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Faroni – Santopadre. Così stanno “dettagliatamente” le cose di Riccardo Marioni

Scritto da il 21/12/2024

Riceviamo e pubblichiamo

Faroni – Santopadre. Così stanno “dettagliatamente” le cose

di Riccardo Marioni

Vista la difficile fase di stagione attraversata dalla squadra ed anche
in ossequio a ciò che chiede buona parte della tifoseria, e cioè “lasciarli lavorare in pace”, avremmo aspettato qualche giorno per descrivere quello che sembra essere il più alto livello di tensione dei rapporti tra vecchia e nuova proprietà del Perugia Calcio. Ma ormai da mercoledì scorso, con l’uscita di un articolo sulle presunte volontà e possibilità dell’ex presidente Santopadre di poter vantare il diritto di riappropriarsi delle quote societarie (per i motivi che analizzeremo) è cresciuta fortemente la curiosità -insieme ai timori per quella evenienza- di saperne di più.

Da subito va detto che la possibilità di invalidare l’atto notarile sottoscritto il 7 settembre scorso (il cosiddetto closing) è fortemente remota, lo dicono i notai, e lo sanno bene gli avvocati civilisti. L’unica circostanza che lo potrebbe consentire è la presenza di “inadempienze gravi” (dovremmo aggiungere “madornali”) nelle quali evidentemente la nuova società non rischierà mai di incorrere. Dovrebbe rifiutarsi di adempiere a vari obblighi previsti dal complesso accordo firmato oltre tre mesi e mezzo fa, o commettere gravi manchevolezze.
Per non parlare dei percorsi giudiziali -già per decidere la “gravità” eventuale- che forse durerebbero anni più che mesi. Nel corso dei quali si avrebbe uno stallo gestionale distruttivo per una società di calcio. Basti pensare a chi dovesse sostenere spese importanti con il rischio di perdere tutto il denaro investito, a favore di chi si riaggiudicasse le quote. Dunque aldilà del fatto curioso che questa evanescente eventualità sia partita da Terni (i sospetti hanno indirizzi precisi), possiamo da subito spengere ogni apprensione.

Quasi fuori dal mondo. Forse senza, o con pochissimi, precedenti. Dunque è chiaro. Siamo semplicemente di fronte ad un confronto-scontro strategico. Che dura da settimane. Inizia il 30 settembre (con una scadenza mancata) prosegue con le inequivocabili critiche severe indirizzate all’ex presidente (da anni timbrato con l”ex bancarellaro”, o con il più efficace “stracciarolo”) già presenti nella lettera aperta inviata dal presidente Faroni al popolo biancorosso. Poi sparate, ancor più pesanti, dal nuovo canale whatsapp della società. Ci chiedemmo tutti il perché, così presto! Un risentimento per cosa? Un avvertimento? Da lì in avanti, solo schermaglie, dai toni crescenti. Sin ad arrivare a solleciti, intimazioni, poi a pec e persino diffide. Una sorta di sondaggi reciproci per misurare reazioni ed azioni conseguenti.

Intanto Santopadre, vuoi il problema più urgente (la famosa fideiussione, di cui parleremo) vuoi le espressioni critiche sulla sua gestione, decide all’improvviso di agire con decisione salendo un po’ innervosito a Perugia. E senza nemmeno avvertire entra in un ufficio per un incontro. Gli verrà concesso solo e semplicemente davanti ad un bar della periferia perugina. E già questo non è un buon benvenuto. È il 26 di novembre. Un testimone diretto, tanto bene amico del sottoscritto, vede, ascolta e riferisce con tanto di descrizione di toni e parole. Avrei ottenuto poco dopo la piena conferma dell’accaduto da entrambi. Colti in flagranza non potevano mentire. La sintesi più efficace della gentile richiesta, perentoria e declamata, di Santopadre, è questa: “arivojo ‘a fideiussione!!! “.

Nessun dubbio la sfida è aperta. A suguire, primi di dicembre, sarebbe partita la “diffida” ad effettuare la “sostituzione” della fideiussione (così definita in gergo finanziario) entro cinque giorni, scaduti la scorsa settimana. Nessun segnale. Segue un incontro, forse delle promesse. Forse un nulla di fatto. Forse una soffiata verso Terni. Da cui forse l’articolo. Siamo a queste ore. E siamo a noi. Con l’ “umile intento” e nessuna pretesa di fare un po’ di chiarezza.

Vediamo cos’è la fideiussione in questione. Si tratta della garanzia che obbligatoriamente si deve depositare in Lega Pro per poter disputare il campionato. È una copertura parziale (circa il 40%) di tutto ciò che le società dovranno spendere nel corso della stagione, fra contributi, stipendi ed altro. Per il Grifo la cifra è di 1milione 150mila euro. La precedente sarebbe scaduta in ottobre.

