Gaucci. Un’era indimenticabile per la nostra città
Scritto da Redazione il 01/02/2023Ricorre oggi il terzo anniversario della morte di Luciano Gaucci, patron del Perugia tra i primi anni Novanta e la metà degli anni Duemila. Arrivato in città nell’autunno del 1991, il carismatico imprenditore romano si mise subito in evidenza per un entusiasmo apparso ai più inspiegabile, considerata la situazione della squadra, che annaspava in Serie C ormai da diverse stagioni, senza grandi ambizioni. Eppure, in poco tempo divenne chiaro che “Luciano Uragano”, come sarebbe stato poi ribattezzato dalla tifoseria e dalla stampa, non scherzava affatto. Voleva riportare il Grifo ai piani alti del calcio italiano ed europeo. E così fu. Nel giro di tre stagioni, centrò la Serie B con Ilario Castagner, vecchio protagonista del Perugia dei Miracoli del 1978-’79, e in appena due anni coronò il sogno di un’intera piazza. Era il 9 giugno 1996: il Curi, gremito già dalla tarda mattinata, traboccava di tifosi. Trenta, trentacinque, forse quarantamila cuori biancorossi: non un posto vuoto per quel Perugia-Verona che mette ancora i brividi a chi c’era. La squadra, pur ben rinforzata e trascinata dall’iconico e silenzioso bomber Marco Negri, tornò in Serie B appena un anno più tardi, ma non c’era tempo per piangersi addosso, non per Gaucci, ambizioso per natura e battagliero per indole. Dopo un campionato tribolato nel girone di andata e ben tre cambi di allenatore, è ancora Castagner a prendere in mano le redini della squadra, riportandola in A al termine di un duello mozzafiato col Torino di Edy Reja, conclusosi ai rigori sotto il sole cocente di Reggio Emilia. Da lì ripartì un ciclo che impose nuovamente il Grifo all’attenzione delle cronache italiane e straniere. Grandi squadre battute, giovani valorizzati e lanciati, talenti dai quattro angoli del mondo scoperti e portati alla ribalta ma anche acquisti di spessore e qualità, dagli ingaggi importanti per una piazza di provincia. E un indotto per l’intera città, che ne alimentava la tradizionale vocazione turistica. Certo, non furono solo gioie: l’annullamento dello spareggio, vinto sul campo, con l’Acireale e la conseguente squalifica, le contestazioni subite e le incomprensioni con una parte della tifoseria, il triste epilogo dello spareggio con la Fiorentina nel 2004. Momenti sofferti, che tuttavia fanno parte di qualsiasi storia importante. La vicenda della Famiglia Gaucci a Perugia si concluse, purtroppo, all’inizio dell’estate del 2005: un addio “forzato”, sul quale si è discusso a lungo e del quale ancora oggi, ogni tanto, si torna a parlare. Inutile ripercorrerne le tappe in questa sede. Chi ha vissuto quel Perugia non può che rimpiangere quegli anni. I tempi sono cambiati, è vero, ma Luciano ci aveva visto lungo, capace com’era di immaginare concretamente il futuro: stadio nuovo, strutture nuove, investimenti sul settore giovanile… Senza le difficoltà incontrate lungo il cammino della sua presenza a Perugia , forse oggi tutte queste cose sarebbero ancora realtà, attiva e funzionante.
Redazione TifoGrifo