un macigno sulla composizione della rosa per la stagione appena iniziata.
Come se non bastasse, sulla Perugia calcistica si è scatenata una ridda di polemiche, accuse ed insulti da molte parti d’Italia, a partire da Lecco, chiaramente. Intendiamoci: pur essendo moralmente e sportivamente assurdo che i lombardi debbano ripartire dalla D dopo aver conquistato con merito la B, se in punto di diritto Santopadre dovesse avere ragione, nulla da dire. La legge non è mai “morale” o “immorale”, ma semplicemente legge.
Tuttavia non si utilizzi questa battaglia legale – che non compete ai tifosi e di cui molti tifosi avrebbero fatto volentieri a meno – per adombrare i limiti e le carenze di una società incapace, da anni, di costruire un progetto sportivo competitivo e stabile. Una società che, appena due mesi fa, è retrocessa rovinosamente (e meritatamente) sul campo, al termine di una delle stagioni più tribolate mai viste nella storia del Perugia. La città è stanca e chiede da tempo un cambiamento.
Andrea Fais – TifoGrifo.com
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