Grifo, credici!
Scritto da Daniele Orlandi il 29/05/2017Il Carpi ha battuto il Frosinone a domicilio, sovvertendo pronostico, difficoltà, inferiorità numerica e decisioni arbitrali non proprio sfavorevoli ai ciociari. Un finale pazzo ed epico di partita ha rovesciato ogni aspettativa e confermato che il Carpi ha acume tattico e, soprattutto, una cattiveria agonistica praticamente indomabile. La squadra di Castori affronterà la finale con sul groppone ammoniti e squalificati, vittime della battaglia del Matusa. Un motivo in più per il Perugia, oltre quello della miglior classifica in regular season rispetto agli emiliani (che darebbe il vantaggio dei due risultati s tre) per affrontare il Benevento tirando fuori gli artigli. Perché nella serata del Curi servirà certo accortezza ed equilibrio tattico, capacità di aspettare e di colpire al momento giusto. Nessuna frenesia, ma neppure alcun calo di attenzione. Possesso palla e manovra avvolgente come a Benevento, ma un’efficacia spietata nella finalizzazione delle azioni, come raramente si è vista quest’anno. E, ancora, una capacità di alzare e abbassare i ritmi secondo le proprie esigenze, senza mai dare ai sanniti la possibilità di azionare le loro bocche di fuoco. Difesa alta, ma limitando i rischi degli una contro uno. Iniziativa in mano, ma con un’attenzione maniacale a non dare ai campani la possibilità di ripartire negli spazi. E lucidità. Tanta, inesauribile lucidità. Per gestire le situazioni ragionando. Per esempio, per gestire un eventuale vantaggio in maniera non speculativa, provando a non soffrire fino all’ultimo secondo. E, come se tutto questo non fosse già di per sé assai complesso da mettere insieme, ci vorrà su tutto, prima di tutto, come condicio sine qua non, la “tigna”. Una cattiveria agonistica “stile Carpi” dal fischio iniziale a quello finale, una sfrontatezza proletaria per lottare su ogni contrasto, senza nessun cedimento “borghese” a morbidezze rinunciatarie. La cattiveria di chi ha fame e sa che questa è l’occasione da non perdere. E per questo va deciso sui rinvii, sulle palle vaganti, prime, seconde o terze che siano. Si butta con convinzione su tutte le palle, pulite o sporche, specie nelle due aree, e non lascia giocare agli avversari una sola guidata facile. Solo così si può rompere fragorosamente l’equilibrio con la squadra di Baroni, sancito da tutti i numeri del campionato. Con lucida cattiveria, con furbizia, con il cinismo più spietato. Se queste cose spesso sono mancate o si son viste a intermittenza, col Benevento dovranno essere la cifra del Grifo di tutti i novantacinque o più minuti che si giocherà. Crederci è un obbligo, ma anche una incredibile opportunità di liberare energie e capacità dal giogo della paura e dell’insicurezza. Fuori gli artigli, grifoni. I tifosi biancorossi ci credono, saranno in tantissimi e soffieranno per sostenere le vostre ali nel volo verso le cime più alte. Credeteci profondamente anche voi!
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia