Grazie Bred(a) Pitt
Scritto da Federico Basigli il 14/05/2018Non è facile parlare di ciò che è accaduto sabato.
Tanto per essere chiari ritenevo il raggiungimento dei play-off, specie considerata la nostra posizione di classifica di gennaio, un risultato enorme da ascrivere in percentuale non indifferente al lavoro di Breda. Non condivido, quindi, l’esonero del tecnico trevigiano né nel metodo né nel merito.
Breda, infatti, è stato a mio avviso tra i principali artefici della miracolosa risalita del Grifo dagli spareggi per evitare la serie C a quelli per andare in serie A. L’intervista di sabato pomeriggio, peraltro, aveva un po’ confermato alcuni miei pensieri: Breda ha in estrema sintesi detto che lui credeva ai play-off nel momento in cui si lottava in posizioni vicine alla zona retrocessione, che non ha creduto molto nella promozione diretta perché la squadra aveva comunque sostenuto uno sforzo pesantissimo per tornare nelle zone alte della classifica, che aveva buone sensazioni, invece, in previsione dei play-off a patto che la squadra si fosse fatta trovare in condizioni fisiche adeguate. Avevo scritto cose simili un paio di settimane fa, non potevo quindi che convenire col tecnico.
A questo aggiungo che il calcio di Breda, più speculativo che propositivo, poteva favorire un approccio ai play-off più adatto di un altro tipo di calcio più dispendioso atleticamente, specie se si considera che gli impegni, se si arriva in fondo, saranno piuttosto ravvicinati e che i fattori ambientali (caldo + stress) che vengono dopo un campionato maratona non aiutano, in teoria, un gioco eccessivamente pretenzioso. Il che non vuol dire che questo tipo di calcio sia in generale più produttivo di un gioco più propositivo, e tantomeno, logicamente, più soddisfacente per i palati fini calcistici, ma penso anche che per la serie A lo sforzo di vedersi 5 partite non indimenticabili dal punto di vista del gioco si sarebbe potuto fare.
Che la società non stravedesse per il gioco di Breda era un fatto abbastanza acclarato, ma per quanto mi riguarda il gioco valeva, in questo momento la candela. Non sarà stato Bred(a) Pitt (scusate la pessima battuta), ma con il suo charme modesto ed alla mano aveva comunque conquistato risultati importanti. Anche perché se il mister avesse garantito quell’equilibrio trovato a febbraio – marzo, ed ultimamente perso per infortuni di giocatori unici nella rosa del Grifo, la sua capacità di lavorare per portare gli episodi della propria parte, in un contesto come i play-off, avrebbe potuto fare davvero la differenza: Di Carmine e Cerri, nella sua concezione di gioco, avrebbero potuto assolvere perfettamente a questo compito come fatto nel corso degli ultimi mesi. E se avesse restaurato la compattezza difensiva (di squadra) dei mesi invernali… D’altronde nel girone di ritorno, va rimarcato, si è viaggiato, nonostante i problemi dell’ultimo periodo, ad una media di quasi 2 punti a partita (36 su 60 disponibili). Poi voglia te ad inventarsi le statistiche tagliando fuori i dati che non vuoi far risultare…
Date queste premesse, quindi, non capisco i motivi del cambio tecnico e vedo solo due possibili cause.
La prima potrebbe derivare dal fatto che la società non credeva che il mister avrebbe potuto riportare il gruppo alle capacità atletiche di febbraio – marzo. È chiaro che se una squadra è giù atleticamente, ed a maggior ragione una squadra che su questo aspetto investe molto, perde conseguentemente buona parte delle sue armi. Se la società non credeva più in questo il provvedimento, magari preso in modo diverso, almeno dal punto di vista del metodo, tirandolo molto per i capelli ci può stare.
La seconda causa potrebbe invece essere quella che il gruppo non seguiva più il mister, ma da quanto ho capito non mi sembra questo il caso: al massimo ci potrà essere qualcuno non pienamente convinto del proprio utilizzo, ma non mi sembrerebbe un fattore tale da portare a questa scelta. Mi ha fatto ridere che qualcuno abbia parlato anche di un fattore ambientale, del fatto, cioè, che il mister non sia entrato in correlazione con parte della tifoseria. Chissenefrega.
Nella conferenza stampa di un paio di settimane fa Santopadre aveva fortemente rivendicato il diritto ed il merito societario dell’aver chiamato Breda ad ottobre, dato che la scelta fatta in quel momento era stata, a suo avviso, la migliore che potesse essere compiuta. Col passare del tempo in molti hanno apprezzato il lavoro svolto da Breda e forse una volta per tutte va messo in chiaro che il concetto di tifoseria è ben più ampio e variegato di quello che si vuol far credere, e che per uno che vomita dal vivo, sul web o ai campetti ce ne sono dieci che osservano in maniera diversa (anche tra alcuni precedenti allenatori del Perugia abbiamo una forte differenza tra l’agiografia fantasiosa e il vero saluto dei tifosi dal vivo).
Il rispetto per l’uomo Breda, che alla fine tutti hanno detto di avere (anche chi quel rispetto non glielo ha mai dimostrato) non deve servire, come una foglia di fico, a coprire i risultati che ha conseguito, dato che a gennaio NESSUNO avrebbe pronosticato i playoff e che la rosa, seppur buona, non era probabilmente da promozione diretta nella formazione tipo, e non lo era sicuramente nei rincalzi necessari per il turn over ed in quelli indispensabili a causa degli infortuni (chi ha detto Bandinelli?).
La scelta della società mi trova quindi, una volta tanto, in disaccordo, anche se capisco la volontà, con questo atto, di voler “alzare l’asticella” in vista dei playoff. Mossa che peraltro quasi riuscì al Pescara di Baroni/Oddo, col secondo che sfiorò la A partendo dalle ultime posizioni della griglia playoff, fermato solo dalla fortuna e dal peso del Bologna. Mossa che riuscì a Gaucci col cambio Novellino/Castagner pre-Foggia. Ma ritengo l’uno e l’altro esempio avere molte sfumature diverse dal caso di oggi, così da rendere difficili paragoni.
La mossa della società in sintesi, mi lascia dubbioso per i motivi che ho scritto.
Del sostituto di Breda, se riesco, parlo dopo l’insediamento. La scelta di Nesta ha tante incognite (una parte delle quali spero siano svelate nella presentazione) e tanti elementi intriganti.
Dopodiché avremo tempo, speriamo da metà giugno, per analizzare ancora più compiutamente l’andamento di questa pazza stagione: voltiamo pagina ed utilizziamo al meglio queste due settimane (Empoli manco la conto) per arrivare nella miglior forma agli spareggi e giocarci quel 15% di possibilità che, democraticamente, l’inizio di un nuovo torneo garantisce a tutte le partecipanti.
Forza Grifo!
Federico Basili