Breaking news: il campionato inizia ora
Scritto da Federico Basigli il 24/04/2018
Buongiorno e ben ritrovati, dopo una lunga assenza, a leggere questa rubrica. Ringrazio Ettore e lo staff di Tifogrifo che mi lascia sempre una porta aperta quando posso scrivere del Grifo.
Oddio… ben ritrovati un par de ciufoli, a dire il vero, dato che quello che è successo domenica è stato destabilizzante per tutti. Diciamo che il derby ci lascia 4 o 5 argomenti che vanno ben aldilà del banale e del contingente. Provo ad esaminarli, anche se onestamente la confusione che ho in testa da domenica pomeriggio non so quando potrà aiutarmi.
Comincio col dire che perdere un derby è comunque pesante, e perderlo come si è perso, rimontati, fa più male. Dopodiché a me del derby fregava poco quando lo vincevo e frega meno ora che l’ho perso. Per me il derby è goliardia, quello sì, ma non è la partita della vita. Preferirei non ci fosse, questo è vero, perché se non lo vinci ti lascia scorie enormi, ben superiori ai benefici, ma è un discorso generale valido per tutti i derby. Ce lo siamo giocati male anche perché, col primo vero caldo, era chiaro che la sfera atletica avrebbe dominato su quella tecnica. Ed atleticamente mi sembra chiaro che non si sia in un buon momento, dopo la clamorosa rimonta che abbiamo fatto negli ultimi mesi. Da questo punto di vista la Ternana è stata superiore, e la cosa si è acuita quando l’inerzia della partita, col gol di Tremolada, ha portato dalla parte degli ospiti anche il fattore mentale. Le colpe di Breda per me sono relative: forse con l’assenza di Magnani un colpitore di testa come Dellafiore era meglio metterlo in campo, questo sì, e forse avrei fatto un paio di cambi diversi, ma devo dire che probabilmente sarebbe cambiato poco.
Una partita incasinata, ma non sarà la prima né l’ultima che avrà uno svolgimento, a torto o a favore, incasinato. D’altronde la nostra stagione è una schizofrenia continua, quindi la meraviglia è relativa.
Il Grifo quest’anno ha avuto più stadi evolutivi di quelli declinati da qualche psicologo dell’evoluzione particolarmente contorto. Il Grifo di settembre era uno splendore, Il Grifo di ottobre un incubo, Il Grifo di novembre- dicembre una mezza carcassa col motore ingolfato, a febbraio eri un portento, Il Grifo di oggi, a giudicare dalle bestemmie che piovevano, una moglie che ti ha tradito con una ventina di tuoi migliori amici. Direi che la prima osservazione, minima minima, è che Il Grifo è stato più squadre nel corso di quest’anno calcistico e che il concetto di linearità è un’altra cosa. Già.
Io sono molto pragmatico.
Non ho mai creduto , né prima della partita con la ternana né prima della partita ad Avellino, che questo Grifo avrebbe avuto possibilità di promozione diretta.
Non lo credevo perché questa squadra, da gennaio in poi, ha tenuto una media punti, ed una intensità di gioco, che a mio avviso sarebbe stato impossibile mantenere fino a metà maggio. Recuperare così tanti punti a più di 10 squadre non era umanamente possibile a meno che non si fosse fatto da gennaio un percorso pressoché netto, roba che in serie B non è riuscita nemmeno alla Juve.
Lo dico perché, a mio avviso, anche lo staff tecnico potrebbe aver fatto lo stesso ragionamento ed anche perché nella stagione 2012-2013, si fece un ragionamento inverso che è stato assolutamente perdente.
In quella stagione, infatti, Il Grifo di Camplone, che subentrò dopo una decina di giornate dalle soglie dei play-out, fece una rincorsa allucinante per riprendere il primo posto, l’unico che valeva la promozione diretta. Fu una rincorsa entusiasmante , con partite da proiettare direttamente nelle scuole calcio per far capire l’essenza del gioco, ma non servì a una mazza perché per ogni gol che il Perugia faceva, all’Avellino veniva dato un rigore. Fu una rincorsa matta, disperata, fantastica ed inutile tanto che l’Avellino sali con un turno di anticipo e all’ultimo turno gli diedero pure un rigore contro, tanto per ridurre il gap tra i 17 rigori assegnati a loro favore e quello subito (i dati sono citati a memoria, ma dovrebbero essere corretti).
Fu una rincorsa splendida, culminata con niente in mano quando la squadra, spremuta come un limone per fare quella marcia che vari segnali, secondo le leggi non scritte del pallone (basti pensare ai sopracitati i rigori), davano come potenzialmente inutile, collassò di fronte al Pisa e Favasuli con corredo di “bregno” che ancora ce lo ricordiamo.
Tutto questo per dire che – alla luce di quella esperienza – puntare tutte le proprie fiches su un evento che per realizzarsi avrebbe avuto bisogno non di un miracolo, ma di 5 o 6 allineamenti planetari straordinari tutti assieme, non mi sembrava proprio la cosa più intelligente del mondo.
Io spero che la società – a cui sono grato per i risultati di questi anni e per ciò che in generale ha fatto- e lo staff tecnico – che penso abbia svolto un buonissimo lavoro uscendo da una situazione che metteva a rischio la permanenza del Grifo in serie B – abbiano fatto questo ragionamento, ed abbiano già iniziato da qualche settimana a preparare la strada che potrebbe portare ai play-off.
Prendendosi un rischio, è vero, perché potrebbe essere questa la ragione di un derby (lo chiamo derby per comodità, lascio ai puristi discettare se fosse tale o meno) così sottotono, con quei giocatori che mai una volta sono arrivati per primi sul pallone, con quei giocatori che sono sembrati così scarichi fisicamente prima ancora che mentalmente anche nel primo tempo, anche nella situazione di doppio vantaggio. Una presentazione molto simile, per alcuni versi, a quella contro l’Avellino di due settimane fa. Un calo fisico che per me si è denotato, appunto, nelle ultime tre settimane.
Arrivati a questo punto speriamo che le cose stiano proprio così e che il calo, per certi versi fisiologico, sia gestito dallo staff tecnico con la stessa capacità dimostrata nel ricostruire atleticamente la squadra dopo il periodo orribile.
Se questo è stato il programma, tutto ciò è stato reso molto più difficile dagli infortuni che hanno colpito i due giocatori forse più difficilmente sostituibili della rosa: Bandinelli, con la sua capacità di inserimento dal centrocampo all’attacco e Magnani, specialista nelle difese aeree.
Se riguardate il derby con la Ternana, sempre che abbiate il coraggio di farlo, noterete che le più grosse mancanze sono state proprio quelle di dinamismo e capacità di intercettare il gioco aereo. Appunto. Togliere due pedine ad una scacchiera che di pedine ne ha un numero limitato può essere stata la variabile che domenica ha fatto collassare il sistema in maniera così evidente.
Io penso che la forza della nostra squadra sia infatti, al netto degli alti e bassi, quella di una formazione che può classificarsi per i play-off. Se abbiamo la coppia d’attacco più forte, assieme all’Empoli, del campionato, è anche vero che tra difesa e centrocampo i valori sono molto livellati e dipendono fortemente anche dallo stato di forma che le varie squadre attraversano e dalla profondità delle panchine, dati i ritmi ossessivi di questa serie B.
Come ero convinto che la nostra rosa non fosse da play out quando eravamo vicino a quella zona, così non sono convinto che ci si possa reputare superiori ad Empoli, Parma, Frosinone, Palermo, specialmente dal punto di vista della rosa, prima ancora che degli 11. ce la potevamo giocare, questo sì, ma non con l’handicap che avevamo a gennaio. Senza contare che la serie B è sempre un campionato “trappola” che se fai alcuni sbagli rischi di rimetterci la categoria, basta vedere le grandi piazze che vegetano in Serie C e squadre come Novara e Pescara che sono in zona retrocessione nonostante, specie il Novara, una rosa che per me valeva abbondantemente i play-off.
Detto tutto questo, beh, se la squadra in campo ha perso il derby fuori dal campo non è andata meglio.
L’episodio del petardo che è scoppiato accanto a Leali vince il premio di atto più cretino dell’anno, e spero che l’idiota che quel gesto lo ha compiuto paghi le giuste conseguenze. Il problema, però, è che un gesto di questo tipo non sarebbe venuto nemmeno in mente a quel cazzone se non si respirasse in giro un’aria piuttosto pesante, un’aria che nemmeno gestioni ben più sfortunate, e sfortunate è chiaramente un eufemismo, hanno incontrato.
Il detto e non detto, la polemica di ferro nel guanto di velluto, le punzecchiature, quelli che usano Il Grifo come fonte di visibilità. Le polemiche sui social, le allusioni, gli insulti, le trame da kgb, i retroscenisti più astrusi, il “vedo a settembre se torno allo stadio” detto da chi fino al giorno prima scherniva i cosiddetti occasionali (che gran fortuna non portano… fate l’abbonamento ad agosto, su, almeno per scaramanzia) sono tutti fenomeni che si erano fermati a causa dei buoni risultati del Grifo, ma che appena la squadra ha rallentato sono riemersi con forza a conferma del fatto che ad alcuni, ognuno per le proprie più o meno rispettabili ragioni, le ferite del passato (esempio i fatti accaduti dopo La Spezia) non si sono ancora cicatrizzate e a dire il vero taluni più che disinfettarle, sembra vogliano versarci giornalmente del sale.
È un anno strano, questo, sotto tutti i punti di vista. Un consiglio per tutti, per me in primis: ma se tornassimo tutti a fare semplicemente i tifosi? I tifosi, senza idolatrare né insultare ciclicamente tutto e tutti. A mio avviso ne guadagneremmo tutti. Pensiamoci va.
E pensiamo all’Ascoli, una trasferta durissima. Proviamo ad arrivare ai playoff e proviamo a farli bene ricordandoci che fare i play-off è come comprare un biglietto per la lotteria. Non c’è niente di automatico, non a caso sale una formazione su 6, ma se non li fai, i playoff, non li vinci di sicuro. Opinione personale: tra una vittoria in un derby ed un posto ai playoff che può darmi la promozione mi prendo sempre la seconda opzione.
Forza Grifo. Sempre.
A maggior ragione oggi.
Federico Basigli –TifoGrifo.com