Breda: “A Salerno i miei anni migliori, ma non c’è spazio per i sentimenti…”
Scritto da Redazione il 08/12/2017Per Roberto Breda Salerno vuol dire tanto, probabilmente tutto. Per otto stagioni (dal 1993 al 1999 e dal 2003 al 2005) l’attuale allenatore del Perugia è stato il faro di quella Salernitana capace di scalare le categorie professionistiche fino ad arrivare nella massima serie. Senza contare poi che nel 2010/2011 Breda si è seduto sulla panchina dei campani in un’annata particolarmente difficile, conclusasi poi con la cancellazione dai vari campionati.
Il Perugia, a questo importante appuntamento, arriva nel modo migliore: “Il finale della partita con l’Ascoli ha dato dei segnali importanti. In base alle dinamiche e alle situazioni un giocatore può essere utilizzato al posto di un altro. Ma è chiaro che tutti devono sentirsi importanti”. Uno di questi è Falco, che potrebbe giocare dall’inizio: “E’ legittimo che reclami spazio, Si sta allenando bene, ha l’atteggiamento giusto. Lui è abituato ad essere protagonista. Là davanti abbiamo però tante alternative di qualità”.
Otto anni da giocatore e uno da tecnico (il 2010/11 che poi portò al fallimento dopo aver sfiorato la B nei playoff), ma come detto l’obbiettivo è soltanto quello di ottenere i tre punti: “Salerno è la parentesi professionale più importante della mia carriera, ma cuore e sentimento c’entrano relativamente con il risultato. Aver vinto contro l’Ascoli ci ha fatto passare una settimana più tranquilla, ma una vittoria domani ci consentirebbe di guardare la classifica con un’ottica diversa. Dobbiamo rimanere nella parte sinistra della classifica, guardando gara per gara. Giocare contro una squadra che ha gli stessi punti deve essere un grande stimolo per ottenere quella continuità di risultati necessaria”.
L’incontro tra i granata e i biancorossi significa grande rivalità tra le due tifoserie. Ancora vivo il ricordo del gemellaggio rotto in quella partita di Coppa Italia di C nel 1994: “Io quel giorno c’ero e fu un vero peccato. Anche se devo dire che non ci sono colpe specifiche in questa spaccatura. Mi dispiace, perché le due tifoserie in un certo senso si assomigliano molto”.
Un pubblico, quello perugino, che ultimamente sembra essere distante dalla squadra: “Lo stato d’animo della tifoseria lo sento da quando sono arrivato. Non mi metto a sindacare sui perché, chi ha il tifoso ha il diritto di fare ciò che vuole, ma si sente la mancanza del calore della nostra curva. Spero che con i risultati e le prestazioni riusciremo a portarli di nuovo dalla parte nostra”.
Infine, questa squadra con l’arrivo del tecnico di Treviso sembrerebbe aver ritrovato nuovo vigore atletico: “Non giudico il lavoro di chi mi ha preceduto. Nel mio modo di intendere il calcio c’è molta intensità e voglio che la squadra stia sul pezzo fino all’ultimo secondo delle singole partite. Ma posso assicurare che non è vero che abbiamo rifatto un mini richiamo atletico”.
Enrico Fanelli – TifoGrifo.com