I numeri del girone di andata della B: Perugia, tanto gioco, ma i tiri in porta…
Scritto da Daniele Orlandi il 03/01/2017Nel calcio si sa i numeri non dicono tutto, perché non tutto è misurabile, quantificabile e pesabile. Però, le cifre dicono sempre almeno una parte della verità, tanto che uno delle nuove attività generatesi attorno al pianeta del Pallone è quello dell’analisi digitale di tecniche, tattiche, strategie e loro traduzione in numeri. Le statistiche che ne escono sono indicative di tendenze e caratteristiche di squadre e giocatori singoli. Nella serie B arrivata al giro di boa, i numeri relativi al Perugia (fonte: Lega serie B – Digital Scout) sembrano confermare alcune peculiarità della squadra di Bucchi nel girone d’andata e, lette in chiave mercato, possono essere utili a individuare le caratteristiche degli interventi correttivi che la società del presidente Santopadre dovrà mettere in atto.
Possesso palla. Grifoni tra le prime.
Il Perugia si conferma squadra manovriera, propositiva e con la propensione a giocarsela a viso aperto con chiunque. La squadra di Bucchi è infatti al quarto posto per possesso palla (25 minuti e 27” medi a partita) dietro solo a Verona (28’13”) Cesena (26’37”) e Benevento (26’34”). Quinta è la Ternana (25’09”), seguita da Trapani, Novara, Cittadella e Brescia. Ultimo in questa speciale graduatoria è il Carpi (20’28”) e penultima la Virtus Entella (22’21”). Dunque, in cima a questa graduatoria ci sono anche squadre di bassa classifica (il Verona fa storia a sé) e in coda due squadre di alta classifica. Questo sembra confermare una caratteristica peculiare della serie B, quella di essere un torneo nel quale spesso il gioco sparagnino di rimessa o, comunque, non basato sul possesso palla prolungato, ma più mirato alle verticalizzazioni rapide, garantisce sempre un certo successo.
Palle giocate e passaggi riusciti: Perugia sempre tra le migliori.
Il dato sembra essere confermato anche dalla statistica sulle palle giocate e da quella sui passaggi riusciti. Nella prima, il Perugia è al sesto posto (547,3 di media) dietro, anche qui, al solito trio Verona (620,6) Cesena (596,8) e Benevento (581,4) nonché al Trapani (quarto con 570,7) e al Cittadella (quinto con 560) e, anche qui, davanti ai cugini della Ternana (546,7). Seguono, via via, Novara, Salernitana, Spezia, Brescia e Latina. Ultimo, anche in questa classifica, il Carpi di Castori (470: come a dire, ne gioco meno, ma le gioco efficaci) preceduto da Ascoli e Avellino. Anche sui passaggi riusciti (cioè la percentuale dei passaggi andati a buon fine sul totale delle palle giocate da una squadra) la classifica ripropone nei primi posti le stesse protagoniste: Verona primo (68,7 % medio a partita) seguito da Cesena (67%) Benevento (66,4%) Trapani (63,9) Ternana (63,5) e Perugia (settimo, col 63,4%). Seguono Novara, Cittadella, Spal, Latina, Bari e Salernitana. Ultimo, manco a dirlo, il Carpi (53,6%) anche qui preceduto da Ascoli e Avellino.
Supremazia territoriale e pericolosità.
Un’ulteriore conferma delle caratteristiche della squadra di Bucchi arriva se si guarda la graduatoria della supremazia territoriale, cioè il tempo di possesso palla di una squadra nella metà campo avversaria. Dietro l’immancabile Verona, primo con 10 minuti e 38 secondi medi a partita, ci sono Benevento (10’34”) Trapani (10’22”) poi Cesena, Salernitana, Cittadella, Novara e, ottavo, il Perugia (9’52”). Seguono Ternana, Spezia, Bari, Latina e tutte le altre (ultima la Pro Vercelli, con 7’26”; preceduta da Ascoli, Pisa e Carpi, quart’ultimo con 7’49”). E anche la graduatoria sulla cosiddetta pericolosità (indice, questo, teorico, che misura la produzione offensiva di una squadra mixando tra loro vari dati, quali, tra gli altri, il possesso palla, la capacità di verticalizzare, di giungere al tiro e di creare occasioni da rete) più o meno conferma che il Perugia è squadra potenzialmente capace, per caratteristiche, di creare buone probabilità di vittoria. Il dato è significativo perché tiene conto di una serie di indicatori di pericolosità e, non a caso, in cima alla graduatoria della pericolosità, ci sono le prime tre della classifica finale del girone di andata. I grifoni sono al nono posto con una percentuale del 44,2%, dietro a Verona (53,6%) Benevento (50,3) Frosinone (49,2) Novara, Cesena, Cittadella, Virtus Entella e Spal. Subito dietro il Perugia ci sono Salernitana, Bari e Brescia. Ultimo è il Pisa (29,4%), preceduto da Vicenza e Avellino.
