Felici e contHenty
Scritto da Redazione il 28/01/2014Le tre protagoniste di questo campionato, Perugia, Frosinone e Lecce, stavano giocando alla roulette russa da parecchie settimane. Partita, vittoria, pistola alla concorrente. Partita, vittoria, peso psicologico sull’altra. Ritmo altissimo, insostenibile: quando tre squadre hanno in essere filotti di risultati utili così lunghi è chiaro che ogni giornata può essere decisiva, perché a perdere punti si fa subito.
Ed il colpo è esploso ieri, in maniera inattesa.
Come si è ben capito anche l’anno scorso, ed il ricordo del 2 giugno brucia ancora, in Lega Pro conta solo il primo posto: il secondo classificato è il primo degli sconfitti in un meccanismo, quello dei play off, che riallarga la platea dei contendenti alla promozione a metà delle squadre partecipanti al campionato. Ed il calcio in gare singole sa essere insensato e crudele: per informazioni cominciamo a rimuovere quel maledetto 2 giugno e chiamiamo invece qualche tifoso del Frosinone chiedendogli come è andata a Barletta.
Il Frosinone capolista ma non troppo (perché contro il turno di riposo nessuno fa punti) buca la gara pugliese e torna dietro al Perugia in classifica, nonostante abbia disputato una partita in più del Grifo, a conferma di una legge base del calcio: non esiste nessuna partita vinta prima di scendere in campo. D’altronde fu lo stesso Barletta ad approfittare l’anno scorso di uno dei pochi passaggi a vuoti del Grifo 2013, violando inopinatamente il Curi. E quest’anno il Grifo dalla trasferta pugliese non aveva portato via più di un punto, peraltro con una delle peggiori partite (a mio avviso la peggiore) giocate sotto la guida di Camplone.
Eppure il Perugia, dopo quella gara, ha infilato le sei vittorie consecutive che gli hanno permesso di tirare il collo alla classifica ed alle avversarie. Barletta come un punto di nuovo inizio, quest’anno, un po’ come fu Sorrento lo scorso anno.
Come in Highlander “ne rimarrà uno solo”, e di “morti” in ottica promozione ancora non ce ne sono, tra le tre di testa: la roulette russa di certo continua, i gialloblu ciociari da Barletta tornano feriti, ma vivi, il Lecce prende un punto a Catanzaro, in termini assoluti un buon risultato che però allontana ulteriormente i salentini dal Grifo volante.
Domenica il Frosinone (sempre che giochi, dati i risvolti giudiziari che riguardano la Nocerina) ha potenzialmente una opportunità enorme per riavvicinarsi al Grifo, per evitare di perderne la scia, ma d’altronde anche in questo turno il coefficiente di difficoltà per i ciociari non era maggiore di quello riservato ai biancorossi (certo, se coi campani vincono a tavolino diventa difficile sperare in qualcosa). Il Lecce, a maggior ragione, avrà a disposizione un risultato solo nel big match contro di noi. Quelli del Via del Mare saranno novanta minuti di straordinaria tensione emotiva, che il Grifo si appresta ad affrontare con il vantaggio accumulato in un campionato costantemente sopra le righe, condotto ai folli ritmi imposti a chi vuole detenere un primato, a maggior ragione dopo un inizio stentato (e ci ricordiamo bene le cause) e con la cervellotica forma di campionato che ci è stato imposto, concausa anche delle ulteriori degenerazioni nate e derivate, ad esempio, dal già citato “caso Nocerina”.
Tornando a venerdì, cosa dire dalla “smaltita” presa in quella prima mezz’ora di fronte al Grosseto? Cosa ci insegna la dolce notte del Curi? E’ accaduto come nelle fiabe: dopo la grande paura, il finale ci ha visti… Felici e contHenty!
Già, innanzitutto Henty si dimostra un pezzo da novanta, il quarto titolare dall’attacco del Grifo. Veloce e potente, può ricoprire tutti i ruoli di attacco del 4-3-3. Entra in partita come fosse un veterano e quando gli arriva il cross giusto colpisce il pallone frustandolo con la testa ad incrociare sul palo opposto. Impatto da extraterrestre: ET! Conti buca la partita e conferma che il suo più grande limite è il non saper riprendersi subito da un errore: bisogna lavorare sull’aspetto mentale sapendo che, anche dovesse arrivare il “famoso” terzino sinistro, fa parte dei 14-15 titolari. Menzioni per Mazzeo e Comotto: il primo gioca cogli altri e si muove molto, rincorrendo anche gli avversari, un giocatore maturo e diverso da quello visto per tanto tempo al Curi, Comotto, dopo gli affanni iniziali, è diventato ad oggi imprescindibile.
Il capitano è quel giocatore di esperienza che ci mancava lo scorso anno, quello che rompe le palle anche all’aria. E’ vero, non vincerà mai il Nobel per la simpatia (ok, non esiste… era tanto per rendere l’idea) ma in una squadra come la nostra, femmina, bella da vedere ma poco smaliziata, l’apporto di uno come lui diventa indispensabile.
Un altro fattore positivo è che nonostante un Fabinho in versione “solo” normale il Grifo segna tre volte, riscoprendo il gioco aereo ed i gol da calcio d’angolo, fatto che testimonia la varietà di armi in mano all’attacco perugino e che smentisce le parole dell’ex Ciofani, che nel corso della settimana ha esaltato il ruolo di Binho (giustamente) facendo intuire un po’ maliziosamente (ed ingiustamente) che senza il fenomeno dell’ala sinistra il Perugia non sarebbe dov’è.
Gia: perché il Frosinone, con lui a secco ed il forte Zappino trafitto, a Barletta cosa ha fatto? Le squadre, tutte, hanno punte di diamante e punti deboli, ma fa parte del gioco, ed è la somma delle individualità che fornisce il valore di un gruppo.
Ho sentito poi allo stadio critiche a Moscati, che per me ha giocato una buona partita e che tra le altre cose ha servito l’assist, per niente facile, per il gol di Henty. Non sarà stata la miglior partita della vita di Moscati, come non è stata la migliore serata del Grifo, ma se crediamo di vincere sempre come a Gubbio, con goleade in serie, è bene smettere di seguire il Grifo e darsi invece alla xbox, in modalità principiante.
Ogni spettatore è un allenatore, lo sappiamo, e spesso seguiamo logiche matematiche o opinioni o credenze per dire che sicuramente le cose andranno in un modo o nell’altro.
Poi basta una zolla: il calcio è strano.
Lavorare, perché ognuno è artefice del proprio destino, e mai dare nulla per scontato.
Per conferme chiamate a Frosinone…
Salirò.
Sipario!
Federico Basili