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Il Grifo in analisi – da Oddo a Caserta, un nuovo profeta sulla panchina del Grifo. Dalle teorie di Paracelso alla sagacia di Ulisse, l’obiettivo è quello di tornare ad entusiasmare

Scritto da il 01/09/2020

 

C’è un proverbio arabo che dice che la felicità non è un posto in cui arrivare, ma la casa in cui tornare. Anche per questo – e non solo – Massimo Oddo ha scelto di tornare a Pescara, a casa sua. Pescara, almeno secondo lo scrittore britannico Tim Parks, possiede la magìa di farti sentire bene con il mondo, senza che ciò richieda alcuno sforzo. 

Nonostante sia uomo di mare, Oddo ha sempre apprezzato Perugia, i segni di tutti i secoli e di tutti gli stili, dall’etrusco al neoclassico. Come Guido Piovene anche Massimo Oddo aveva compreso che Perugia è tra le più dense e complete capitali dell’arte. 

Ma anche del calcio, motivo per cui era giunto in Umbria in punta di piedi col solo fine di proporre trame di gioco gradevoli e chissà, magari col desiderio di emulare Giovanni Galeone, il profeta che fece del tridente l’unico modulo che aveva ragione d’esistere, capace di scoprire nuovi orizzonti, di divertirsi e divertire. 

E profeta Oddo lo è stato anche a Perugia, forse ancor più che nella sua Pescara dove ha vinto e convinto. Più che il futuro, un profeta dovrebbe conoscere il più profondo presente. Oddo chiedeva il tempo necessario affinché la sua squadra crescesse e maturasse. Dalle teorie di Paracelso – alchimista e astrologo svizzero – Oddo aveva appreso che tutti i frutti non possono maturare contemporaneamente come le fragole. Allo stesso modo, anche una squadra di calcio ha bisogno di tempo per amalgamarsi e giocare bene. 

Concetti esposti con sincerità e schiettezza che non tutti hanno apprezzato, e quando l’hanno esonerato ed accompagnato fuori le mura di Perugia, la classifica non certo piangeva. Lacrimava, purtroppo, quando è stato richiamato per compiere un miracolo, competenza dei santi, non dei profeti

Un altro profeta del 4-3-3 – ma anche 4-3-2-1 a seconda della gara – è giunto a Perugia. Fabio Caserta ha attraversato l’Arco Etrusco con umiltà e determinazione, e proverà a far volare il Grifo sulle ali del dolce stil pragmatico

Anche Caserta conosce il mare, soprattutto quello di Castellammare di Stabia, baciata non solo da acqua salata, ma anche da quella dolce del Sarno, fiume che, secondo la mitologia, si immergeva nel mare per raggiungere l’amata Capri, isola sirena. E di sirene che cantano in Lega Pro ce ne sono tante. Insidie nascoste in ogni partita, ma Caserta  che con Ulisse condivide barba e sagacia – non ha bisogno di legarsi all’albero della nave. 

Nessun canto potrà turbarlo, perché ha chiara la profezia. A patto che lo si lasci lavorare con maggiore tranquillità di quella concessa ad Oddo. Solo in questo modo i frutti potranno maturare, altrimenti si confonderanno sempre le fragole con l’uva. 

Raffaele Garinella

Scritto da
il 01/09/2020.
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