Tanto gioco, ma i tiri in porta…
Dunque, tutti gli indicatori che in qualche modo possono identificare un tipo di gioco votato al possesso palla, alla manovra, all’iniziativa e alla intraprendenza, vedono il Perugia nelle prime posizioni di classifica, in compagnia sia di formazioni che occupano l’alta classifica (oltre al Verona, che anche da questi dati sembra essere fuori concorso, il Benevento); sia di formazioni che se la devono vedere, invece, almeno per il momento, con i bassifondi (Ternana, Cesena, e, soprattutto, il Trapani, ultimo in classifica e, a detta di molti, con un mezzo piede già in Lega Pro). Allora è interessante, per il Perugia, incrociare questi dati con quello dei tiri nello specchio, che tiene conto di gol, tiri parati, pali o salvataggi di un giocatore avversario a portiere battuto. Qui, il Perugia scende in tredicesima posizione, a pari merito con la Pro Vercelli, con 4,4 tiri medi a partita nello specchio, corrispondenti a 92 tiri in porta in tutto il girone di andata. In testa alla classifica dell’efficacia delle conclusioni è il Benevento (6,0, pari a 126 tiri totali in porta nel girone) seguito da Novara (5,9 e 124 tiri nel girone) Cesena (5,7=120) Frosinone (5,6=118) Verona (5,4=114) Virtus Entella (5,1=108) e, tutte prima dei grifoni, Cittadella, Ascoli, Carpi, Salernitana e Spezia. Peggio del Perugia, tra le squadre di alta classifica, solo la Spal (4,3, pari a 90/91 tiri totali/girone) che, però, con 34 reti segnate è il secondo attacco della categoria, segno che i cecchini ferraresi tirano poco, ma ci colgono spesso. Chiudono questa graduatoria Trapani, Brescia, Vicenza, Latina, Ternana, Avellino e Pisa (ultimo con la media di 2,6 tiri in porta a partita). Come a dire che avere molto possesso palla, giocare molti palloni, fare molti passaggi riusciti e avere una buona supremazia territoriale sono condizioni non sufficienti, di per sé, per arrivare al tiro in porta.
La percentuale di realizzazione, i tiri e… il mercato.
Incrociando il dato dei tiri in porta e dei gol fatti nel girone di andata, si ottiene la percentuale di realizzazione sui tiri nello specchio. Questa speciale graduatoria la guida proprio la Spal, con una percentuale davvero eccezionale, il 37,65% (come detto, 34 reti su 90 tiri nello specchio). Secondo, il Verona (35,27%, 40′ reti su 114 tiri). Terzo è il Cittadella (30,12%, 31/103). Quarta la Virtus Entella (28,94%, 31/107) quinto il Latina (28,31%, 22//78). Il Perugia si piazza sesto con il 28,26% di gol sui tiri in porta (26/92). Seguono il Brescia, la Salernitana, la Ternana e il Frosinone. La graduatoria è chiusa dal Pisa (12,82%, 7/55), penultimo il Trapani (14,39%, 13/90) e terz’ultimo, a sorpresa, lo Spezia col, 18% (17/92). Gli spezzini segnano poco, ma tirano più del Perugia: la loro classifica non è però bassa perché i liguri hanno subito pochissimi gol (16). Stesso discorso per il Pisa, che tira e segna poco, ma resta a galla perché ha la miglior difesa del torneo (appena 12 gol subiti in 21 partite). Il Perugia ha, invece, una buona percentuale realizzativa ma il problema è quello dei pochi tiri nello specchio, tanto più pochi in rapporto agli altri dati che attestano il notevole volume di gioco prodotto. Si tratta, a ben vedere, della mancanza di “cattiveria” lamentata spesso anche da Bucchi, che fa si che il Perugia vada al tiro e a segno sempre (e, praticamente, solo) in maniera pulita, quasi mai con gol da lontano o di rapina, rimpalli, palle sporche. Tradotto in termini di mercato, vorrà forse dire che serve, nel parco attaccanti, anche una punta capace di segnare non solo su azioni da manuale, ma pure se capita solo una mezza occasione, una mischia o una palla vagante da buttare dentro di forza?
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia