Il boccone Del Prete
Scritto da Redazione il 23/09/2014Ognuno ha interiorizzato come meglio ha potuto la prima non vittoria stagionale del Grifo. Si sa, siamo tifosi: ogni volta che non si vince, specie in casa, come direbbe Paolo Conte “le balle ancor ci girano”. Non è giusto però dimenticare all’istante che eravamo a punteggio pieno, da neopromossa, dopo aver incontrato tre tra le favorite alla vittoria. La cosa più saggia da dire, e la mettiamo in maiuscolo e la scriviamo con l’uniposca ognuno sul suo seggiolino allo stadio (no, non lo fate, era per dire), è che IN SERIE B OGNI PARTITA E’ UN’AVVENTURA DI CUI NON SI CONOSCE LA CONCLUSIONE, e di risultati scontati ce ne sono pochi davvero, e sicuramente non all’inizio dell’anno calcistico.
A mio avviso, quindi, il pareggio casalingo di sabato rientra nella categoria della normale partita del campionato cadetto. Una squadra con delle buone individualità, il Vicenza, viene al Curi e rischia di andare sotto 2 a 0 già al quindicesimo minuto, tanto che sembra tutto troppo facile. E qui finisce la prima fase della partita. Perché il Grifo domina ma alla prima ripartenza gli ospiti segnano con Ragusa: sbandamento, e l’attaccante infierisce con la doppietta. Il Vicenza passa dalla morte all’estasi agonistica e, col Grifo scosso dalla doppia sberla, domina quel che resta del primo tempo, mettendo la squadra di Camplone a mal partito come mai avvenuto in questo campionato. Detto per inciso il Vicenza, come gioco e come voglia, forse anche a causa dell’andamento della partita, è la squadra che ha giocato meglio al Curi: ben altra prestazione rispetto, ad esempio, a quella del Bologna senz’anima e senza idee che non a caso sta prendendo scoppole un po’ dappertutto, anche a domicilio. Il duplice fischio dell’arbitro segna la fine del primo tempo e della seconda partita nella partita.
Il Perugia, per fortuna, barcolla ma non cade, si rinfranca all’intervallo ed a maggior ragione dopo il pareggio di Del Prete, che chiude la terza fase della partita. Dimostrando di aver attraversato, dopo lo svantaggio, un blocco più psicologico che fisico, il Grifo produce un ultimo sforzo e riparte fino a “rischiare” di vincere nelle ultime azioni di attacco, con l’avversario ormai sulle gambe. E qui finisce la gara, nonché la quarta ed ultima fase di un match emozionante, altalenante, in cui niente è stato scontato.
Tante partite in una, insomma, come spesso capita in Serie B, torneo storicamente equilibrato e ricco di colpi di scena. D’altronde basta vedere i punteggi messi insieme lo scorso anno dalle squadre della cadetteria: se il Palermo, dopo un inizio stentato, ha fatto praticamente campionato a sé (+ 2 in media inglese, cioè vittoria in casa e pareggio fuori), dall’Empoli in giù i ritardi dalla media inglese sono stati di 12 (per i toscani, promossi direttamente), 16 (Latina) ed addirittura 18 punti per il Cesena che ha poi vinto i playoff. Chi ha fatto gli spareggi ha vinto tra le 16 e le 19 volte (meno della metà delle partite) ed ha perso almeno 10 gare (lo stesso Empoli è andato ko 10 volte, mentre Crotone e Bari sono uscite sconfitte addirittura 13 volte, quasi un terzo delle gare giocate!). Andando indietro nel tempo, il Perugia di Giovanni Galeone e Luciano Gaucci, quello di Giunti, Negri, Pagano, Beghetto, Allegri e… Camplone e DiCara, arrivò in Serie A con -15 in media inglese (compresa la partenza “diesel” con il giovanissimo Novellino in panchina). E parliamo di squadre che hanno centrato o che hanno combattuto per la promozione, non di compagini partite con l’obiettivo di una salvezza tranquilla come l’attuale Grifo, perché quello deve restare il primo obiettivo stagionale. Chiaro che poi l’appetito vien mangiando, ed arrivare di rincorsa (dalla serie D) come capita a noi invoglia a sogni grandiosi.
Insomma, se aggiungiamo a quanto detto il fatto che il Vicenza si presentava al Curi con tanti giocatori nuovi e motivati, di caratura importante in un contesto come quello della Serie B (da Ragusa, che a Pescara era stato lo scorso anno il trascinatore della squadra, a Di Gennaro, da Sampirisi a Sciacca, per dirne alcuni), ecco spiegato perché, a mio avviso, il punto di sabato è stato positivo, molto positivo. Dopodiché si può discutere su tutto.
C’è chi chiedeva turnover, in vista dei 3 impegni in sette giorni, ma essendo quella col Vicenza la prima delle tre gare era a mio avviso giusto cambiare il meno possibile, in attesa che quelli che ad oggi paiono i primi cambi (Vinicius sugli esterni, Parigini in attacco) o possibili prossimi titolari (Fossati e Nicco a centrocampo, Perea in attacco) possano inserirsi nelle rotazioni al 100% della forma.
Specialmente Fossati sarà a mio avviso un fattore importante nel Grifo, ogni volta che entra lo dimostra, ed immagino che in panchina, una volta che sarà pienamente in forma, si siederà davvero poco, giocando assieme a Taddei ed alternandosi col brasiliano come regista/mezzala della squadra. Credo che con loro due, l’imprescindibile (nonché mio pupillo 2014) Verre, il talentuoso Fazzi e l’ormai recuperato Nicco ci siano pochi reparti completi e forti come il nostro, in questo campionato.
Ci sarà bisogno di tutti, anche di Rossi, guardato un po’ con sospetto a partire dalla traversa colpita sotto la Nord. E’ vero: quell’azione è stata lo “sliding doors” della partita: fossimo andati due a zero, probabilmente saremmo a dodici punti, ma se ogni gara in B è un’avventura, non possiamo pretendere che tutto vada per il verso giusto, ed un errore di un difensore davanti alla porta, purtroppo, non è come vedere nevicare in agosto: capita spesso, eccome se capita.
Sui gol presi, invece, c’è chi gli ha addossato le colpe, ma in realtà lì mi sembrano almeno altrettanto responsabili Goldaniga (bravissimo, ma esordiente a questi livelli) ed il buon Giacomazzi che gioca sempre di anticipo: perfetto contro Catania e Bari, con Bologna e Vicenza ha ecceduto nei rischi dello stare alto e cercare costantemente l’anticipo, e se rischia lui, ultimo baluardo difensivo, il pericolo è di ritrovarsi l’attaccante avversario solo davanti al portiere. Provedel forse poteva fare qualcosina di più in occasione dell’uscita sul primo gol (è comunque stato molto bravo Ragusa), mentre sul secondo è stato davvero in gamba a non commettere un fallo che avrebbe potuto portare a rigore ed espulsione.
Si è mosso bene a mio avviso bene Rabusic, ha creato molto ed aperto spazi. Gli è mancato il gol, che non è poco, ma speriamo si possa rifare già martedì, un po’ come capitato a Falcinelli che, dopo l’errore in Coppa Italia, ha segnato con regolarità.
Insomma, calma e gesso. Il campionato è lunghissimo e martedì ci sarà un’altra tappa. Il passo che serve è quello di un maratoneta, non di un centometrista, quindi voler vincere sempre è giusto, ma correre sempre non si può. E lì serve compattezza e testa pensante. Tutti, dal campo alla società, alla panca, allo stadio, alle tastiere sono invitati a contribuire.
Forza Grifo!
Federico Basigli