La nuova società, evidentemente in momentanea carenza di liquidità (stava pagando la prima rata dovuta a Santopadre, 500mila euro, ed avrebbe dovuto affontare le prime spese di gestione) chiede all’ex presidente di prestarla in amicizia. Viene fatto, forse anche per velocizzare la firma dell’atto di vendita. In fondo è solo denaro accantonato in garanzia. L’accordo, che appare in ceralacca rossa sull’atto notarile, prevede appunto la sua liberazione a fine settembre. La nuova garanzia sostituisce la vecchia e Santopadre rifiata. Trascorre il termine. Forse c’è da aspettare ancora. Lo si intuisce, perché i nuovi vertici restano in silenzio.

La nostra spiegazione. Forse perché sono appena arrivati, si debbono organizzare per trasferire risorse, forse ci vorrà un po’ di tempo. Per di più dal territorio perugino sta arrivando ben poco. Molto, molto meno del previsto, tant’è che Faroni si sarebbe proprio indispettito, ritenendosi preso in giro, se non tradito, da chi gli avrebbe promesso ben’altro. Tipo: qualche milione di sponsorizzazioni, 4/5mila abbonamenti, per non dire di possibili interessanti plusvalenze.

Grande illusione: circa 800mila dagli sponsor (fortuna i due maggiori, Sciurpa e fratelli Antonini, circa 250 e 150mila, intorno alla metà del totale, da baciargli le mani). Meno di 2.800 gli abbonati. Per le plusvalenze se ne riparlerà più avanti. Speriamo non a gennaio, dovessero partire i migliori rischieremmo di giocare nel deserto. A meno di magie di Meluso e Giugliarelli. Cercheranno quanto meno di dare il loro meglio.

Sulle “risorse” successivamente saremmo stati rassicurati sia dallo stesso Faroni, che dal direttore generale Borras.
Il primo in una nostra intervista rispondendo -ammettiamolo, anche un po’ stizzito- ad una nostra domanda sul dove sono e da dove arriveranno le risorse, ci disse: “no te preocupes, yo me encargo, llegaran” (“non ti preoccupare, arriveranno”, mentre tra le labbra si leggeva chiaramente: “fatti gli affari tuoi”). Poteva non avere tutti i torti. Ma qualcosa dovremo pur chiedere! E sapere! Ottimo, abbiamo saputo, aspetteremo.
Il secondo, Borras, invece, incontrato in più occasioni, si è sempre sperticato nell’affermare con toni decisi: “dinero no problema, dinero no problema”. Appunto, ribadito il concetto. Rincuorante!

Breve parentesi. A proposito di incontri con Borras, uno è stato fortuito. Alla cena annuale di Confindustria. Ottimo segnale, gli argentini vi si sono iscritti addirittura subito (a meno che sia solo una mossa tattico-commerciale alla ricerca di sostegni, ma sarebbe comprensibile). Il “principe der Testaccio” (centro storico) e pure “Cavaliere del Commercio” (di Roma Capitale) -per eleganza forse tolsero “… e dell’Avarizia”- nemmeno ci ha mai pensato. Forse causa canone annuale.

Torniamo all’attesa dello scambio della fideiussione. In questo scenario entrano in gioco d’impeto le tre corpose rate del pagamento dovuto a Santopadre (che nessuno ovviamente può più contestare) ed anche altri passaggi di proprietà e di debiti, con relativi pagamenti o ristori, regolati dall’atto notarile. Vediamoli da vicino. Il faldone, oltre all’atto vero e proprio (il cosiddetto “closing”) di poco più di venti pagine, comprende una serie di accordi collaterali che occupano uno spazio ben più corposo (le pagine sono alcune centinaia). In queste ultime risiedono anche conteggi e pagamenti previsti, relativi al materiale sportivo che la Frankie Garage ha lasciato in dote o fornirà ancora al Perugia Calcio. Si tratta di tre partite diverse. Che vedremo.

Cosa meno importante ma che va esaminata. Perché, diversamente dalla cifra che andrà a Santopadre (2milioni 50mila euro, già frutto di un agguerrita disputa davanti allo sbigottito notaio, l’ottimo Mario Biavati) -ormai stabilita e immodificabile- le altre pattuizioni sono già tutte oggetto di frizioni e di richiesta di revisione degli importi. Insomma un buon groviglio. Iniziamo, con gli aspetti meno rilevanti per poi analizzare il grande capitolo delle vecchie pendenze rimaste in pancia alla nuova società. Su cui pure si sono innescate spinose controversie.

I tre accordi collaterali. Uno riguarda gli articoli presenti al momento della vendita all’interno di uno “store” e di una vetrina passati in gestione alla nuova società. Un secondo invece si riferisce alle forniture di materiale tecnico che l’azienda di Fiano continua a consegnare alle varie compagini del Grifo (per quelle della prima squadra è prevista la gratuità totale).
Un terzo attiene alla gestione della cosiddetta “Accademy” (con oltre cento società affiliate in tutta Italia) passata -diversamente da quanto qualcuno ancora crede- interamente alla nuova proprietà. Che però continuerà a rifornirsi dalla FG per tre anni. In questo caso è quest’ultima ad incassare i proventi dalle affiliate per poi retrocedere le relative provvigioni al Perugia.

