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Il Grifo in analisi. Nesta e la squadra comprendano quanto prima le reciproche richieste altrimenti non si raggiungerà alcun obiettivo. Il Perugia risvegliato dal letargo grazie al cambio di modulo.

Scritto da il 30/09/2018


 

 

 

Ci sono partite che possono rappresentare la svolta di una stagione. La trasferta di Cosenza potrebbe anche essere interpretata in tal senso.

 

Nesta non è riuscito neanche in questa gara, contro un avversario tutt’altro che irresistibile, ad ottenere in campo quanto chiesto ai calciatori in settimana.

 

In conferenza stampa ha parlato di una squadra che deve ancora crescere in termini di personalità, che deve scrollarsi di dosso alcune paure, altrimenti sarà dura affrontare il campionato.

 

Parole che in qualche modo stonano con le dichiarazioni di Vido, secondo cui la squadra si è allenata ed ha giocato come chiesto dal mister, sbagliando, tuttavia, qualche partita.

 

La situazione appare ingarbugliata, per nulla chiara. La squadra dovrà necessariamente crescere in termini di personalità,-questo è indubbio-, così come Nesta dovrà migliorare come allenatore, e farlo quanto prima per imprimere la propria impronta ad un gioco che latita dall’inizio del campionato.

 

I calciatori appaiono confusi, spaesati, in chiara difficoltà nel tramutare in giocate quanto richiesto dall’allenatore.

Questo aspetto, non benevolo, genera due problemi non da poco. Il primo potrebbe dipendere dalla squadra che non riesce a segue l’allenatore, il secondo da Nesta che magari non riesce a farsi seguire. Probabilmente la verità è nel mezzo.

Fino ad ora l’unica partita convincente del Perugia è stata quella contro l’Ascoli, ma viene da chiedersi, a questo punto, se non si sia trattato di una vittoria nata da episodi casuali, favorevoli, come in occasione della rete del 2-0 di Vido.

Le gare contro Brescia, Palermo, Carpi e Cosenza, hanno lasciato più ombre che luci. In Calabria le cose sono migliorate con gli ingressi di Kingsley e Terrani e con passaggio al 4-3-1-2. Il modulo iniziale ha messo in evidenza una squadra statica, ferma, incapace di sfruttare le corsie esterne.

 

Senza l’apporto delle ali, il 3-5-2 è efficace come un tonno contro un megalodonte. Vido e Melchiorri sono attaccanti di movimento, in buona sostanza devono essere lanciati negli spazi. In questi termini si spiegano le prestazioni delle punte, cresciute in qualità con l’ingresso del trequartista.

 

Rubinacci,- in quel momento investito di pieni poteri-, è stato abile a mutare l’assetto tattico, a comprendere che il Cosenza andava aggredito e non atteso.

Braglia ha atteso che il Perugia attaccasse, il Perugia che lo facesse il Cosenza, e così la prima frazione ha assunto le caratteristiche di un sonnifero, tanto potente quanto letale. A farne le spese Felicioli e Gyomber in occasione della rete di Maniero.

L’impatto di Kingsley, pimpante e rapido, ha svegliato la squadra da un precoce letargo autunnale, lasciando il resto al coraggio di Rubinacci.

E Nesta? Crediamo fermamente nell’allenatore, certi che riuscirà ad emergere così come ha fatto da calciatore.

Dovrà essere bravo a farsi comprendere dalla squadra, chiamata a sua volta ad un pronto riscatto, a mettere in campo quella personalità tanto cara allo stesso allenatore.

Il tempo stringe, è bene remare tutti nella medesima direzione, altrimenti non si arriverà da nessuna parte.

 

Raffaele Garinella-TifoGrifo.com

@ga_raf

 

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il 30/09/2018.
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