Alla scoperta di Vivarini candidato alla panchina del Grifo
Scritto da Raffaele Garinella il 06/06/2017Alla scoperta di Vivarini candidato alla panchina del Grifo: lui e il biancorosso, connubio vincente. Le tappe più importanti della carriera.
Cose di calcio: la stagione 2014/15 per i tifosi biancorossi del Teramo sarà ricordata come la più bella, ma anche come la più dannata della storia sportiva di quel club. La promozione in serie B, conquistata sul campo dopo un calcio concreto e spumeggiante, fu revocata dalla corte d’appello federale della FIGC, che ravvisò una responsabilità diretta del presidente degli abruzzesi Luciano Campitelli nel concordare la vittoria contro il Savona alla penultima giornata di campionato. Era il Teramo di Lapadula e Donnarumma, – oggi al Milan e alla Salernitana-, attaccanti efficaci come pochi, ma soprattutto, era il Teramo di Vivarini. Chiusa la parentesi abruzzese, al tecnico è toccato in dote il Latina, squadra retrocessa soprattutto per via dei tanti problemi societari che, di fatto, hanno condotto il club pontino a scomparire dal professionismo. La squadra, in condizioni psicologiche normali, avrebbe potuto centrare la salvezza perché aveva una rosa di tutto rispetto. Sarebbe stato difficile per chiunque fare di più. Vivarini, come tutti o quasi gli allenatori, è arrivato a guadagnarsi un posto al sole dopo una gavetta lunga ed esaltante: vice di Giovanni Galeone per 204 partite, di Ilario Castagner per 5 partite, di Carlo Mazzone per 12 partite, di Adriano Buffoni per 16 partite e di Maurizio Sarri per 43 partite, solo per citare gli allenatori con trascorsi a Perugia. Il 3-4-3 è il suo modulo prediletto, ma capace, a gara in corso, di trasformarsi nel 4-3-3 sempre apprezzato dai tifosi del grifo. Gli uomini per ripartire con questo modulo ci sono. Le conferme di Volta, Belmonte, Monaco, Gnahorè, Brighi, Terrani, Mustacchio, e Di Carmine, i rientri alla base di Drolè, Rizzo e Buonaiuto, rappresentano una base solida da cui ripartire. In caso di cessioni eccellenti,- leggasi Di Chiara e Monaco- la società potrà correre ai ripari. Come in passato il Perugia non punterà sul “nome” o sulla “figurina”, ma sulla voglia e sulla fame dei calciatori di considerare Perugia non un punto di partenza bensì un punto di arrivo. Uno di questi potrebbe essere Brignoli, che ha più volte dichiarato di preferire la B con la maglia del Perugia alla A come uomo panchina. Nessuno pensa sia più possibile ripartite da Bucchi, che, secondo i rumors provenienti dagli ambienti del calciomercato, avrebbe in agenda più incontri di un manager della city di Londra. Non si contano più le squadre che lo hanno (o avrebbero) cercato: Sassuolo, Bari, senza dimenticare le new-entry Frosinone, Empoli e Palermo. Ma se Bucchi,- uscito rafforzato dall’esperienza perugina-, è oramai il passato, a Vivarini si sono spalancate le porte del presente. Il condizionale è d’obbligo sebbene i protagonisti, ancorché molto silenziosi dopo gli spareggi promozione perduti, sanno bene che si è GIUNTI alla stretta finale. Anche se c’è chi fa sapere dalle parti di Citta di Castello che i giochi sono tuttora aperti.
Raffaele Garinella – TifoGrifo.com