Coppa Italia. Napoli-Perugia 2-0. Tre rigori: Insigne ne segna due, Iemmello sbaglia.
Scritto da Redazione il 14/01/2020
Che per il Perugia sarebbe stata una partita difensiva e di controllo era prevedibile, dato il divario tecnico tra le due squadre e le motivazioni del Napoli, costretto a puntare principalmente sulla Coppa Italia in chiave di obiettivi europei, dopo il non brillante andamento in campionato. Il copione era dunque scritto e quello è stato, senza variazioni e sorprese, nel primo tempo. Dopo un buon inizio del Perugia che ha tenuto bene il campo, il Napoli ha cominciato pressando i grifoni nella loro metà campo, e ha innescato incursioni specie a sinistra, dove Nzita è apparso spesso fuori tempo. La continuità di azioni del Napoli ha creato i presupposti perché in area perugina si potessero creare situazioni di pericolo. E poco rileva, in fondo, che i gol siano arrivati su rigori non eclatanti, specie il secondo (ma forse un altro fallo di Nzita avrebbe potuto meritare il penalty) perché il Perugia non riusciva a ripartire quasi mai. Niente di drammatico, anzi tutto molto normale e imputabile, al 90%, al divario tecnico, anche se il Napoli non è sembrato chissà che, confermando che l’uscita dalle difficoltà di stagione non è completata. Il restante dieci, invece, lo si può forse addebitare ai noti limiti di personalità della squadra biancorossa, emersi da inizio stagione. Limiti che spesso portano i grifoni ad esprimersi e proporsi meno di quanto possono. Eppure, alla fine, in concreto, la differenza di risultato l’hanno fatta i centri su rigore di Insigne e gli errori dei perugini nelle due situazioni che sono riusciti a procurarsi nel finale di tempo. Prima, Falzerano ha buttato alle ortiche una ripartenza sbagliando il cross da sinistra con in area, tutti e tre ben piazzati per la battuta a rete, Iemmello, Falcinelli e Buonaiuto. Poi, dal dischetto Iemmello ha fatto cilecca, notizia per lui che in campionato è un cecchino infallibile dagli undici metri, ma oggi si è fatto psicologicamente stregare dal grande stadio o dalla squadra di categoria superiore e ha calciato fiacco e centrale per la parata di Ospina.
Meglio sicuramente la ripresa del Perugia. dal punto di vista della proposta di gioco, anche se solo a sprazzi e, quindi, senza la continuità che sarebbe stata necessaria per rimontare il doppio svantaggio. Ma certo nessuno avrebbe potuto aspettarsi da questa partita del Grifo un possesso palla maggioritario e la soluzione di tutti i problemi. Però, alcune note positive ci sono state e a quelle lavorerà Cosmi per dare continuità al processo di rigenerazione dei suoi. Anzitutto Falcinelli che ha dato qualche buon segnale di esserci e di poter costituire una soluzione per il 3/5/2 varato dal tecnico punteggiano, che sembra poter funzionare, specie se aumenterà l’intesa con Iemmello. Poi, il pressing alto e il tentativo di proporsi in avanti con personalità e senza timori reverenziali nella ripresa: piccoli segnali ancora intermittenti e da consolidare, ma indicativi del fatto che questa squadra ha ancora risorse inespresse, sulle quali dovrà cimentarsi l’arte maieutica di Serse. Da rivedere Buonaiuto come mezzala, ruolo nel quale può esprimere meno le sue doti nell’uno contro uno. Sufficiente la prova dei tre centrali difensivi, che non hanno concesso granché all’attacco importante dei padroni di casa. Ultimo (ma non da ultimo) la nota di merito distinto per gli oltre seicento tifosi perugini al seguito del Grifo in una giornata feriale: si sono sentiti solo loro nel vuoto dello stadio napoletano, dal primo all’ultimo minuto. Anche questa è un fattore positivo su cui il Perugia può e deve tornare a contare. Non si tratta, è vero, di una novità, ma un entusiasmo così merita che chi può, anche in chiave mercato, faccia tutto il possibile, e magari qualcosina oltre, per rispondere all’altezza delle attese che si sono risvegliate.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia