Cosmi alla Gazzetta: il mio ritorno a Perugia lo vivo con grande senso di responsabilità per quello che la piazza si aspetta da me.
Scritto da Redazione il 10/05/2020
Serse Cosmi è stato intervistato da Nicola Binda sulla pagina Instagram della Gazzetta dello Sport. Ecco alcuni punti dell’intervista, di cui riportiamo il link per la visione integrale.
- Non ho vissuto con ansia la pausa, un po’ di ansia la provo adesso in vista della possibile ripresa.In questo periodo, poca tv, qualche lettura, un po’ di attività fisica.
- Il ritorno al Perugia lo ho vissuto con grande emozione, anche se diversa da quella della prima volta. Allora era la realizzazione del sogno di un tifoso di fare l’allenatore della squadra del cuore, e mi sentivo di rappresentare tutti coloro che hanno questo sogno e non lo possono realizzare. Stavolta, provo un grande senso di responsabilità perché so che, se la prima volta ero stato accolto con scetticismo, stavolta la gente associa al mio nome le emozioni di 15-20 anni fa. Poi, però, è arrivata la pausa e ora dobbiamo ripartire da zero.
- Tatticamente, da vent’anni fa ad oggi, c’è un abisso. Mi sento oggi molto più preparato, anche se quello tattico non l’ho mai considerato l’aspetto predominante. Forse nel 2000 non ero del tutto adeguato alla serie A, ma ho colmato il divario con altre doti, con la mia “follia” calcistica. Giocavamo un 3-5-2 che sarebbe da studiare, anche se nessuno ne parla.
- Gaucci mi ha premesso di entrare nel grande calcio ed era dietro le quinte una persona del tutto diversa da quella pittoresca che fuori si voleva far apparire. Gli sono estremamente riconoscente, perché mi ha portato dalla C alla A. Gaucci aveva dirigenti e collaboratori di grande sostanza, come Sabatini e Angelozzi e Salvadori, poi diventati tutti direttori sportivi di altissimo livello.
- La formazione ideale del Perugia dei miei quattro anni: Mazzantini o Kalac in porta; in difesa Materazzi, Di Loreto e Milanese; Grosso e Ze Maria gli esterni; Liverani, Baiocco, Tedesco, Blasi e Obodo a centrocampo; Miccoli, Bazzani e Vrizas gli attaccanti.
- Ho vissuto sempre intensamente le squadre e le città dove ho allenato. A parte il Perugia, che ovviamente ha un posto particolare, ho riposto molto della mia vita professionale nel Genoa, mi piaceva il posto e la gente. Ricordo con particolare calore Lecce e la sua gente, i suoi colori. Poi Trapani, che è stata una favola incredibile.
- Il rapporto molto forte con Oddo.
- Mourinho mi diede del “Mago Merlino”…
- I giocatori più forti che ho avuto? Fabian O’Neil per potenzialità, Fabrizio Miccoli per quello che ha fatto vedere balisticamente per certi aspetti di tecnica pura.
- Io e il Tevere.
- La passione per il ciclismo.
- Il mio calcio, il rapporto “umano” con i calciatori.
- Avrei voluto allenare Totti, sono stato al suo addio al calcio e ho pianto.
- Il campo manca a me e a tutti i calciatori. La ripresa ci permetterà di riprendere l’aspetto ludico che ci manca da troppo tempo.
Ecco il link dell’intervista:
https://www.instagram.com/tv/B_-KWmyIbBh/?utm_source=ig_embed