Bravi, Bravissimi!
Scritto da Daniele Orlandi il 21/05/2014(ASI) Anche l’ultimo dettaglio ha impreziosito il già bello quadro d’annata. La Super Coppa di Lega ha incoronato il Perugia regina di tutta la terza serie. Si faccia avanti chi lo avrebbe giurato a febbraio, quando il Grifo, dopo una serie impressionante di vittorie, perdeva molte certezze e troppi punti, vedendosi distanziato dal Frosinone e raggiunto dal Lecce.
Lì fu bravo, bravissimo, il presidente Santopadre, che si fece carico, da vero capitano della nave, di stornare attenzioni e pressioni da giocatori caduti in preda, disse lui, ad improvvisi attacchi di panico. Santopadre, dopo averci messo soldi, lavoro e fatica, a marzo ci mise la faccia, da vero Presidente (quanta differenza con tanti dirigenti del calcio nostrano che alle prime difficoltà scaricano le colpe su allenatori, giocatori, preparatori e finanche magazzinieri, pur di non assumersi le proprie!). Mister Frankie Garage fece da schermo, calmò la piazza timorosa di un’altra annata-beffa, fugò il clima da funerale dicendo che la stagione, se davvero il primo posto fosse sfumato, avrebbe comunque avuto i play off come obiettivo su cui puntare per essere promossi. Così, seppe ridare alla squadra un contesto minimo di tranquillità nel quale, passata la bufera, si poté ricominciare a costruire la serie vittoriosa di fine stagione, quella decisiva per fare il controsorpasso sui ciociari e distanziare di nuovo i salentini. C’è di più. Massimiliano Santopadre ha avuto anche un altro merito fondamentale: è stato trasparente, facendo ciò che diceva e dicendo quel che faceva. Lo abbiamo visto, per esempio, nei rapporti con le istituzioni cittadine e umbre, con le quali fin dal suo arrivo ha da subito chiarito che non aveva nessuna intenzione di parlare di stadio (nel senso del “nuovo Curi”) e che, pertanto, non voleva neppure entrare in logiche che non appartengono alla sua cultura di imprenditore. Chiaro il messaggio: non coinvolgetemi in meccanismi che richiedano una “limitazione” della mia libertà d’azione come imprenditore e come presidente del Perugia, perché non garantirei il mio adeguamento silenzioso agli stessi. E, in questa linea di chiarezza, è stata apprezzata, da ultimo, anche la chiara enunciazione del fatto che il presidente ha detto che vuole una B ambiziosa, ma in linea con i vincoli di bilancio, perciò senza follie, a partire dagli ingaggi di giocatori e tecnici.
Anche Camplone ha messo molto di suo nella vittoria stagionale. Dopo aver incantato col gioco sfavillante del Grifo e una serie di risultati positivi durata un girone intero, arrivata la crisi, diede prova di concreta duttilità. Scrollandosi di dosso la fama di allenatore dal pensiero tattico rigido (qualcuno aveva usato anche gli aggettivi “ideologico”, o “manicheo”) lasciò il collaudato 4-3-3, molto studiato dagli avversari e diventato prevedibile, e passò al 3-5-2. Fece accettare a Fabinho l’idea di coprire la fascia anche in fase difensiva e responsabilizzò in attacco Mazzeo, che rispose da vero leader. E, cosa ancor più decisiva, Andrea seppe far capire ai suoi giocatori che si sarebbe usciti dal tunnel solo con lo spirito di gruppo. O tutti insieme, o nessuno. Solo aiutandosi l’un l’altro e sacrificando qualcosa di personale, in campo e fuori, si sarebbe potuto sfruttare al meglio le qualità di ciascuno e di tutti. Un piccolo capolavoro, viste le pressioni dell’ambiente, il poco tempo a disposizione e gli impegni pressanti.
