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Approfondimento tecnico a cura di Michele Antognoni

Scritto da il 24/05/2015

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A casa nostra non passerete.

Mettetevelo in testa a Pescara. Verrete su carichi e rinfrancati dopo il successo roboante sul Livorno, ma la musica non cambia.

A casa nostra non passerete.

Per carità, avete preso tre piccioni con una sola fava cacciando Baroni per far posto a Massimo Oddo. Intanto avete eliminato il principale dei problemi che vi affliggeva: Marco Baroni, che vi aveva bello che arrotato il campionato. E Massimo Oddo, che di calcio vero ne ha masticato parecchio e bene, vi ha ridato play off, aggressività e un nuovo modulo, il 4-2-3-1, che con gli inserimenti di Politano e Pasquato sugli esterni offensivi e Bjiarnason dietro a quel fenomeno di Melchiorri ha schiantato il Livorno che aveva a disposizione due risultati su tre.

Embè? A casa nostra non passerete.

Perché il Grifo è più forte. E lo ha ampiamente dimostrato nelle due sfide nella regular season, come ci ha ricordato il sempre ottimo Andrea Tomassini. Al Curi, all’andata, il Perugia è stato letteralmente rapinato al 92’ da Maniero al termine di un contropiede preso da polli, dopo una partita dominata in lungo e in largo. All’Adriatico, appena un paio di settimane fa, addirittura li abbiamo tramortiti in inferiorità numerica, che se quell’idiota di arbitro non avesse incredibilmente espulso Goldaniga per un intervento sul pallone e dopo la remuntada di due reti sotto di un uomo nel giro di dieci minuti, avremmo messo la freccia sinistra e fatto ciao ciao con la manina.

A casa nostra non passerete.

Perché quando il Curi si riempie per i grandi eventi e scatta la scintilla non ce n’è per nessuno. La scintilla: eccome se è scattata. Basta fiutare l’aria non solo a Pian di Massiano, ma nell’intera città ed anche (finalmente!) quasi nell’intera provincia.

C’è tanta voglia di Lei.

E’ palpabile. E quando al Curi scatta la scintilla, riesce a sprigionare un’energia magica, unica, una forza quasi esoterica, capace di spingere letteralmente il pallone dei Grifoni verso la rete avversaria e chiudere a saracinesca la nostra. Ne sa qualcosa il Frosinone l’anno passato, che doveva vincere e non è mai riuscito a tirare in porta.

Ma soprattutto ne sanno qualcosa le Grandi del passato, quando la differenza di cifra tecnica era abissale (e di certo non è il caso di oggi), e comunque ne uscivano puntualmente con le ossa rotte. Chiedere a Trapattoni ed alla sua Juventus dei 9 titolari che dava alla Nazionale: nemmeno con l’Angelo Renato volato in Cielo in mezzo al campo sono riusciti a passare. Chiedere al Milan di Liedholm: che ci ha scippato grazie ai rigori uno scudetto storico e qui non è andato oltre il pari (su rigore). Oppure all’Inter, che con quel maiale di Fedele ha azzoppato Franco Vannini, un altro dei Grifoni che quella Nazionale la meritava e alla grande (e gliel’hanno invece mostrata solo col binocolo) e sopra di due gol si è vista raggiungere al 93’ dal Tigre sotto la Nord che a momenti veniva giù. Non lo chiedete nemmeno a Lazio, Roma, Napoli o Fiorentina: che qui le beccavano sempre e regolarmente. Per via dell’energia magica del Curi che scaturiva dalla scintilla, oltre che della Squadra-Idea messa su da Ilario Castagner che con il suo 4-2-3-1 ha fatto da precursore di come avrebbero poi giocato in tante 25-30 anni più tardi. Per inciso, era un 4-2-3-1 particolare, più un 1-3-2-3-1, perchè Frosio giocava un po staccato ma era il vero regista e palla al piede avanzava oltre la linea dei tre difensori composta da Nappi a destra chiamato soprattutto alla spinta, Della Martira centrale ed Antonio Ceccarini a sinistra che saliva poco, ma dalle sue parti non passava neanche un moscerino andando a raddoppiare su chiunque. Grande Tigre. In mezzo prima Renato e poi Butti sul centro destra, veri motorini (gran corsa, baricentro basso, giocate semplici e rapidi di testa) e Dal Fiume sul centro sinistra a far da filtro. Davanti fiaccole e capolavoro di Ilario. Con Novellino prima e Bagni dopo che partendo da destra erano liberi di far diventare scemi i difensori avversari e sempre ci riuscivano, Casarsa ( e prima di lui Sollier “falso nueve” addirittura 40 anni fa!!) che partiva più avanzato e centrale per arretrare e aprire lo spazio e la giocata per le imbucate di Franco Vannini che partiva da dietro in posizione centrale ed ogni volta che entrava col suo passo finto-lento erano dolori e di Speggiorin (e prima di lui di Scarpa, o Pellizzaro) che partiva da sinistra e si accentrava per fare male.

“Capitto mi hai”, direbbero in Sardegna? Ti rendi conto di cosa stiamo parlando? Vogliamo continuare con la scintilla che scoccava con Galeone ed il suo 4-3-3? O di quella del 3-5-2 di Serse capace di rifilarle a chiunque e di portarci in Europa? E quando la forma non era al top, sovveniva il fattore Curi.

L’energia magica scaturita dalla scintilla. Caro Pescara, te ne accorgerai. Dovrai farcelo per forza un pensierino a tutta questa Storia martedì quando ti affaccerai in campo per il riscaldamento e vedrai quella muraglia biancorossa. Non avrai da fronteggiare solo gli undici di Camplone (e non sarà poco, garantito) ed i 22 mila sugli spalti e tutta questa prestigiosa Storia. Dovrai fare i conti con l’energia del Curi che promana dalla scintilla. E se la prima ti era paruta amara (la remuntada di 15 giorni fa), questa ti parrà amarissima, come avrebbe detto un certo Giovanni Boccaccio.

Poco ci interessa se Camplone opterà per il 3-5-2 o per il 4-3-3 che ha rispolverato con successo contro il Carpi e a Cittadella (che ci ha restituito il Fabinho ed il Parigini che conosciamo ed un signor Provedel): fondamentale sarà aggredire e far girare ogni pallone per andare a segnare noi, non lasciando metri dietro ai nostri difensori per le ripartenze micidiali di Melchiorri, per le incursioni centrali di Bjarnason o per le punizioni di Pasquato. Il Pescara senza Sansovini è tutto qui.

Il Pescara – si dice – sia il peggiore degli avversari che potesse capitare in questo momento. Sarà. Personalmente ritengo che il peggiore degli avversari da affrontare in questo momento per chiunque sia il Perugia. E le nostre avversarie lo sanno molto bene. Certo, un pensierino all’Avellino lo avevamo fatto. O magari a riposarci fino a venerdì, come sarebbe stato sacrosanto se tutte avessero fatto fino in fondo il loro dovere nell’ultima di campionato. Il Frosinone, invece, dopo aver ribadito al Vicenza chi fosse la più forte tra le due gli ha aperto ignobilmente le maglie difensive e qualcos’altro. Lasciamo stare Bari e Lanciano, già in vacanza da una vita. Ma l’Avellino, invece, dopo avere fatto proclami in settimana che voleva il Perugia è andato a perdere a Brescia. Lo ha fatto di proposito per evitare il Grifo o perché gli scadeva il Groupon per tutto il fine settimana a Gardaland e da lì raggiungere La Spezia sarebbe stato più economico che non arrivare sino in Umbria? Propendiamo per la seconda, Con i migliori auguri in ogni caso di un buon ritorno in Irpinia dal Picco firmati Catellani, Nenè, Citum, Brezovec.

C’è poco da dire e meno da fare. Si parte. Ed i fochi hanno sudato di brutto a preparar metalli.

Noi siamo pronti a riprenderci ciò che ci compete.

Forza Grifo! Non ti manca proprio niente per andare a rinverdire quei fasti.

Forza Grifo. Al grido del Presidente scatena l’inferno.

Qui si fa la Storia.

Michele ANTOGNONI – TifoGrifo.com

Scritto da
il 24/05/2015.
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