Abbasso la prefica e viva … l’Perugia
Scritto da Federico Basigli il 20/08/2014
Ripercorro a ritroso il cammino del Grifo. Moscati e la vittoria sul Frosinone, nella fantastica giornata del 4 maggio. Moscati e Mazzeo a Salerno, Mazzeo contro il Pontedera, ancora Fabio e Scognamiglio nella vittoria contro il Viareggio. La rete decisiva di Sprocati ad Ascoli, che se serve un’immagine del campionato, quella decisiva è proprio quella là. La doppietta di Mazzeo contro la Paganese del portiere Marruocco, vestito di giallo e canarino oversize. Ed ancora. Il rigore parato da Stillo, nello 0-0 de L’Aquila, la doppietta di Eusepi col Barletta, il solo gol di Mazzeo nelle 4 partite in cui il Grifo subì una flessione, Eusepi- Moscati- Scognamiglio- Sprocati nell’apoteosi di Lecce, Massoni- Scogna e Henty nella vittoria in rimonta col Grosseto. Doppio Eusepi, Moscati, Mazzeo e Nicco nella cinquina di Gubbio.
Nicco. Il primo Grifone confermato (considerando Fabio Mazzeo in partenza) tra tutti quelli che ho nominato finora.
Quando andò via Rapajc mi sentii come se mi avessero asportato qualcosa dal corpo. Avevo tipo vent’anni e Milan era l’alfa e l’omega della fascia sinistra, il fosforo e il genio. Il Grifo andò avanti, e poco dopo sulla sinistra ci giocò pure un ragazzo giunto da Chieti, trequartista, che si mise a fare il terzino. Fabio Grosso era uno sconosciuto, ed è arrivato a vincere il Mondiale da protagonista. Marco Negri se ne andò per iniziare a stabilire primati in Scozia, eppure con Guidoni (e Tovalieri, ok) si risalì subito in Serie A. Diceva Freccia, nel film di Ligabue: “Credo che un’Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa”: ok, non conosceva ancora Thohir, ma il senso regge. Tanto per citare ancora l’Inter (scusate se parlo di squadre minori), non è più tempo di squadre imparate come poesie, di Sarti, Burgnich, Facchetti…
Ogni giorno che passa capisco che “conta solo la maglia” e chi fa il progetto. I giocatori sono un tramite (erogatori di servizi, li potrebbero chiamare oggi) per raggiungere gli obiettivi. E se arrivi a quegli obiettivi, poi, ne guadagnano tutti, e così è stato lo scorso anno.
Non appartengo, quindi, al coro delle prefiche (nella foto sopra), che girano intorno a qualche giocatore chiedendosi pensierosi “e come faremo senza di te”. Gratitudine eterna ai ragazzi che l’anno scorso ci hanno portato in Serie B, scrivendo una pagina di storia, ma cambiare è lecito, specie quando si devono affrontare sfide sempre più alte. Nessuno porterà via il pallone, ed io quando domenica alle 20.00 sono entrato al Curi ero già pronto, anche se Feralpisalò sembra il nome di un prosciutto, più che di una squadra.
Ed a proposito di Feralpisalò, nome doppio impressioni doppie sul Grifo: luci ed ombre per ognuno dei protagonisti, tenendo conto che era la prima gara ed alla preparazione ognuno reagisce in maniera diversa.
Koprivec coi piedi è sempre lo stesso e dà tanta sicurezza quanto una ninfomane nell’esserti fedele. Alla fine del primo tempo si fa transitare davanti una palla nell’area piccola che grida vendetta. Ma la parata che sfoggia all’alba del secondo tempo è stata fantasmagorica. Speriamo che torni il portiere del primo anno a Perugia, dato che l’anno scorso il suo rendimento è stato inferiore. Con Provedel si profila comunque un bel duello per la porta del Grifo.
Goldaniga sembra già ben inserito. Attento e puntuale, si becca già i primi sacramenti di Comotto, segno che ci sono ancora meccanismi da affinare, ma le sue doti sono evidenti, per fortuna. Rossi ha giocato una discreta partita: mi è sembrato però un po’ meno brillante del compagno di reparto ma dal test di domenica non è facile giudicare un difensore. Capitan Comotto ha iniziato centrale, il ruolo che in teoria dovrebbe essere di Giacomazzi. Prendendo per buono il 3-5-2 attuale, e senza dimenticare le gioie che il 4-3-3 ci ha regalato (e potrà tornare a regalarci), quando inizierà a giocare l’uruguagio credo che il ruolo di centrale della difesa a tre potrà essere suo, con Comotto ed uno tra Goldaniga e Rossi a fianco. Giacomazzi potrà quindi fare l’ultimo difensore ed il primo regista, un ruolo importante e compatibile con l’anagrafe dell’ex Lecce e Siena.
Regista, già, Taddei: l’esperimento dell’ex giallorosso non mi ha convinto. È vero che il Perugia abbonda in mezzali (Verre, Nicco, forse Fossati, forse Fazzi), ma Rodrigo regista puro non mi è piaciuto e stento a vederlo. Con Filipe dato per possibile partente (spero di no), a mio avviso la lacuna maggiore del Perugia sarebbe proprio là, a meno che non si voglia giocare con un centrocampo più mobile, affidando, ad esempio, a Fossati e Taddei assieme le chiavi del centrocampo del Grifo. Del pacchetto dei centrocampisti, infatti, è il giovane di scuola Milan il giocatore che potrebbe essere il prospetto più vicino a quello del direttore d’orchestra. Vedremo.
Sulle fasce Crescenzi è una certezza, anche se un paio di cross mi hanno ricordato i traversoni provati dal croato Erceg (all’esordio, alla prima palla toccata vicino alla nord, lato tribuna, ne provò uno che finì nel parcheggio di Pian di Massiano: umilmente chiese scusa alla curva). Lo Porto è giovane e non ancora proponibile come titolare, ma si vede che a livello offensivo ci sa fare: un cross di esterno come quello di domenica qualche terzino non lo fa in tutta la carriera. Lavorare, su fiato, personalità e fase difensiva, ed il futuro potrebbe presto sorridergli.
Capitolo interni: Verre a mio avviso è un giocatore completo: interdizione, passaggi, corsa e tiro. L’anno scorso a Palermo ha giocato una ventina di volte in un reparto con Bolzoni e Barreto, quest’anno dovrà fare il salto di qualità, e se ciò accadrà (come penso) sarà davvero interessante, per lui e per il Grifo. Fazzi non ha giocato male, ma rischia di trovarsi (e, come lui, Parigini: pochi minuti in campo ed un assist vincente) nell’equivoco dell’ala nel 3-5-2, ed a quel punto bisogna vedere se è portato per fare tutta la fascia o per fare la seconda punta o la mezzala, sapendo che quello, col recupero di Nicco e l’innesto di Fossati (e Flores?) è a mio avviso il reparto più coperto. A vederlo muoversi Fazzi ricorda un po’ Sprocati: speriamo sia decisivo come il mattatore della vittoria di Ascoli.
Attacco: nemmeno a dirlo, è il reparto che lascia più dubbi. Falcinelli si muove, corre, lotta ed alla fine ha trovato anche il gol. Prima punta, seconda punta, esterno nel 4-3-3? Boh, l’importante è che oltre all’impegno che ci mette sempre trovi anche il giusto feeling con la rete avversaria. L’investimento del Perugia nel ragazzo è alto, e per l’attaccante è l’occasione per il salto di qualità. Rabusic è un… Rebus(ic)! Si è mosso decentemente, ma certo è ancora estraneo a certe dinamiche di gioco. Sarà lui il bomber che il Grifo attendeva?
Siccome il mercato non è ancora concluso, però, e dato che lo stesso Goretti ha annunciato che si sta ancora cercando una punta (che sappia eventualmente disimpegnarsi come esterno) chi sono io per non dire quale, secondo me, può essere un attaccante che faccia al caso del Grifo? Al netto degli inavvicinabili (nell’ordine di mio gradimento, da Pavoletti a Belotti, da Babacar a Bernardeschi, da Pozzi a Siligardi, da Borriello a Pablo Gonzalez) e dei già accasati (Jonathas, Galabinov, Ardemagni, l’Antenucci volato a Leeds ed il mio pallino Dionisi, finito a Frosinone), nomi spendibili di punta- esterno di attacco potrebbero essere l’ex Cellini, Caetano Calil (più esterno- trequartista), quel Mitrovic che ha rescisso col Brescia. Un giocatore che potrebbe fare bene potrebbe essere Ribas del Genoa, classe 1988, ex giovanili interiste, sconosciuto a molti ma seguito qualche anno fa da mezza Europa (non so a che livello di ingaggio si sia poi attestato) quando fu capocannoniere in Serie B francese, ma se pienamente recuperato dall’infortunio che lo ha bloccato nell’ultima stagione il nome sui cui punterei oggi è forse quello di Daniele Corvia.
Tanto poi chiunque giochi noi ci saremo.
Buon campionato a tutti (ma prima lo Spezia, sabato!).
Federico Basigli