Credito in esaurimento
Scritto da Federico Basigli il 12/10/2015A mio avviso il malinteso nasce dal fatto che è stato abbandonato un progetto di gioco più attraente per uno meno spettacolare, ma che avrebbe portato a qualcosa di più in termini di risultati, pur partendo dal presupposto che l’anno scorso, da neopromossi, si giunse sesti. Poi sono stati fatti errori negli ultimi giorni del mercato (rosa corta, mancanza di tre tessere per completare il mosaico) confermando però che l’obiettivo erano i playoff.
Insomma, al tifoso si è proposto il passaggio da una ragazza bella, ma anche a volte percepita come poco disponibile, ad una un po’ meno bella, ma che prometteva… risultati!
Siamo al punto che la ragazza non è un fiore, e in più al dunque ha costantemente mal di testa. Ed in più Bisoli ti dice che “abbiamo fin troppo gioco”, che è come se quella ipotetica ragazza un po’ racchietta, dopo non avertela data, ti dicesse “insomma, e poi accontentati che già sono troppo per te”. Pure????? Ecco, se a me già girano parecchio, ma so che per una serie di motivi questo è quello che passa il convento (per quel che conta, infatti, non ho fischiato, certo nemmeno applaudito: ero solo guasto tra me e me), eviterei che mi si prenda in giro con dichiarazioni o cose fatte per i tifosi (“il tempo del cerchio” fatto a fine partita, noi lavoriamo- noi lavoriamo come si fosse gli unici a farlo), che io quelle le sopporto proprio poco.
Il Presidente ha bene espresso il senso di appartenenza che noi proviamo per il Grifo, e sono, siamo, con lui, dato che ha fatto tanto per la sua e la nostra passione. Anche se ci sarà da soffrire, noi “soliti del Monteriggioni” ci saremo tutti, non ci sono questioni. E mi va bene- anzi, sono io che lo auspico- fare il passo secondo l’ampiezza della gamba: mi sembra inutile, visti i passati patimenti, specificare il perché. In soldoni: c’è da soffrire? Elmetto in testa e pedalare!
Solo, ecco, chiedo onestà intellettuale: se abbassiamo l’asticella l’abbassiamo, se l’andare per vincere un po’ ovunque non fa più al caso nostro lo diciamo, se giochiamo come col Cesena diciamo che abbiamo fatto una buonissima partita ma se giochiamo come il secondo tempo contro l’Entella diciamo che la partita è stata quella che è stata. E si ricordi: lo dicevo anche l’anno scorso che in un campionato di 42 partite 8 o 10 prestazioni loffie ci stavano, a maggior ragione se la rosa qualche buono lo evidenzia. Così è anche quest’anno, solo che stiamo già velocemente esaurendo il bonus.
Ancora un pari, ancora un nulla di fatto. Difesa granitica, tutti d’accordo. Attacco asfittico, e la croce non va certo solo sul povero Ardemagni, che si sbatte a 40 metri dalla meta.
Il Grifo con l’Entella miscela prove positive e meno, molto meno, col dubbio che è l’approccio, oltre e forse più che le individualità o lo schema, il problema del Grifo. Primo tempo dignitoso, secondo tempo pietoso: parziale riedizione della partita con il Crotone. Le note migliori vengono dalla difesa, e va bene, e da Zapata, che forse forse forse quel ruolo scoperto di catalizzatore del gioco potrebbe farlo, non basso alla Fossati ma alto alla Nakata, con rispetto parlando.
Il problema è che in un 4-3-1-2 Zapata ruba la “casella”a Lanzafame, e Drolè si ritrova troppo avanti, schiacciato in bocca ai difensori che hanno facilità nel trattenerlo inibendo la sua dote migliore, la velocità. Lasciamo poi perdere il cambio Lanzafame- Di Carmine, che se il Lanza- per il quale non stravedo, almeno non lo vedo come il “salvatore della patria” che qualcuno immaginava- era abbastanza moscio, riproporre la punta Di Carmine a trequartista, sguarnendo la fonte del gioco, cioè quel centrocampo che è già abbastanza in sofferenza, non è sembrata la mossa dell’anno.
Paradossalmente il Perugia è tornato a giocare meno peggio quando Zeblì ha sostituito l’infortunato Cazzimma Ardemagni, riequilibrando la squadra dato che Di Carmine è andato in attacco e se ha un ruolo l’ex Juve Stabia è quello là. Prima o seconda punta. Punto. Purtroppo però il problema ulteriore è che i continui cambi di modulo non permettono alla squadra di creare quegli automatismi che significano velocità di attacco e di esecuzione (oltre ai problemi dei singoli, dai guai di Fabinho, Parigini e Spinazzola all’inesperienza di Drolè). I cambiamenti, lo scrissi qualche settimane fa, hanno un significato se tu hai una identità definita, ma in una squadra che cerca ancora la quadra, spesso sono un ulteriore probabilità di smarrimento.
Impariamo a fare una cosa, tra centrocampo ed attacco, e a farla per bene, mettendo i giocatori nella condizione migliore per esprimersi, anche se probabilmente un ulteriore vero problema è che ogni scelta tattica ti impone delle rinunce, segno evidente di lacune createsi al momento della formazione della rosa.
Cosa rimane da fare? Tornare ai tre punti, possibilmente già da Latina. È un obiettivo percorribile? Penso di si. Facile no, ma percorribile si. La B è un inferno dantesco dove ognuno ha le sue croci. Teniamoci le nostre, sempre orgogliosi di essere il Perugia.
Forza Grifo.
Federico Basigli – TifoGrifo.com