Cosa fare da grandi
Scritto da Federico Basigli il 10/12/2014Ancora un pari, contro il Latina ultimo in classifica, ma la sensazione è che la squadra sia bloccata, e non tanto per il pareggio, quanto per l’atteggiamento.
Il Grifo mette in campo una delle peggiori prestazioni del campionato, tanto da far venire in mente che bisognerebbe rimettere il cartello lavori in corso allo stadio Curi.
Posto che la difesa regge, e regge abbastanza bene, anche se qualche anticipo forzato di Giacomazzi me lo risparmierei volentieri, i dubbi sono sull’attacco e sul centrocampo. I biancorossi danno l’idea di una compagine che tiene il pallino del gioco come fosse una coperta di Linus, per evitare che qualche difetto strutturale venga a galla. Difetti strutturali.
La squadra nasce per il 4-3-3 ma vira presto sul 3-5-2 in corso d’opera. Il mercato soffre di questo bipolarismo. Camplone, che ha fatto 4-3-3 per una vita, pensa probabilmente che non ci sia materiale per il suo modulo preferito, e forse ha ragione. Forse. Però è anche vero che se non funziona la spinta sulle fasce il 3-5-2 perde molta della sua capacità propulsiva, e se a ciò si abbina l’inesperienza di molti e la scarsa vena di altri si ha il Perugia attuale: una squadra che ha un bel palleggio ma che non ha il guizzo negli ultimi 30 metri, sia per problemi di attacco che di inserimenti dalle retrovie.
Prima della pausa ci sono ancora 4 partite, poi venti giorni di pausa e a metà gennaio si inizierà il secondo campionato, quello più importante, quello che stabilirà tutto, quello che dovrà delineare la reale classifica e che stravolgerà l’attuale livellamento. Sarebbe buono girare a quota 30, ma ancora meglio sarebbe arrivare a gennaio sapendo con chiarezza su quali obiettivi di mercato investire (ne basterebbero un paio o uno in più se si volesse tornare alla difesa a 4 e Baldan non desse garanzie). Quattro partite ancora per capire su chi puntare e chi tagliare, e su quale sistema di gioco costruire il Grifo. Partendo da un presupposto: il Perugia sta facendo un campionato più che onesto, e basterebbe mantenere l’attuale media anche nelle prossime 4 partite per giocarti i playoff puntellando la squadra con quegli inserimenti ed una struttura tattica più coesa.
Il puzzle, oggi, pare comunque di non facile interpretazione, anche perché l’idea che dà il Grifo è quella di una squadra con una coperta troppo corta: all’inizio del campionato, con tutti gli effettivi a girare a mille, andava bene, ma se appena appena qualcuno non è al 100% il meccanismo si inceppa, ed avere tutti i giocatori al top è una situazione che ti capita poche volte in un anno, specie in un campionato-maratona come la Serie B. La forma piena di tutti i componenti è eccezione, non certo regola. In più la non completa identità tattica porta spesso a giocare in maniera più compassata e meno immediata, e quei decimi di secondo che si perdono nel guardare dove sia il compagno spesso consentono all’avversario di chiudersi e precluderti gli sfondamenti centrali e laterali.
Lo stesso inserimento di Lanzafame è stato positivo, ma al contempo domenica Fossati è apparso per la prima volta sottotono. Colpa (anche) della fin troppo generosità (al limite del disordine tattico) dell’ex Parma? Eppure è stato proprio il rientrante Lanzafame l’unico in grado di saltare l’uomo, uno dei pochi che si è dimostrato capace di dare una scossa.
Che sia il caro vecchio 4-3-3 il modo per far coesistere al meglio le caratteristiche dei 2?
La dico con schiettezza: io proverei a tornare al “modulo base” di Camplone con Lanzafame e Parigini alle ali (in attesa di Binho), Fossati in regia, due tra Verre, Fazzi, Taddei e Giacomazzi (se se la sente di tornare al suo vecchio ruolo) a centrocampo, Del Prete e Crescenzi ai lati e Goldaniga e Flores (o Rossi) in mezzo. Comotto, che al centro l’anno scorso ha stentato, potrebbe fare il terzino come nella passata primavera, o anche il centrale con un terzino più marcatore (Flores?), ed in quel caso Del Prete, che mi sembra abbia più piede e meno corsa di Crescenzi, potrebbe pure andare a fare la mezzala, anche perché potenzialmente mi sembra abbia più capacità di inserimento di qualche altro centrocampista. Oppure Giacomazzi regista, che garantirebbe maggiore copertura a centrocampo e potrebbe consentire la contemporanea presenza sulle fasce di Crescenzi e Del Prete, e coprire anche maggiormente Comotto qualora lo si voglia ripresentare al centro della difesa. Tutte variabili da vagliare in questi venti giorni anche e soprattutto per capire su cosa investire a gennaio.
Servirà, questo periodo, anche per verificare chi ha voglia di stare in questo gruppo e chi no, quale è il grado di compatibilità di alcuni giocatori con i vari moduli e su cosa investire. Il calcio, spesso, è una somma di potenzialità e debolezze, e cercare l’alchimia giusta non è cosa facile. E la prima cosa da tenere presente è l’aspetto mentale.
Secondo me se a gennaio si vuole andare verso il 4-3-3 (ma in fondo identico discorso vale per il 3-5-2) è bene testare subito gli attuali interpreti nei loro pregi e nei loro difetti: se ben ricordo sia Rossi a Bari che Goldaniga a Pisa giocavano a 4 in linea, quindi su di loro non dovrebbero esserci dubbi (anche Baldan in C giocava a 4, se non erro). Bisognerebbe poi capire Flores come si andrebbe a trovare in questo modulo. Prendendo spunto da quello che è successo domenica proverei a capire se Perea vuole fare sei mesi decenti con la maglia del Grifo, e se sì lo farei partire immediatamente titolare (magari con Parigini e Lanzafame ai lati), altrimenti biglietto per Roma, col rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato; cercherei anche di capire se quella di sabato è stata semplicemente una giornataccia per Taddei o se invece non si sente completamente inserito nel progetto.
Certo, il Trapani non sembra l’avversario migliore per fare queste prove, dato il suo forte impatto offensivo, ma onestamente preferirei perdere un punto adesso per acquisire maggiori certezze su come intervenire a gennaio piuttosto che prendere un punto e portarmi dietro dubbi che potrebbero pesare da qui a giugno.
In questi 40 giorni si costruirà la squadra che dovrà giocarsela fino a giugno. Comprare una punta dal grande curriculum automaticamente non garantisce nulla: servirà assemblare il gruppo nel migliore dei modi perché è spesso l’insieme dei giocatori a fare la differenza, che in B- basta guardare le rose delle squadre dello scorso anno- non è così alta tra chi fa un playout e chi un playoff. Calma e gesso, il campionato deve ancora cominciare e questi 40 giorni serviranno a porre le basi da qui a giugno. I Grifoni devono evitare solo una cosa: presentarsi scarichi e mosci come accaduto sabato. Vincere o perdere, o anche pareggiare come ci sta capitando spesso ultimamente, ma sul campo bisogna dare tutto. Da veri Grifoni.
Forza Grifo!
Federico Basili – TifoGrifo.com