Anatomia di una squadra, il Perugia, con un girone d’andata sconcertante
Scritto da Redazione il 30/12/2017Anatomia di una squadra, il Perugia, con un girone d’andata sconcertante
di Fortunato Vinci
Non è facile individuare le cause che hanno portato il Perugia ad un girone d’andata sconcertante e deludente. Su 21 partite 6 sole vittorie, 6 pareggi e ben 9 sconfitte e con 24 punti il quattordicesimo posto con Novara e Virtus Entella, a 1 punto dalla zona play out. Guida la classifica il Palermo, lontano, lassù, in vetta, con 39 punti, seguito dal Frosinone con 37. Perché è difficile l’analisi? Perché alcune riflessioni che sto per fare sembrano contraddittorie. La prima è che l’organico che Massimiliano Santopadre e Roberto Goretti hanno messo a disposizione, prima di Federico Giunti e poi di Roberto Breda, è di buon livello e comunque non è assolutamente inferiore a quello delle altre squadre, comprese quelle che veleggiano nella zona di alta classifica. Ha colpito, però, che dopo l’avvio travolgente in quasi tutte le partite successive, gli avversari del Perugia, con qualche eccezione, naturalmente, sul campo si siano sempre mossi seguendo schemi collaudati, alcune compagini addirittura su tracciati simili alle autostrade, noi in strade sempre impervie, di campagna, spesso improvvisando e su sentieri nemmeno tracciati, facendo leva, soprattutto, sulle capacità ed il talento dei singoli. All’insegna dell’improvvisazione. Questo è avvenuto sovente ed è stato accentuato dalle varianti tattiche e dal cambio degli uomini, il tutto non sempre giustificato dagli infortuni e dal ragionevole e fisiologico turnover. Si tratta di un campionato equilibrato, (tra la prima è l’ultima ci sono solo 21 punti di differenza, è il minimo della B a 22 squadre) ancora apertissimo e tutto da giocare dove si può vincere con tutte, ma anche perdere, come abbiamo avuto modo di vedere. E meno male che qualche finale di partita, mentre già scorrevano i titoli di coda, ci è stato favorevole altrimenti avremmo commentato, ora, al giro di boa, un risultato ancora più modesto e deludente. Le cose sarebbero andare diversamente e meglio se ci fosse stato un trequartista di ruolo e di esperienza? Probabilmente sì, ma nel calcio è tutto opinabile e a posteriore si può dire di tutto. Certamente l’assenza per infortunio di Filippo Falco ha privato la squadra dell’unico giocatore capace di verticalizzare il gioco senza costringere tutti i centrocampisti a muoversi contemporaneamente in avanti per impostare le azioni offensive, offendo così il fianco alle ripartenze velenose e spesso fatali degli avversari (le ultime, con l’Empoli) con la conseguente eccessiva sofferenza della difesa che non a caso ha subito 36 reti, una delle peggiori. Tante, troppe per una squadra comunque di buon livello. In questo modo è venuto a mancare anche un giusto equilibrio tattico, nonostante le molte reti segnate, rappresentato dal rapporto tra i gol fatti e quelli subiti. Palermo + 13, Frosinone + 10, Empoli + 10, Perugia -1. Se a questo si aggiunge che qualche giocatore, pure bravo ed esperto, ha avuto un rendimento molto al di sotto delle sue possibilità, come Rosati e Zanon, ci si rende conto delle conseguenze e della situazione che si è venuta a creare. Viene fuori un quadro che, ora, ha bisogno di qualche ritocco, perché, nonostante tutto, non è affatto da buttare. Sono perfettamente convinto che basterebbe qualche acquisto, ma di qualità, al mercato di questi giorni, perché il Perugia possa tornare protagonista, come aveva fatto immaginare, e sognare, all’inizio del campionato.
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia