Ogni maledetta domenica (o venerdì)
Scritto da Redazione il 25/02/2014No, dico, lo devo ancora ripetere che questo campionato sarà un massacro fino alla fine? No, lo devo ancora dire che il torneo finirà per vincerlo chi avrà i nervi più saldi e saprà limitare i danni quando le cose andranno male? Ok, l’ho ridetto.
Questa fottuta Serie C non era vinta dopo Lecce, nonostante i festeggiamenti, e non è stata persa dopo lo 0-0 col Benevento, nonostante le facce da funerale. Anzi.
Venerdì sera sembrava quasi impossibile scampare al derby con il Castel Rigone il prossimo anno. Sabato sera già qualche incertezza maggiore: il Castel Rigone aveva perso, ma non era quello, chiaramente, il risultato su cui si sarebbe tarata o meno la bontà del punto conquistato dal Grifo venerdì. Domenica, infine, ecco la sorpresa: il Frosinone in 11 contro 10 viene rimontato e battuto dal Pontedera.
Già: sorpresa? Fino ad un certo punto.
Ho aspettato domenica per scrivere l’articolo proprio perché ogni squadra gioca in un campionato e se è vero che, nonostante il detto, mal comune non è mezzo gaudio è anche vero che passaggi a vuoto ne hanno tutti, e bisogna anche saper approfittare di quelli degli altri, massimizzare la raccolta punti proprio quando le energie scarseggiano. E pesare i risultati: dei punti persi tra Prato, Pisa e Benevento il mio vero rimpianto sono quelli lasciati alle bestie nere(azzurre) pisane, perché col Prato il Grifo ha fatto il massimo, e se la palla non entra non entra, col Benevento i biancorossi hanno giocato contro una signora squadra mentre col Pisa il Perugia ha giocato in maniera apprezzabile solo la seconda metà del primo tempo, e nonostante tutto un pareggio ci stava. Quelli, ahimè, son davvero punti persi, perché, ripeto, gare come quelle contro Prato e Benevento sono partite che nell’arco di un campionato ci stanno: o davvero si pensava di chiudere il torneo a 80 punti?
Il Frosinone, come il Grifo, sconta un periodo di scarsa brillantezza che la caratura degli avversari, inferiore a quelli toccati al Perugia, ed una maggior cinismo hanno nascosto in queste ultime settimane. Da qui il sorpasso al Grifo, agevolato dalla vittoria a tavolino contro la Nocerina e dal discusso successo al novantesimo contro la Paganese. Quando finalmente l’asticella del livello dell’avversario si è alzata, quando i gialloblu hanno incontrato, cioè, una squadra che lotta per un obiettivo vero, quello di entrare ai play off, il Frosinone è caduto. Ed ora che il calendario non sarà tanto tenero coi ciociari, ed ora che i tarli del nervosismo e delle occasioni perse tornano- e più insistentemente- ad infilarsi nel cervello di Zappino (non a caso espulso, domenica, a gara finita) e compagni, vediamo come va a finire.
In tutto ciò l’effetto negativo di questo weekend è stato il rientro del Lecce sulle battistrada. I salentini, raccogliendo gli errori del duo di testa, hanno recuperato buona parte del distacco accumulato, anche se rimangono dietro di non so quanto. La classifica dice 3, il turno di riposo ancora da scontare direbbe 6 (ma per essere così il Perugia deve vincere, quando il Lecce riposa), il fatto di dover ancora usufruire del “bonus Nocerina” riporterebbe a 3 il distacco (ma il Perugia può anch’esso vincere, quando il Lecce riscatterà comodamente il suo bonus) ma lo scontro diretto potrebbe estenderlo a 4, sempre che l’arrivo non sia a 3 squadre, e lì bisognerebbe rimettersi giù a fare altri conti. Ci vuole una laurea in matematica per capire ‘sto campionato, partorito da qualche campione olimpico di autoerotismo mentale.
Il Perugia, peraltro, soffre in questo momento di una condizione atletica non al top, questo è vero, però assolutamente non mi sembra sulle gambe come accadde alla fine dello scorso campionato.
La difesa, ad esempio, si è mossa bene (menzione per Scognamiglio, che ha sbrogliato le 2-3 situazioni più ostiche), Mazzeo ha fatto bene il suo compito (ala non è, ma il suo accentrarsi può essere altrettanto produttivo a patto che si integri nel contesto di gioco) e Binho mi pare in ripresa. Il problema è a centrocampo? Mentre Moscati non mi è dispiaciuto, Nicco mi è sembrato piuttosto sottotono ed altrettanto Filipe, anche se per il brasiliano vale il discorso che il regista in un centrocampo a 3 è un ruolo particolare: se non gira la squadra il giocatore che ne risente maggiormente è proprio lui. Se Nicco e Filipe non giocano bene il Perugia si incaglia, è pressoché matematico, e se vedete le partite non vinte dal Grifo ne avrete la controprova.
Manca ancora, questo sì, un po’ di movimento senza palla, ma ciò è anche dovuto, oltre alla forma non al top, anche alla diversa impostazione del Grifo rispetto all’anno scorso, specie nei due terzini. Comotto e Sini hanno caratteristiche antitetiche a Cangi e Liviero, come diverso è Mazzeo da Politano, anche se nel finale dello scorso campionato il talentino della Roma era già assente non giustificato.
A mio avviso la chiave di volta del gioco può essere l’impiego di Conti. Il ragazzino va in difficoltà quando compie un errore, è vero, e la partita col Grosseto lo testimonia, ma è anche l’unico terzino, in attesa di Franco, che sappia creare quelle sovrapposizioni che agevolano il gioco e gli inserimenti senza palla. Il terzino che sale allarga il campo ed agevola le percussioni dei centrocampisti e delle ali. Nelle partite da vincere, che per una squadra che vuole arrivare prima sono la maggioranza, l’impiego di due terzini più marcatori che di spinta rischia di essere penalizzante. L’equilibrio trovato precedentemente con un terzino più d’attacco (Conti) ed uno più difensivo (Comotto) penso sia quello che permette al Grifo di esprimersi al meglio, attaccando con più mobilità senza pagare troppo dazio nello scoprirsi.
Mi aspetto questo atteggiamento, a Catanzaro, perché se il Grifo impone il proprio gioco non ce n’è per nessuno.
Ricordando che serve equilibrio e nervi saldi, perché ci aspettano (beccatevi questa banalità) nove finali.
Salirò.
Sipario.
Federico Basigli