Da Marco Negri alla coppia Tovalieri-Rapajc. Per centrare la serie A servono i bomber dotati del “killer instinct”.
Scritto da Raffaele Garinella il 15/06/2017Da Marco Negri alla coppia Tovalieri-Rapajc. Per centrare la serie A servono i bomber dotati del “killer instinct”. Il passato utile per non ripetere gli stessi errori. Consigli per gli acquisti.
Tifosi e appassionati del Perugia ricorderanno
le stagioni sportive 1995/96 e 1997/98, entrambe culminate con la promozione in serie A. Due perle di Luciano Gaucci. Furono protagonisti un po’ tutti, dall’allenatore fino all’ultimo componente della rosa. È giusto ricordare che se per Galeone il 95/96 si concluse senza esoneri, molto meno fortunati furono Attilio Perotti ed Albertino Bigon, che si alternarono in panchina prima di lasciare spazio d Ilario Castagner, autore di una vera e propria “remuntada” sul Torino di Reja, poi “matato” nello spareggio di Reggio Emilia. I tecnici, oltre a disporre di una squadra completa in ogni reparto, disponevano in attacco di calciatori dotati del famoso “killer instinct”. Se a centrocampo c’erano i talentuosi Allegri e Giunti, e il cursore Renato Olive, in attacco a tenere deste le difese c’erano Negri, Tovalieri e Rapajc. Marco Negri, dopo aver fatto vedere le sue qualità a Cosenza, fu il vero trascinatore del Perugia in serie A. In Scozia, con la maglia dei Glasgow Rangers, era diventato celebre quasi come sir William Wallace. Letale sotto porta, abile nel liberarsi del marcatore, capace anche di gol “impossibili”. Coppia d’oro quella composta dal “Cobra” Tovalieri e da Rapajc. Qualcuno potrebbe storcere il naso ed affermare che in coppia hanno realizzato 15 reti mentre Di Carmine da solo ne ha realizzati 13. Numeri alla mano nulla da obiettare ma allora cos’è mancato al Perugia per vincere contro il Benevento? O meglio, cos’è mancato al Perugia per vincere alcune partite “sporche”? È mancato l’uomo dotato del famoso “killer instinct”. Non è solo importante il numero delle reti, ma anche i momenti in cui le stesse vengono realizzate. È tanto meglio avere in squadra un goleador da 15-20 reti a stagione,-e Di Carmine può certamente raggiungere quel traguardo-, ma in assenza di questo, allora non si può fare a meno di chi, in partite complicate, difficili da sboccare, butti la palla in rete, riuscendo anche in una sola occasione a disposizione a trovare la via della rete. Tovalieri, per esempio, sbloccò lo spareggio contro il Torino, non una gara qualunque. In coppia con Rapajc sovvertirono la partita contro il Pescara che si era messa in un verso sbagliato. Di Rapaijc al ’50 la rete del 1-1, del “Cobra” il 2-1 al minuto ’69. Questi solo alcuni esempi, ma se ne potrebbero citare tanti altri. Samuel Di Carmine è un buon attaccante ed un ottimo finalizzatore, un perno da cui il Perugia deve ripartire e di cui non può fare a meno. Accanto a lui però serve un centravanti capace di sfruttare i movimenti dello stesso Di Carmine e gli spazi che l’attaccante è in grado di creare. Nessuno chiede Negri, Tovalieri o Rapajc dal mercato. Andrebbero benissimo anche…. Cornacchini o Piovanelli.
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com