TifoGrifo.com: Web Radio Tv Perugia, calcio, sport, sito, giornale,news

Approfondimento tecnico a cura di Michele Antognoni

Scritto da il 23/03/2015

Approfondimento_antognoni

‘Ergo: massima concentrazione,  massima attenzione per novantacinque minuti. Se sarà così saranno fiaccole biancorosse, assicurato’.

Cosi avevamo scritto dopo la vittoria sulla Pro Vercelli presentando l’Avellino. E fiaccole biancorosse sono state. E che fiaccole! E’ arrivata la svolta del campionato, quella da Vado al Massimo, vado in Messico, perchè ci han detto che là si che ci si diverte. Eccome se ci si diverte! La’. O meglio, lassù dove l’aria è fina e maggio alle porte.
Il calcio non è un gioco. Non lo è più da immemore tempo. È roba per gente sveglia. E se non sei sveglio, anche se sei più bravo, rimani fregato. È così da una vita e sempre sarà.  Amen. Vuolsi così,  cola’ dove si puote ciò che si vuole, declamava Dante.
 Prendiamo il primo tempo del Partenio: il Grifo a divorarsi 4 palle gol nitide nei primi venti minuti manco fossero torte al testo della Maria, dominio assoluto del campo e della manovra ma senza quella cattiveria in fase di rifinitura e finalizzazione ( che serve per farsi prendere sul serio a tutti i livelli di vita ), che l’Avellino era già passato in vantaggio. Nell’unica azione dei padroni di casa, da calcio d’angolo, con Mantovani rimasto ancora a dare il grasso alle scarpette ed alle proprie giunture arrugginite dalla lunga inattività e Trotta a fargli le scarpe sotto il naso. E ad infilarlo da dietro come un tordo allo spiedo. Grasso che il buon Mantovani stava ripassando poco dopo su scarpette e giunture, quando sempre Trotta ( l’unico insieme a Zito ad avere creato qualche grattacapo) gli era partito in contropiede, gli aveva fatto ciao ciao con la manina e che se non fosse stato per san Koprivec di che cosa ragionevolmente staremmo qui a discettare.
Stare svegli: sempre.
Anche quando ci si intestardisce nell’errore (molto perugino) di credere ciecamente che l’erba del vicino sia sempre più verde della nostra. E via a falciare l’erba buona. Jan Koprivec. E a rintignare in settimana sempre sullo stesso errore. Jan Koprivec. E come abbia risposto Jan e’ sotto gli occhi di tutti. Fatti, non pu…..come dicono in Romagna.
 Come Andrea Camplone. E non parlo di chi esprimeva una critica legittima quando le cose non andavano bene. Parlo di quelli che lo hanno sempre ritenuto inadeguato e sopportato. Quanto li avrei lasciati volentieri questi grandi intenditori di calcio nelle mani di Calori o di quello che ancora aspetta dentro all’autogrill la chiamata presidenziale e vedere l’effetto che fa come avrebbe detto Enzo Jannacci. E la fine che avremmo fatto a questo punto della stagione. O nelle mani dei visi belli televisivi (Marcolin e Panucci) dagli zero punti. O in quelle di Rastelli, magari. Che se è in predicato lui per una panchina di serie A, il nostro Camplone allora che cosa dovrebbe valere, la Champions? Stare a svegli: sempre. Camplone a Rastelli lo ha letteralmente asfaltato. E ancora si starà chiedendo come abbia fatto. A fargli perdere almeno per adesso il treno diretto per la A sul quale sia lui, che tutto il Partenio vestito a festa, che il frettoloso commentatore di Sky (che aveva dato del match winner a Trotta quando ancora mancava un quarto d’ora piu recupero al triplice fischio) credevano di essere saliti al coro di ‘Vengo anch’io’. A rispondergli ‘No, tu no’, ci ha pensato Andrea da Pescara.
