Il Grifo in analisi- Caro Perugia, numeri alla mano, il bottino in otto partite è magro. Contro il Padova servirà solo la vittoria. Gabriel e Vido, errori pesanti. Nesta non convince in occasione dei cambi.
Scritto da Raffaele Garinella il 28/10/2018Due vittorie in nove incontri ufficiali, otto punti in otto gare. Il Perugia di Nesta,-almeno per il momento-, è tutto qui. Inutile girarci attorno, è un bottino magro per poter pensare a qualcosa di più di una salvezza. Chi parla di Grifo con ben altre ambizioni, lo fa considerando, in maniera inesatta, l’attuale momento.
I numeri non mentono mai; non si può e non si deve pensare ad altro. E a proposito di numeri, il 10, nel bene e nel male ha fatto la differenza.
Di Carmine ha trovato il gol del successo, Vido ha fallito il rigore del possibile 2-2. Al di là di questo aspetto, comunque importante, la prestazione di Vido non va circoscritta al calcio di rigore fallito.
Il 10 biancorosso si è mosso abbastanza bene, suo l’assist, pregevole, per il vantaggio di Melchiorri. La verità è che il biondo attaccante scuola Milan ha lottato dal principio alla fine risultando tra i migliori. Una consuetudine, ormai.
Come quella che vede il Perugia giocare bene e perdere. Si è visto a Salerno, se ne è avuta conferma a Verona dove i grifoni avrebbero ampiamente meritato di raccogliere punti.
Dovranno accontentarsi dei complimenti e di tanti saluti.
Che fanno sicuramente piacere, ma non portano vantaggi in classifica, quando non accompagnati da risultati, né tantomeno incrementano l’autostima. Difficile che una squadra possa ritrovare fiducia nei propri mezzi dopo due risultati negativi. La gara contro il Padova,-da vincere assolutamente-, non si può sbagliare.
E poco importa se i tre punti arriveranno con un gollonzo, o attraverso una prestazione fortunosa. Come si dice, ora o mai più, dato che il campionato è ridotto al numero di 19 partecipanti con il rischio di retrocedere aumentato in termini di percentuale. Numeri, signori, c’è poco da filosofeggiare.
A Nesta non possiamo attribuire colpe per errori dei singoli. Di quello di Vido dal dischetto ne abbiamo già discusso, ci sarebbero anche quelli di Gabriel, colpevole di aver battezzato male il colpo di testa di Di Carmine, che nell’occasione ha ricordato Ciccio Graziani contro N’Kono durante Italia-Camerun del 1982. Il portiere esce da questa duplice infausta trasferta con le ossa ammaccate.
L’allenatore non ha convinto del tutto, quasi per niente, potremmo tranquillamente aggiungere, nella gestione della partita e delle sostituzioni, apparse tardive (Bianchimano), e poco convincenti (Mazzocchi, Falasco).
Il centravanti avrebbe potuto impensierire,-data la stazza-, la coppia Caracciolo-Marrone, non certo bravi quanto Thuram-Cannavaro sulle palle aeree.
Mazzocchi e Falasco non hanno fatto meglio di Ngawa e Felicioli. Perché non Terrani? Uno come lui, capace di saltare l’uomo, avrebbe forse fatto comodo.
Mazzocchi e Falasco sono abili nel cross, soprattutto il primo, ma se manca il centravanti classico, capace di capitalizzare gli stessi traversoni, è come predicare nel deserto. Mancava Bianco, il regista, si è deciso di puntare su Verre, che regista non è. Lo diventerà, ha le qualità per emergere in quel ruolo, per diventare, forse, uno “Zeffirelli” della regìa calcistica.
Al momento è da cortometraggio, illumina la scena per poco tempo, in un ruolo che non è quello naturale, appare doveroso sottolinearlo. Siamo dunque lontani dalla regìa d’autore.
Bordin, che è un regista, acquistato come prima alternativa di Bianco, ammuffisce in panchina. Non meriterebbe una possibilità anche lui? Martedì è vicino, il Padova di Bisoli è un brutto cliente. Come abbiamo detto e scritto in precedenza, la forma, il bel gioco piacciono, ma non la sostanza. Dunque è molto meglio apparire brutti ma concreti.
Il campionato scorre inesorabile e gli errori cominciano a pesare sempre più. L’ultimo posto dista soli tre punti. Se i tempi per lasciarsi abbracciare dal pessimismo non sono maturi, appaiono lontani anche quelli per riposare sonni tranquilli.
Lo dicono i numeri, e quelli, come avrete capito, non mentono mai.
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com