Su questo ultimo accordo nessun equivoco. Sugli altri invece “si”, già sbocciate decise contestazioni. Sia sul materiale giacente che sulle forniture. Si dice perché accortisi di prezzi eccessivi praticati dal “marpione”.
Ci sono le firme già apposte, ma una ricontrattazione potrebbe anche avvenire. E la sensazione è che trattandosi di cifre più piccole Santopadre potrebbe anche accettare qualche “saldo”, magari per tenere duro sugli altri versanti ben più corposi. Quali?

Sulla fideiussione non si può discutere, si è trattato di un favore, si deve coprire la garanzia e liberare il prestatore. All’ex presidente costa anche degli interessi, con un tasso non bassissimo, applicato da qualsiasi banca o compagnia di assicurazione. E su una cifra così importante vorrà indietro anche quelli. Intanto per certo nessuno gli può negare il diritto di riaverla indietro. Così come di pagare le rate rimanenti per il totale residuo di 1milione 550mila. Sono stabilite dal closing, con tanto di date. La prossima il 29 dicembre, la altre due a fine marzo e fine giugno. Dunque a breve capiremo assai bene come evolveranno i rapporti. E le intenzioni: quelle benevole, quelle malevole.

Si, perché su questi 500mila euro di fine anno si potrebbe inserire la controversia più rilevante. Quella che riguarda i debiti che la nuova proprietà ha scoperto successivamente all’atto, in quanto sopravvenuti allo stesso o sfuggiti agli assai severi controlli della “du diligence” (controlli contabili approfonditi). Operazione effettuata dallo studio romano Chiomenti, scelto e pagato salato da Faroni. È il numero uno in Italia in questo campo.

Nuovi importi che ovviamente la nuova società vorrebbe imputare alla vecchia. Si sarebbero palesati anche creditori cosiddetti “dormienti”. Pian di Massiano notifica ogni debito sconosciuto, via pec a Fiano Romano. Santopadre avrebbe già effettuato le necessarie verifiche affermando in contro-pec che nulla più è dovuto. Dunque uno dei due non la racconta giusta. Se non è il gioco delle tre carte, né una raffinata strategia, o si va in causa (e passando chissà quanti mesi Santopadre avrebbe la peggio, dovrebbe solo aspettare) o si tratta.

Anche in questo caso l’ex presidente potrebbe accettare un qualche punto di incontro. Scatterebbe anche una clausola del closing che a tutela dell’acquirente prevede di poter sottrarre dalle rate ancora in essere le cifre relative alle nuove evidenze debitorie (al momento ritenute reali da una parte, ancora presunte o inesistenti dall’altra). In questo caso in attesa di ricontrolli accurati, di un arbitro o di un giudice, Santopadre potrebbe accettare la riduzione della rata del 29 dicembre. Purché, seppur ridotta, arrivi. Arriverà? Il “sì” o il “no” potrebbe farci capire molte cose. Anche sulla forza economica attuale della società.

Il “tira e molla” dunque continua a suon di schermaglie che al momento non hanno ancora imboccato le vie legali. Accadrà solo se una delle parti punterà i piedi. Santopadre potrebbe non farlo, anche cedendo su alcune richieste, quando dovesse raccogliere segnali importanti sulla solidità attuale o futura degli argentini, ed avere le prime evidenze. Soprattutto la chiusura della questione “fideiussione” e la consistenza del bonifico del 29 dicembre. Dovesse anche essere ridotto, in attesa di nuovi ricalcoli potrebbe bastare. Magari senza passare per le incognite di un tribunale.

La chiusura di questa contesa rasserenerebbe anche un ambiente che, inutile negarlo, conserva ancora qualche dubbio sulla reale forza finanziaria e conseguenti intenzioni ed obiettivi della nuova proprietà. Andrebbe a sommarsi agli altri buoni segnali raccolti nelle ultime settimane: nuovi ingaggi, ulteriori collaborazioni, interventi più o meno strutturali. Oltre alle recenti voci sull’interessamento relativo alla realizzazione di quella foresteria della quale Faroni aveva parlato già nella sua conferenza d’esordio. Al momento sarebbe solo un sondaggio sui costi. Se dovesse sbocciare avrebbe il sapore di una prima, rilevante volontà di radicamento sul territorio.

Per il momento occhi ed orecchie sono puntati al 29 dicembre. Nella speranza che non sia ancora una giornata solo interlocutoria.
Pur sapendo che dopo intimazioni, diffide e varie pec, avanzamenti e retromarce ci sono stati alcuni incontri tra collaboratori con solo fumate nere, nemmeno grigie.
Poi invece nel fine settimana, una, importante, a Roma tra i vertici. Difficile sapere, ma molto probabilmente la nettezza delle richieste potrebbe essere stata ancor più evidente.
Ancora mosse tattiche aspettando le evidenze del 29? Od invece nuovi tentativi? Arriveranno sorprese poco prima o poco dopo Natale? Si vedrà!
Intanto chissà se l’ “ingrifato sul braccio”, aldilà delle strategie e degli articoli, desisterà per sempre dal pensare di riappropriarsi di quelle vecchie quote non più sue? Mentre quel Grifo tatuato così fiero, su quell’arto non più degno, svanirà nel nulla tra rimorsi e rimpianti!

Riccardo Marioni

Scritto da
il 21/12/2024.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano.

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