Il Grifo in analisi – Oddo, da Savonarola ad Alessandro Magno. La sua empatia con la squadra l’arma in più per una difficile salvezza
Scritto da Redazione il 21/07/2020
Tim Parks, giornalista e scrittore inglese, definisce Pescara città magica in grado di farti sentire bene con il mondo, senza che ciò richieda alcuno sforzo. Per sentirsi bene con il mondo bisogna comprenderlo, entrarci in empatia. Ecco, dunque, che l’empatia – la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui – potrebbe anche rappresentare una forma di magìa. In fondo, l’empatia non è per tutti, è come una sorgente d’acqua pura in un deserto.
Uno dei motivi – ma non solo – che avrebbero spinto il Perugia a richiamare Massimo Oddo da Pescara a tre giornate dalla fine, potrebbe albergare nell’empatia – innegabile, evidente – tra il mister e i suoi ragazzi. Oddo, sin dal principio, ha sentito sua la squadra, l’ha plasmata, condotta per mano verso un percorso di crescita graduale. L’ha difesa, protetta, e i calciatori l’hanno percepito, e lo hanno seguito.
Le difficoltà incontrate – fisiologiche e naturali in ogni percorso di crescita – avrebbero potuto trovare risoluzione in un mercato di riparazione incentrato al completamento della squadra. Si è scelto di stravolgere tutto, di cambiare drasticamente, e il Perugia è precipitato in classifica, risucchiato in un vortice che ha intaccato fiducia ed autostima.
Oddo ha sempre parlato chiaro, con onestà e schiettezza ha lasciato intendere quanto fosse utopico pretendere con immediatezza la luna. Non lo fecero neanche a Pescara con Benali, Memushaj, Torreira, Mandragora, Verre, Pasquato e Lapadula. Hanno avuto pazienza nonostante tre punti in nove gare, e mai scelta fu più saggia. In sella al delfino, tra onde fragorose e forti raffiche di vento, Oddo conquistò quella serie A tanto agognata.
Merito dell’empatia, che porta chi la possiede a non domandare al ferito come si senta, ma a diventare egli stesso ferito. A Perugia hanno scelto diversamente, e Oddo, Donatelli e Fiore sono finiti tra le fiamme dell’esonero come Girolamo Savonarola, Domenico Buonvicini e Silvestro Maruffi. A scomunicarli, non Alessandro VI, ma un altro Santopadre.
Ma saggio è l’uomo che sa fare marcia indietro, e in società devono aver compreso che il Grifo non era poi così Magnifico come qualche Lorenzo nostrano aveva lasciato intendere.
Tre partite, duecentosettanta minuti di speranza, e poi sarà tempo di bilanci definitivi. A Massimo Oddo – un tempo Savonarola, oggi Alessandro Magno – l’uomo messo alla porta in una gelida giornata di gennaio, il Perugia – tornato sui suoi passi – chiede un miracolo sportivo. Avrebbero potuto pensarci prima, perché adesso non sarà affatto semplice, ma in fondo, è meglio tardi che mai.
Raffalel Garinella – TifoGrifo.com