Bravi, bravissimi, poi, tutti i giocatori. Tutti insieme hanno confezionato un bellissimo campionato. Bellissimo nella fase delle tante vittorie e del gioco tutto fraseggi e invenzioni di qualità (al lordo di qualche leziosismo di troppo che ha impedito di stravincere e chiudere già nel primo tempo partite dominate: la concretezza nel calcio è sempre una virtù). Bellissimo anche nella parte finale, dove le energie non erano più quelle di prima, ma la determinazione e la voglia di vincere tutti insieme per afferrare l’obiettivo tanto sognato, hanno fatto la differenza. Tutti, proprio tutti, anche quelli che hanno giocato meno o quasi mai, hanno contribuito facendo la loro parte nell’ingranaggio di squadra. E, in più, ciascun grifone potrà ricordare almeno una partita, un episodio, un momento in cui è stato decisivo e ha portato un contributo suo personale che è stato determinante per sopravanzare il Frosinone di quel punto che, alla fine, ha permesso al Grifo di partire in vantaggio nella partita finale del 4 maggio al Curi. Solo qualche esempio: il gol di Sprocati ad Ascoli al 95’, che a detta di tutti è stato il momento di svolta fondamentale per la vittoria finale. O il rigore parato da Stillo (a freddo, perché era appena entrato al posto dell’espulso Koprivec) a L’Aquila, quando mancava una manciata di minuti alla fine e si stava sul pari. Ma il capolavoro collettivo è stata la partita col Frosinone. Difficile per tanti motivi, ma affrontata dal primo all’ultimo secondo con il piglio e la lucidità che ci volevano per annullare un avversario che non aveva nulla da perdere. Una battaglia vinta con il cuore e la testa, con il vero spirito da Grifo. Tutti da voti alti, i Grifoni!
Sui meriti da riconoscere ai tifosi, c’è unanimità assoluta. Da Catanzaro a Viareggio, da Lecce a Salerno, i sostenitori del Perugia si sono segnalati per numero, calore e correttezza. C’è stato solo qualche episodio fuori le righe, ma la tifoseria biancorossa e l’ambiente tutto, hanno meritato la promozione fin dalle prime giornate. Adesso, in vista della serie B, dove si ritroveranno squadre con cui ci sono relazioni più consolidate nella storia del Grifo, si può sperare in rapporti migliori e “alleanze” più solide con le altre tifoserie. Il che vorrà dire avere meno partite difficili sul piano ambientale. Concludendo, per l’apporto dato alla vittoria, premio fedeltà a tutti i tifosi, quelli dei gruppi organizzati e anche quelli che non sono affiliati, ma fedelmente erano allo stadio, in casa e in trasferta.
E, infine, un bravo ci sentiamo di dirlo anche all’informazione che ha seguito il Grifo. Tutta, dalla carta stampata, ai siti; dalle radio e tv, alle testate web (e tra queste la nostra, che ha acquistato i diritti ed è stata presente con propri giornalisti e telecamere su tutti i campi, fino all’ultima trasferta a Chiavari). Ciascuna testata nel proprio ruolo, ciascuna con i propri target informativi. Tutte capaci, anche nei momenti difficili della stagione, di esercitare l’irrinunciabile diritto di cronaca e di critica, senza esasperare i toni, come la deontologia giornalistica richiede. Semmai, un appunto ci sentiamo (sommessamente e con bonomia) di avanzarlo verso qualche atteggiamento da primi della classe, tanto isolato quanto fuori luogo. Un briciolo in più di rispetto del ruolo e dei meriti di ciascuno e di solidarietà tra colleghi iscritti allo stesso Albo, non guasterebbe. Forse, dovremmo prendere esempio dallo spirito di squadra dei Grifoni. Però, per professionalità e equilibrio, diciamo bravi a tutti i colleghi che hanno seguito il Perugia. Molti dei quali, detto per inciso, si sono anche prestati con cortese disponibilità, durante la stagione, alle nostre assillanti interviste per la rubrica “Tribuna stampa del Curi”. Anche per questo, cogliamo l’occasione per ringraziarli pubblicamente, promettendo loro che l’anno prossimo torneremo cortesemente a importunarli.
Daniele Orlandi -Agenzia Stampa Italia