Grifo, questione di fede. Vittoria di cuore e carattere. Segre migliore in campo, Matos si sblocca
Scritto da Redazione il 20/11/2021Che cos’è l’uomo senza la fede? Un fiore in un bicchiere d’acqua, senza radici e senza durata. Parole di Camillo Benso, Conte di Cavour. Non un allenatore di calcio, ma secondo a nessuno in quanto a strategia. Militare, politica o sportiva cambia poco. Fede per credere in questo Perugia nonostante la scoppola di Como che aveva minato alcune delle certezze difensive tanto care a Massimiliano Alvini. Una partita non fa primavera, l’abbiamo detto e scritto. Mai esaltarsi, nè tantomeno deprimersi. Credere nei palloni anche quando sembrano di esclusiva proprietà dell’avversario. Ci ha creduto Segre, certamente il migliore in campo, meraviglioso in occasione di entrambe le reti. Suo lo zampino intelligente. Rapido nel rubare palla all’ex Molina prima di servire Santoro e Ferrarini. Lisi e Matos si sono confermati freddi al punto giusto nel capitalizzare. Fede nel lavoro, nel sacrificio, in un gruppo che si conferma coeso e compatto e tanti saluti agli squali.
Il pelo nell’uovo. Se proprio dovessimo cercarlo bisognerebbe sottolineare – in rosso – la mancanza di un uomo abile nel lanciare le punte e nel creare superiorità. Bocciato l’esperimento Kouan sulla trequarti; Alvini gli ha preferito Santoro. Meno esplosività, più razionalità. Matos si è spesso abbassato per recuperare palla autolanciandosi in avanti o lanciando De Luca. Servirebbe maggiore cinismo sotto porta. Quello stesso che Matos ha adoperato per depositare in rete il secondo gol biancorosso.
I punti chiave. Lisi e Falzerano hanno disputato una ottima partita in fase di non possesso. Avevano l’arduo compito di arginare Borello e Kargbo. Nella fase di possesso dovevano ripartire ed offendere. Ci sono riusciti, soprattutto l’ex Pisa. Burrai ha schermato a turno Vulic e Benali. Compito dispendioso che non gli ha fatto comunque perdere lucidità. Palma del migliore per Segre. Eccellente nella fase di non possesso, illuminante in fase di possesso.
Il mistero. Murgia non gioca mai. Alvini è l’allenatore, osserva la squadra ogni giorno e se non lo vede, vuol dire che altri calciatori sono più pronti. Peccato, il ragazzo ha qualità. Auguriamoci di vederla presto in campo. Bisogna avere fede. L’abbiamo scritto.
Raffaele Garinella – TifoGrifo.com