Ma perché ? Perchè no, così articolato.  3-5-2  ben coperto, a dispetto delle tante e importanti assenze. 3-5-2, pero’ bello coraggioso e tosto. Che in fase di non possesso non lasciava cioè davanti alla linea della palla nessuno all’infuori delle due punte e nessuno spazio alle spalle dell’anzidetta linea per Castaldo e Trotta. Ripartenze rapide con incursioni di Nicco, finalmente tornato il nostro Nicco, Lanzafame (devastante), Fabinho con Faraoni e Crescenzi a turno a supportare, negli spazi (!) lasciati dall’Avellino che non ti aspetti. Alt: perchè non te lo aspetti? Perchè i Lupi avevano costruito la propria classifica che legittima le ambizioni di promozione diretta su un 3-5-2 solido, granitico, assai poco spettacolare ed assai speculare sul gioco e sugli errori avversari. Ed invece? 4-3-1-2 con la pretesa di costruire gioco senza averne gli interpreti, con Sbaffo in particolare che vagava senza costrutto alla ricerca della posizione e dell’ispirazione, lasciando intendere che il proprio cognome sia il modo con il quale si sia guadagnato sabato pomeriggio lo stipendio. Nomen omen. Risultato? L’Avellino non l’ha vista mai. E solo la dabbenaggine momentanea da ruggine accumulata e smaltita solo nella ripresa di Mantovani su calcio piazzato l’aveva fatta passare in vantaggio. Stare svegli: sempre. Perchè non è possibile che l’Avellino abbia creato pericoli ed occasioni importanti per raddoppiare, oltre che sul contropiede dianzi ricordato, sempre sullo stesso modo di battere ben 5  calci d’angolo (scambio a due e cross sul secondo palo) ed i nostri non siano stati in grado di mettere un uomo ad impedire il primo scambio. Stare svegli: sempre. Sull’altra situazione, invece, nella quale Kone nel contropiede che poteva chiudere la gara ed ogni altro discorso di stagione ha esaltato il nostro Jan, l’assistente che non ha visto un fuorigioco di un metro si sarebbe meritato tutta la gragnuola di gettoni del telefono e di monete da cento e duecento lire che gli sarebbero piovuti ai bei tempi in cui si chiamavano ancora guardalinee i fenomeni come lui, da quella che ai bei tempi si chiamava gradinata.
Ma il Gravattino vero (quello con la g maiuscola) Andrea da Pescara glielo ha fatto coi tre cambi. All’esito dei quali il Grifo aveva due ossessi sulle fasce (Fabinho e Faraoni) e l’accoppiata Falcinelli -Parigini dentro all’area di rigore a fare i movimenti giusti che non ha avuto Ardemagni, con Lanciafiamme sulla trequarti. Come a mettere in pratica quel ‘rischiero” detto in conferenza stampa prima della gara. Che se la testa è quella giusta e le forze sono fresche, ogni fortino per quanto ben munito e difeso (l’eccellente Chiosa su tutti) non è mai inespugnabile.  Diego da Ponte San Giovanni è la classica farfalla in attesa di uscire dal bocciolo. Mi sa tanto che ci siamo: 11 gol in serie B a dieci giornate dalla fine non sono un bottino trascurabile. Vittorio, riavuta la sua occasione dopo tanto ( pausa nella quale avrà avuto occasione insieme alla sanguigna madre di riflettere sulla prudenza da tenere con i post su facebook) è tornato ad essere lo spacca partite imprendibile di inizio stagione.
Tanta roba questa vittoria. Tanta. Perchè vincendo domenica contro il peggior avversario possibile del momento (il Crotone in gran forma che pare aver trovato in Stojan un nuovo fenomeno) e continuando a comportarci da Squadra vera come al Partenio, non è improponibile nemmeno un paragone col Perugia di Castagner e Tovalieri che ci portò all’estasi di Reggio Emilia.
Venghino Siori, venghino. O meglio: Gimo tutti allo stadio, che domenica è bulo per davvero.
Michele Antognoni – TifoGrifo.com
Scritto da
il 23/03/2015.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano.

Multimedia

passionebiancorossa

Tifogrifo - Quotidiano ed Emittente Radio-Televisiva Web - Autorizzazione 33/2002 Registro dei Periodici del Tribunale di Perugia 24/9/2002 - Iscrizione Registro Operatori Comunicazione N° 21374 - Partita IVA: 03125390546 - Iscritta al registro delle imprese di Perugia C.C.I.A.A. Nr. Rea PG 273151 – © Tutti i diritti sono riservati - Studio grafico: EffePi Soluzioni Grafiche - Provider: Aruba Spa