Grifo cattivo al punto giusto. L’importanza del mix tra tecnica e muscoli. La moviola assolve Zanon, il “giallo” può bastare.
Scritto da Raffaele Garinella il 25/09/2017C’era una volta il Perugia solo tecnico, composto da validissimi elementi, tecnicamente capaci, ma con una fisicità discutibile, poco inclini a metterla sul cosiddetto gioco maschio, un particolare di non poco conto. Un esempio recente, il Perugia di Bucchi, dotato di calciatori tecnici, tra i migliori della categoria, Dezi, Ricci, Acampora, ma meno abili quando c’era da fare a sportellate. Probabilmente quel Perugia, una partita come quella contro il Frosinone non l’avrebbe vinta. L’importanza di avere Damiano Zanon, è da leggere anche in quest’ottica. L’ex Pescara non è solo bravo e puntuale sulla fascia, non solo è impegnato a crossare per gli attaccanti, ma ha anche dimostrato che, in determinate partite si debba adoperare la sciabola e non il fioretto, e per questo genere di situazioni è abile ed arruolabile. Parlare di gomitata a Beghetto è forse eccessivo, ma di manata sicuramente sì. Manata, segno di battaglia, perché il calcio è un gioco ruvido, fatto di contrasti specie in un finale concitato, con la posta in palio alta. L’importante è che non ci sia stata l’intenzione di danneggiare l’avversario e questo aspetto emerge dalla immagini. È così dalla notte dei tempi, altrimenti non si chiamerebbe calcio, ma danza. Basti pensare al grande Maradona o al “fenomeno” Ronaldo, che hanno collezionato più botte che magliette degli avversari. Quello che piace di questo Perugia è la voglia di mollare nulla, neanche un contrasto, dal primo all’ultimo minuto, anche a costo di rischiare un cartellino. È un Grifo da battaglia e Zanon ha confermato di essere un guerriero.
Raffaele Garinella- TifoGrifo.com