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Baldini si presenta e dà subito battaglia: “Voglio portare il Perugia in serie A”

Scritto da il 21/09/2022
La chiamata si è rivelata forse inaspettata, ma non tale da coglierlo di sorpresa. Silvio Baldini, a poco più di ventiquattro ore dal suo arrivo in città, si è già gettato a capofitto in questa nuova avventura. Il sostituto di Castori sente già suo questo ambiente e, con coraggio, ha già espresso quella che è la sua idea: riportare il Perugia nella massima serie dopo oltre diciotto anni, ripetendo in qualche modo l’impresa di Palermo, raggiunta anch’essa da subentrato. La B, soprattutto quella di quest’anno, si sa benissimo che tipo di campionato è, ma le paure vanno riposte nel cassetto. Largo alla passione e al sentimento: è stato questo il tema centrale della presentazione avvenuta questa mattina al Curi.
Alla conferenza stampa ha presenziato anche il presidente Massimiliano Santopadre, tornato a parlare dopo molto tempo:
Dò il mio benvenuto Baldini, un allenatore che ha bisogno di presentazioni. Devo ringraziare Castori perché è doveroso per gli sforzi profusi ma ora si volta pagina. Quando si fanno certe scelte non è piacevole perché c’è un fallimento da parte di un club. Si arriva a questo per motivazioni che il tempo dirà se sarà giusto o sbagliato, tuttavia i dirigenti devono seguire il loro istinto. In ogni società le scelte vanno condivise e poi avallate dal sottoscritto. Abbiamo optato per il mister per un motivo ben chiaro: Silvio ha dimostrato che davanti l’allenatore c’è l’uomo. Poi è stato preso per il suo modo di interpretare il calcio. Avevo bisogno di entusiasmo, di rivivere il vero motivo che mi muove in questa avventura. Nel calcio si vive di sogni e della possibilità di raggiungere certi traguardi. Avevo perso di vista il fatto di fare tutto il possibile per fare diventare questa società tra le prime in Italia. Non faccio nessun appello, ma dico una cosa: le componenti sono tante in un club, ma ci sono anche i tifosi. Ho vissuto in silenzio tanto tempo, ma oggi dico che ci credo tanto, il mio sogno è ancora vivo. Vi chiedo di vivere con l’entusiasmo che nutro ancora. Silvio può essere la persona giusta per questo. Accetto le critiche ma non voglio essere quello che non sono. Dobbiamo essere tutti uniti”.
Presidente, qual è stata la molla scatenante?
Mi ha fatto male la non reazione nel derby. I miei giocatori non possono essere questi

Tra i sogni elencati c’è lo stadio nuovo. Ci sono degli sviluppi?

Ci sarà tempo e modo per parlarne. Quando le cose sono concrete lo saprete da me

La scena poi ovviamente, passa a mister Baldini
in un’intervista lei parla di calcio e Pitagora. Che relazione può esserci?
Molto semplice. Il campo di gioco è un rettangolo, che a sua volta è una figura geometrica. Se non tieni conto delle distanze non puoi sviluppare un’idea di gioco. La matematica è una componente fondamentale.

Come ha trovato le strutture e la squadra e con quale voglia viene a risollevare la squadra?
Le strutture sono ottime. La cosa più bella è il sogno del presidente di portare la squadra in A. Prendo un ingaggio che è la metà rispetto a Palermo, più fortuna di così? Poi ovviamente ognuno ha le nostre competenze, ma ci vuole sinergia. In questo caso ce la possiamo fare. Non dobbiamo farci prendere dalla paura del risultato. Questa è una squadra forte, che deve portare in campo le emozioni. I giocatori come li ho trovati? Normali. Mi sono sentito con Castori, persona che merita rispetto

Come fa a rimanere così giovane? 
Mi sento così nella testa, mi interessa che il cuore batta per qualcosa che amo. Così posso ragionare come un trentenne

Cosa le ha insegnato l’esperienza e come si è riproposto nel calcio?
Il calcio è sempre lo stesso ma i giocatori cambiano. Avevo smesso perché il mio cervello ragiona in un certo modo. Questo è un mondo pieno di ipocrisia, che ti mette in discussione per un risultato, dimenticando ciò che c’è dietro. Poi a Carrara ho dato una mano a degli amici in difficoltà, sfiorando anche la B. E ho capito che ho bisogno di queste emozioni. Non pensare così vuol dire non allenare

Predilige il 4-2-3-1. Come ovvierà a sei attaccanti in rosa?
Un tecnico non ha un modulo. Perché non devo ascoltare il consiglio del direttore, che ha costruito questa squadra?. Difesa a tre o a quattro non cambia nulla. Devi adattarti a ciò che hai
È più facile arrivare ad un obbiettivo bello o ripopolare il Curi?
Se portiamo 30 mila persone allo stadio siamo in serie A. A Palermo quando sono arrivati 40 mila spettatori i giocatori andavano al triplo. Era impossibile perdere

A proposito della sua passione di stare con se stesso, quanto conta l’aspetto mentale nel calcio di oggi?
È difficile dirlo perché la nostra società propone modelli spesso sbagliati. Vogliono spesso calciatori e veline. È normale che i ragazzi rimangano spaesati

Lei dovrà intervenire sulla testa dei giocatori…
Voltiamo pagina e creiamo entusiasmo. La persona più importante è qua accanto a me. Se riesce a trasmettere tutto questo non c’è partita con nessuno. Però è spesso solo, con i suoi problemi. Lo capisco, ma non deve mollare. Così andiamo in serie A.
Enrico Fanelli – TifoGrifo.com
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il 21/09/2022.
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