Ad Ascoli il destino ha indossato la maglia numero 18.
Scritto da Daniele Orlandi il 30/03/2014Sembrava come con L’Aquila o col Benevento. Predominio di gioco, occasioni anche importanti, le più ghiotte sui piedi di Nicco ci si perdoni il gioco di parole) ma la palla non ne voleva sapere di entrare. E intanto, il Frosinone stentava con la Salernitana, andata avanti due volte in Ciociaria. Poi, al 93′, in contemporanea con il 2-2 del Frosinone, un calcio di punizione da metà campo battuto da dirittura da Koprivec, l’ultima palla lunga della disperazione, un rimbalzo, il tocco di testa di Mazzeo, il colpo piazzato con freddezza da Sprocati, entrato da poco, e il visibilio dei 600 tifosi perugini assiepati in curva nord. Uno a zero, torna la vittoria esterna che mancava da Lecce, il Grifo recupera due punti pesantissimi al Frosinone e si rilancia per il finale di campionato. Come aveva detto in settimana Camplone, il tunnel è alle spalle. Il Perugia ad Ascoli ha lottato, prima in dieci contro undici per due terzi del primo tempo e, poi, in nove contro dieci nell’ultimo quarto d’ora, recupero compreso. Si è rivista la voglia di costruire, l’applicazione nel cercare la manovra, una certa lucidità, almeno fino all’area avversaria. Poi, negli ultimi venti metri è mancata la determinazione giusta, ma il Grifo oggi c’era di testa e di gambe e l’Ascoli ha potuto impensierirlo solo quando era in superiorità numerica per l’espulsione di Massoni, avvenuta dopo solo un quarto d’ora di gioco. Un’espulsione ingenua, perché il centrale perugino, scavalcato da un lancio non irresistibile da metà campo e bruciato dalla velocità di Cipriani, ha tenuto per il braccio il centravanti marchigiano. Poi, a inizio ripresa, il rosso per l’ascolano Di Gennaro ha rimesso le cose in parità e per una ventina di minuti il Perugia ha cercato e sfiorato il gol con continuità e intensità che a tratti sembravano quelle dei tempi migliori. Mazzeo e Eusepi, vicini nella nuova disposizione tattica, hanno permesso ai grifoni parecchie volte, con i loro tocchi e i movimenti senza palla, di portarsi alla conclusione. Comotto di testa e le due occasioni di Nicco, insieme ad un costante possesso palla, sembravano avvisaglie di una imminente caduta del fortino ascolano. Ma il passare inutilmente dei minuti, sembrava negare anche oggi al Perugia gol e vittoria esterna. Sembrava. Però, il destino oggi ha deciso di indossare la maglietta numero 18 di Sprocati e di regalare al Grifo e ai suoi tifosi un finale di campionato più promettente di quello che si pensava all’inizio dell’incontro. Per chi crede nei segni, non è un caso che una vittoria meritata sia giunta a pochi secondi dalla fine, all’ultimo assalto. Camplone ha già detto che questa vittoria va dimenticata subito, per non perdere la concentrazione faticosamente riconquistata. Giusto. Ma i tifosi, che non devono andare in campo, stasera colorano l’Appennino di bianco e rosso e sono tornati a sognare con convinzione. Considerato le preoccupazioni degli ultimi tempi, non è affatto poco. Avanti tutta!
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia