TifoGrifo.com: Web Radio Tv Perugia, calcio, sport, sito, giornale,news

Il Grifo è tornato

Scritto da il 23/12/2014

Bisbylandia

 

Giacomazzi che al 92esimo parte dal centro della difesa per andare a prendere l’attaccante pescarese lanciato in campo aperto. Lo penso forte, “Dente o ganassa” (che nel calcio si traduce con palla o gamba, ed è quasi indifferente, in queste situazioni, quale delle due si piglia): né l’uno né l’altro. E quando vedo l’uruguagio a terra, senza essere riuscito ad abbattere l’avversario, capisco 5 secondi prima dell’epilogo che la fine dell’azione ci rovinerà il weekend. Perché era così sacrosanta la vittoria del Grifo che vedere Giacomazzi col culo per terra era già la foto del gol che sarebbe venuto, l’ennesima applicazione delle leggi non scritte del calcio. Il pubblico che, finita la partita, amareggiato per il risultato ma felice per una prestazione che ha permesso di rivedere quel Grifo propositivo ed arrembante a cui Camplone ci aveva abituato, applaude nonostante la delusione e la rabbia. Amareggiati applaudiamo forte: meglio di così era difficile fare. Perché poi le sento solo in tv o da chi allo stadio vedo poche volte, certe lamentele.

Hai DOMINATO 10 contro 11 per 70 minuti e c’è chi dà la colpa all’atteggiamento. Cosa???

L’atteggiamento che ti ha permesso di mantenerti sempre nella metà campo avversaria nonostante l’inferiorità numerica, quello stesso atteggiamento che ti ha permesso di fare razzia in C1 (questa partita mi ha ricordato molto la vittoria esterna a Catanzaro: anche lì, rimasto in 10, il Grifo prese il controllo del campo con la stesa intensità e brillantezza di sabato), quell’atteggiamento che ti ha permesso di tenere lontano il Pescara dalla tua area fino quasi alla fine?

Era meglio arretrare tutti e prendere il gol dopo un assedio, magari prima del 93esimo, permettendo pure agli ospiti di far fruttare la superiorità numerica? Lasciamo perdere.

 

Come contro il Latina, anche col Pescara il Grifo raccoglie un solo punto, ma le analogie tra le partite finiscono qui: il Perugia non è tornato alla vittoria, questo no, ma è tornato ad essere la squadra di Camplone, una squadra che ci prova sempre, che non arretra nemmeno nelle situazioni più difficili e meriterebbe la vittoria, in inferiorità numerica, contro un Pescara che tra centrocampo ed attacco ha una rosa da serie A (perché una squadra con Pasquato ed il rientrante Caprari in panca tale è).

La formazione schierata contro il Pescara era un manifesto programmatico: vince chi ne segna uno in più. L’episodio, anzi tre episodi, in grado di segnare una partita capitano al ventesimo: rigore contro, espulsione contro e gol contro dopo che il portiere para il penalty, con una ribattuta sporca. Tre episodi, tutti insieme e molto contro, in grado di ammazzare un toro. Un toro, ma non un Grifo. Perché il Perugia, colpito dai tre schiaffi, a quel punto accentua la supremazia territoriale ed inizia a menare fendenti. Fossati cuce il gioco, Lanzafame accelera a suo piacimento e collega centrocampo ed attacco, Nicco a centrocampo e Goldaniga in difesa sembrano clonati, tanto sono dappertutto, sulle fasce torna ad esserci vita e davanti Falcinelli si muove continuamente. Lanzafame, inoltre, dimostra cosa voglia dire l’esperienza in un campo da calcio: appena dentro l’area, con la palla che gli passa davanti, si mette davanti all’avversario che lo impatta. Rigore. Pareggio. C’è una sola squadra in campo: il Perugia. Ritmi altissimi ed adriatici annientati. Rete del vantaggio da manuale del calcio, 3 a 1 sfiorato, solo un’occasione concessa a Melchiorri (e quindi zero a Maniero e Politano, Pasquato, Caprari e Bjarnason). Fino alla beffa finale del centravanti pescarese Maniero, sotto i nostri occhi, sotto la Nord.

 

Mancano due partite alla fine del girone di andata, due partite contro squadre che, come Trapani e Pescara, sanno giocare e lasciano giocare. Purtroppo senza il gol di Maniero girare a 30 punti sarebbe stato un risultato quasi conseguito, mentre così sarà difficile, ma non è questo l’aspetto principale, almeno non oggi, perché il Grifo si è ritrovato, ed in proiezione è questo che conta perché, scrivevo, “servirà questo periodo anche per verificare chi ha voglia di stare in questo gruppo e chi no, quale è il grado di compatibilità di alcuni giocatori con i vari moduli e su cosa investire”. La strada è quella segnata sabato, ed alcuni correttivi possono essere ora meglio individuati.

 

Può sembrare un paradosso, dato che abbiamo subito pochi gol, ma se sarà difesa a 4 diventa secondo me vitale l’acquisto di un centrale di difesa da inserire a fianco di Goldaniga: Rossi sembra in partenza, Comotto- da quello che si è visto lo scorso anno- sembra più utile in fascia e Flores, che mi ricorda parecchio Rezaei e che mi piace parecchio (sono uno di quelli che lo avrebbe messo in campo sabato), nella difesa a 4 è ancora da testare, così come Baldan che sta per tornare. La contemporanea presenza di due terzini di spinta e Giacomazzi è forse l’errore che a mio avviso dovremo evitare di ripetere: se l’ex Lecce è pressoché insostituibile nella difesa a 3, in quella a 4 ci sono terzini e Fossati basso che possono far iniziare il gioco. In una linea a 4 il solo Goldaniga difensore puro non può essere sempre fenomenale come sabato (migliore in campo assieme a Fossati e Lanzafame, a mio avviso). Starà alla bravura del mister mixare le caratteristiche degli interpreti per ottenere sempre un risultato equilibrato e coraggioso. Coraggioso, equilibrato e spettacolare come il gioco messo in campo sabato.

Perché sì, un punto abbiamo raccolto col Latina ed uno con il Pescara, ma la differenza tra le due prestazioni è stata abissale, ed 11 contro 11 sarebbe stata tutta un’altra partita. Con i prossimi ritorni di Parigini e Fabinho il Grifo avrà altre due frecce da usare dietro la punta che potranno davvero fare la differenza. La punta. E’ necessaria? Dico la mia: se arrivasse un Pavoletti o un Ardemagni sì, magari, perché sarebbero due giocatori che darebbero un valore aggiunto alla squadra sia in termini di gol che di prestazione. Altrimenti Falcinelli sta facendo un lavoro incredibile lì davanti, anche se ancora gli manca quel killer istinct (vedi l’occasione del 3 a 1) che gli farebbe fare il salto di qualità, ed è meglio lui di molti “centravantoni” a fine carriera che aspettano solo la palla là davanti e non aiutano mai la squadra.

Per questi ragionamenti ci sarà tempo il 29. Ora, a testa alta, a Carpi… E buon Natale!

Federico Basigli

 

Scritto da
il 23/12/2014.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano.

Multimedia

passionebiancorossa

Tifogrifo - Quotidiano ed Emittente Radio-Televisiva Web - Autorizzazione 33/2002 Registro dei Periodici del Tribunale di Perugia 24/9/2002 - Iscrizione Registro Operatori Comunicazione N° 21374 - Partita IVA: 03125390546 - Iscritta al registro delle imprese di Perugia C.C.I.A.A. Nr. Rea PG 273151 – © Tutti i diritti sono riservati - Studio grafico: EffePi Soluzioni Grafiche - Provider: Aruba Spa