Il Collegio del Coni: serie B a 19 squadre. Frattini si dissocia, forse farebbe bene a dimettersi.
Scritto da Daniele Orlandi il 11/09/2018
Il Collegio di Garanzia del Coni finalmente si è espresso. La serie B rimane a 19 squadre. Bocciati o ritenuti improcedibili tutte le istanze delle ricorrenti che volevano riportare a 22 il format della serie B. Siena, Ternana, Pro Vercelli, Catania e Novara dovranno ripartire dalla serie C, come aveva decretato il campo nell’ultima stagione. Il Collegio si è spaccato e a prevalere è stata la linea, sostenuta da tre membri su cinque (contrario il presidente Frattini) per la quale il Commissario Straordinario della Federazione Calcio, Fabbricini, era pienamente legittimato a cambiare le Norme Organizzative Interne della Federazione (NOIF) relative al format del campionato cadetto, portandolo a 19. Ciò, evidentemente, sul presupposto che il Commissario straordinario della FIGC non è un semplice commissario ad acta, cioè con poteri limitati solo ad alcuni provvedimenti, ma un plenipotenziario, con tutti i poteri normalmente attribuiti al Consiglio Federale, organo ordinariamente titolare a cambiare le NOIF. Accolta questa impostazione, il cambio del format da 22 a 19 squadre è stato ritenuto legittimo quanto all’organo che lo ha disposto. Conseguentemente, sono decaduti, per sopravvenuto difetto di interesse -e non si è nemmeno proceduto a trattarli- i ricorsi di Ternana, Pro Vercelli e Siena contro la sentenza della Commissione di Appello Federale che aveva riammesso tra le ripescabili il Novara e, per fattispecie analoga, anche il Catania.
Il presidente Franco Frattini ha reso noto di essersi opposto alla decisone assunta dal Collegio da lui presieduto. “Per la prima volta nella mia carriera, ha dichiarato, da presidente ho votato contro la decisione presa a maggioranza. Finisce 3-2, con il mio voto contrario contenuto in una dichiarazione ufficiale che spiega l’inammissibilità di tutti i ricorsi”.
Una dichiarazione pesante, forse senza precedenti per un organismo che decide al suo interno magari a maggioranza, ma non dovrebbe poi far filtrare all’esterno le divergenze. Evidentemente, lo scontro di potere che sconquassa il calcio italiano un po’ come le lotte tribali che devastano la Libia, in qualche modo e misura è penetrato a tutti i livelli. Il presidente Frattini, con le dichiarazioni rese, ha sentito forte l’esigenza di dissociarsi da qualcuno e da qualcosa. Ma poiché è il presidente di un organo collegiale, avrebbe forse fatto meglio, a nostro avviso, per rispetto dell’istituzione che rappresenta, a tacere. Diversamente, parlando e smarcandosi pubblicamente e clamorosamente rispetto alla maggioranza del Collegio, ne ha preso le distanze e, dunque per lui, forse, la decisone più conseguente, coerente, trasparente e rispettosa del proprio ruolo e di quello del massimo organismo della giustizia sportiva italiana, sarebbe adesso quella di dimettersi.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia