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Carpi diem

Scritto da il 06/05/2015

 

Bisbylandia

Il campionato è come una partita di calcio di una quarantina di tempi: alla fine della fiera arriva il verdetto, tagliato con l’accetta, e sarà necessario accettarlo. Ogni tifoso ha il suo modo di percepire le cose: c’è chi è contento per un pareggio e chi per il medesimo risultato “sturerebbe le orecchie” al mondo. Figurarsi un finale di stagione.

Il verdetto del campionato è la fine della partita moltiplicato 40, e se hai perso la voce per urlare il nome di Moscati o per maledire tutta la dinastia di Nevio Scala, se ruzzoli per l’erba del Curi per festeggiare una promozione o se perdi nella fottuta Piacenza dopo esserti bagnato anche le ossa per tutto il giorno, che quando arrivano le lacrime nemmeno le senti più, lo sai che in fondo è normale, ed avrai un paio di mesi per riprenderti. Siamo prossimi al finale di stagione, dove tutte le emozioni, si condensano ed esplodono per la gioia dei cardiologi.

La Serie B, poi, ecco: se c’è un campionato che non ci si capisce mai una mazza, è quello là. Non c’è una “pozione magica” che se la bevi sei imbattibile: l’anno scorso salirono un Palermo che per la B era un po’ come la Juve in A, un Empoli con una società solida e programmatrice ed un Cesena che vinse con la forza del gruppo nonostante una condizione economica non proprio florida. Tre realtà diverse, per certi versi antitetiche, arrivano a tagliare lo stesso traguardo. Gli Empoli e Cesena dell’anno scorso sono quest’anno Carpi e Frosinone: gli emiliani hanno azzeccato tutto, sono utilitaristici, hanno subito praticamente la metà dei gol del Frosinone (!), tengono la palla il meno possibile e tirano appena possono col loro bomber Mbakogu, cartellino rilevato a gratis dal defunto Padova, o con Kevin Lasagna, bomber l’anno passato dell’Este, in serie D. Il Frosinone ha confermato il gruppo dello scorso anno e l’ha impreziosito con qualche acquisto di spessore (uno su tutti, Dionisi). Il ruolo del Palermo dell’anno scorso dovevano invece recitarlo Bologna o Catania, ma per fortuna è andata diversamente.

 

In tutto questo, come giudicare il campionato del Perugia? Il piazzamento ideale, e lo penso da quando abbiamo rimesso piede nella zona playoff, sarebbe il sesto posto che ti permetterebbe di giocare in casa il preliminare a gara secca ed affrontare l’eventuale semifinale sulle ali dell’entusiasmo. Peccato il Bologna abbia assoldato un allenatore, esonerando quella cassapanca di Lopez e prendendo uno come Delio Rossi altrimenti, se questa rimanesse la classifica, tra un Bologna eternamente incompiuto ed un Vicenza che potrebbe arrivare spremuto ai playoff una semifinale andata e ritorno con una delle due non sarebbe impossibile. Avremo tempo, eventualmente, per pensarci. Perché ora c’è da entrarci, nei playoff, attraverso 3 partite non banali: lo scontro diretto a Pescara, il match interno contro il già promosso Carpi primo in classifica, la trasferta finale a Cittadella a cui probabilmente potrebbe servire una vittoria per evitare la retrocessione diretta e raggiungere i playout (mi scuso con loro, ma spero che quando ci incontreranno saranno già retrocessi).

Siamo tifosi, e vogliamo sempre il massimo, ma giudicare non positivo un campionato solo perché “se è andato su il Carpi potevamo farlo anche noi”, non tiene conto del seguente controcanto: se retrocede il Brescia (Arcari, Zambelli, Di Cesare, Caracciolo, H’Maidat, Bentivoglio, Corvia, Caracciolo, per dirne qualcuno), allora anche noi potevamo finire male. Perché la B l’abbiamo vista: fai un filotto e sei in cima, qualche risultato negativo e ti ritrovi su strapuntini con vista sulla legapro.

 

Quando Camplone dice che, a giocarsi queste ultime partite, vorrebbe una squadra sbarazzina, io la interpreto così: il nostro campionato finora ha ben risposto alle attese. E siccome io ho grande stima del mister- come della società- aggiungo che è stato anche superiore alle aspettative, dato che non bisogna scordarsi gli errori (peraltro in buona parte fisiologici, basta vedere gli “arrosti” fatti da tante squadre con budget simili o superiori al nostro) compiuti nella costruzione della squadra a luglio- agosto e la fase invernale in cui è stato compiuto un capolavoro a livello di calciomercato, lasciando però sul campo, proprio in quella fase (inizio girone di ritorno), punti pesantissimi.

Al tempo stesso, però, se saremo capaci di giocare con brillantezza, con l’entusiasmo di poter raggiungere un obiettivo ancora più grande, potremo fare ancora meglio. Poi una promozione è figlia di tanti fattori, ma se riusciremo ad essere offensivi, se sapremo cercare di meravigliare, il risultato potrebbe essere più facile da raggiungere.

 

Insomma, il Grifo deve fare tutto per stare là, giocarsela e, se si presenta l’occasione, beh… Carpi diem!

 

Spendo anche due parole per Fazzi. Rimesso in squadra ha giocato molto bene, come al solito, confermando che è un giocatore di gamba che dove lo metti sta. Uno come era Moscati negli anni scorsi, per capirci: eclettico, di corsa, intelligente tatticamente. Posto che Faraoni, per me, a destra è intoccabile, a sinistra o come interno di centrocampo Fazzi è per me una validissima opzione. E comunque, chiunque giochi, andiamo a Pescara a riprenderci i punti persi contro gli adriatici al Curi.

 

A testa alta… Forza Grifo!

 

Federico Basigli – TifoGrifo.com

Scritto da
il 06/05/2015.
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