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Cz amari

Scritto da il 04/03/2014

BisbylandiaSembra di ripercorrere un po’ le atmosfere già vissute dopo la sconfitta interna col Pisa, qualche mese fa: la squadra non ha i ritmi giusti, non ha le distanze adeguate tra i reparti, manca il gioco corale, le sovrapposizioni. Lì però la crisi era indotta principalmente da partite perse male (eccetto quella coi nerazzurri toscani) ma non per colpe proprie, mentre oggi ci troviamo a commentare una partita assolutamente vuota, persa quasi senza lottare: è questo, davvero, il classico passaggio a vuoto. Detto ciò, dopo quella sconfitta interna con il Pisa dissi che nulla era perduto, e così la penso oggi. Cosa successe, infatti, dopo la debacle contro i toscani? Vittorie in serie e primo posto in classifica. Esiste la possibilità che ciò possa ripetersi? Si, esiste, e se il Grifo riparte coi modi e coi ritmi che ha dimostrato di poter tenere fino a poco tempo fa il primo posto è ancora possibile. Senza dubbio. Perché il Frosinone ha 5 punti di vantaggio ma deve ancora riposare e venire al Curi. Perché il Lecce ci ha appaiato ma col Grifo ha perso due volte e deve ancora anch’esso scontare il turno di riposo.

C’è da essere quindi ottimisti? Realisti. C’è da essere incazzati? Sì, la sconfitta di Catanzaro è stata davvero brutta, ma è necessario mostrare quella rabbia positiva che ti fa rimbalzare quando vai giù e risalire di forza, non quella che se vinci sei un campione e se perdi… beh, lo sapete, no? Troppo facile, così.

Serve una società che indichi una strada, ed oggi Santopadre l’ha fatto, uno staff tecnico che lavori coi giocatori secondo le proprie conoscenze e le proprie convinzioni, dei giocatori che si aiutino tra di loro e che siano gruppo come lo sono stati fino a poco tempo fa. Successe così dopo Sorrento, successe dopo Pisa. Serve invertire subito il trend ed il calendario, finalmente, viene anche incontro al Grifo. Se ciò accadrà il campionato si deciderà all’ultima giornata: calma e gesso, quindi.

Le ultime 4 partite sono state tremende: le due in casa contro Prato e Benevento accettabili, le ultime due trasferte, invece, deleterie. Peccato perché fuori casa il Grifo, per caratteristiche tecniche, ha le qualità per affermarsi in ogni campo e né il Pisa quindici giorni fa né il Catanzaro domenica hanno fatto più del minimo sindacale per affermarsi. Il Perugia ha giocato davvero male, vuoto più di testa che di gambe, in attesa della palla, specie con ali e mezzali, senza mai dettare il movimento. I terzini spingono poco, ma Comotto è irrinunciabile: l’equilibrio si potrebbe trovare a mio avviso riportando “contromano” l’ex torinista e rimettendo Conti sull’out destro con il sacrificio di Sini, per avere un po’ di spinta in più a sostegno di Moscati e più vivacità nello sviluppo della manovra. Rimetterei nell’11 iniziale anche Sprocati: la squadra ha bisogno, ora, di corsa e gamba, caratteristiche che non difettano al ragazzo. Lui da una parte e Binho dall’altra penso darebbero più equilibrio alla squadra, almeno in questo momento di difficoltà.

Il Grifo nasce femmina, l’ho sempre detto: squadra bella, che si pavoneggia, ma se si ferma è poca cosa: sono i meccanismi corali e la velocità di esecuzione che hanno portato avanti il Perugia di Camplone, che lo hanno reso bello: rinunciare a questa caratteristica vuol dire consegnarsi all’avversario. Se poi gli si regala anche il vantaggio, rimontare diventa impossibile.

Se non sbaglio proprio dopo la sconfitta dell’andata contro il Pisa scrissi estremizzando che il problema non era il troppo 4-3-3 ma il poco 4-3-3, nel senso che se ti metti in campo come giocassi al biliardino, senza muoverti, non vai avanti nemmeno col famoso 5-5-5 di Canà (modulo bizona). Credo sia un ragionamento ancora attuale: serve creare superiorità numerica, a questo gioco, e se lo schema è passarla ad uno spalle alla porta e costantemente raddoppiato puoi segnare solo per un episodio.
A Catanzaro, invece, l’episodio ci ha ahimè condannato, perché il gol dei calabresi va ascritto alla fedina penale di Koprivec, e se è vero che il Perugia, in fondo, avrebbe anche fatto qualcosa più dei giallorossi (i primi minuti di gioco in Calabria, ad esempio, non erano stati malvagi), è però vero che è la prestazione globale è stata troppo spenta per legittimare rimpianti.

Arriviamo a quagliare, dai.
Con il Grifo che non sa più vincere, Frosinone e Lecce ne hanno approfittato per prendersi tutti i vantaggi che potevano. Ciociari a +5 e salentini a braccetto coi Grifoni quando dopo il blitz a Lecce il Perugia aveva un vantaggio impressionante sui giallorossi. La conclusione del pezzo, però, riprende l’inizio: i jolly che il Grifo aveva messo da parte sono finiti, ma i biancorossi hanno ancora in mano tutte le carte necessarie per giocarsi la volata finale.
Ci sono squadre che hanno speso quanto e più del Perugia per piazzarsi a malapena dentro i playoff più allargati della storia del calcio. Il Grifo ha una difficoltà momentanea, è vero, ma ancora la possibilità di vincere questo fottuto campionato di Serie C.
O vogliamo travestirci tutti, in questo martedì grasso, da Tafazzi e martellarci le balle???

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No, eh…

Sipario!

 

Federico Basigli

Scritto da
il 04/03/2014.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano.

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