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Lecce-Perugia 3-4. Perugia bello, sprecone e geniale per la gioia dei tifosi.

Scritto da il 02/02/2014

LeccePg(ASI) L’opulenza, la genialità, lo spreco e la generosità.  Il Perugia è ricco e lo sa. E così si concede lussi incredibili, raffinate emozioni, costose spericolatezze. Ama la vita bella e le cose di qualità. Non bada a spese, non ama amministrare il centesimo e tenere contabilità da ragioniere. È nato per creare genialmente e godersi la vita ed è generoso al punto che anche con gli altri ricchi non è aduso a battaglie all’ultimo sangue per accaparrarsi soldi e affari. Così a Lecce va sopra di due gol. Domina e annichilisce i pugliesi per tutto il primo tempo. Poi l’arbitro si inventa il rigore a tre minuti dal riposo (dopo aver anche ignorato un fallo su Fabinho) e riapre una partita fino a quel momento senza storia. Il secondo tempo inizia con l’ingresso di Barraco e Beretta che dopo una manciata di secondi confezionano il pari. Sembra crollare il mondo. Il ricco Perugia sembra mollare, come se non sapesse combattere le battaglie agonistiche. Scognamiglio però, ultimamente ci ha preso gusto e segna il 3/2 su corner: ora ti aspetti che il Grifo ribalti psicologicamente la partita. Invece, continua a specchiarsi, non sa ripartire e ragionare con lucidità. Ma almeno adesso sa soffrire e alza le barricate: anche i ricchi non tollerano oltre un certo limite di farsi borseggiare il bottino meritatamente conquistato. Soffre, il Grifone, e quando entra Sprocati per Mazzeo le forze fresche fanno alzare il baricentro. Adesso il Perugia riesce a ripartire, sbaglia con Nicco un gol già fato, ma poi ci pensa Sprocati a fare il 4/2 in un contropiede con quattro uomini in biancorosso e un solo leccese davanti a Perucchini. Finita? No, manco per sogno. Riemerge lo spirito liberale dei giovani ricchi che non amano gestire le situazioni che hanno creato con tanta bravura. Il Lecce fa 3-4  quando mancano  tre minuti più quattro di recupero. Inizia un’altra partita nella partita. Il Lecce si riversa disperatamente in avanti e il Perugia va inopinatamente in affanno. Camplone dirà sicuramente qualcosa ai suoi. Li vuol plasmare più cinici e proletari per il finale di campionato. E se questo Perugia imparerà anche a gestire le partite e i risultati, dopo il Lecce anche il Frosinone dovrà puntare ai play off.

Fuor di metafora, e perché nessuno capisca male: le nostre non sono critiche (in giornate come queste sarebbero fuori luogo) ma solo raccondazioni a tutela delle coronarie dei tifosi. sia chiaro: il Perugia, pause mentali a parte, ha incantato. Fabinho è di altro pianeta, e tutti gli altri hanno dato oggi un contributo sopra la media. Il Lecce grandi firme non avrebbe meritato il pari, perché sul piano del gioco il Perugia è stato superiore, al punto da giustificare il divario in classifica rispetto ai pugliesi.  Il regalo ai tifosi, in primis a quelli che, fra andata e ritorno, han fatto mille settecento chilometri, è stato stupendo e sontuoso. Da veri ricchi geniali, raffinati spendaccioni e generosi.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 02/02/2014.
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