Lucchese-Perugia 2-1. Grifo, uno scempio senza fine, squadra allo sbando.
Scritto da Redazione il 18/02/2025Un baratro senza fondo, una squadra senza capo né coda. Anche a Lucca il Grifo riesce a dare il peggio che si potesse immaginare, nonostante fosse andato in vantaggio dopo tre minuti con Matos. La formazione iniziale, voluta da Zauli a propensione offensiva, ha funzionato per dieci minuti. Poi, si è spenta la luce di una squadra che non ha fari, non ha personalità, non ha nessuno capace di prenderla per mano e dettare i comportamenti nelle diverse fasi della gara. Zauli ha riportato indietro Cisco, la squadra si è rattrappita senza nerbo negli ultimi venti metri, tutta la linea mediana è scomparsa indecorosamente. Così, la Lucchese ha preso coraggio e, a quel punto, Zauli non ha saputo trovare nessuna contromossa tattica. I toscani hanno costantemente tenuto il pallino e hanno rovesciato il risultato senza che i grifoni avessero una reazione degna di questo nome da nessun punto di vista. Un encefalo piatto disarmante, un’insicurezza nervosa, prima che tecnica, irritante. Con Zauli capace di fare molti sbagli, dal canto suo. Per esempio, a inizio ripresa, il novellino Plaia, appena entrato, viene schierato a centro difesa contro Magnaghi, il più esperto dei toscani, che infatti poco dopo pareggia. Allora, Zauli lo mette sull’esterno, a fronteggiare Saporiti, che più tardi farà il 2-1. In tutto questo, i grifoni assistono come spettatori impotenti e irritanti all’evoluzione di un match che non merita di essere raccontato per quanto è stato misero, da ogni punto di vista, tecnico, tattico e caratteriale, per il Perugia, squadra morta affogata nella sua stessa confusione. Adesso la situazione è a dir poco drammatica, in classifica come nella testa dei giocatori. Servono nervi saldi e decisioni rapide da parte della società. Zauli ha le sue colpe, anzitutto di essere inadatto ad una squadra professionistica moscia, leggera in ogni parte del campo, in balia di qualsiasi avversario che tiri fuori muscoli, capacità e agonismo. Ma anche i giocatori vanno richiamati ad un brusco risveglio. Sono e resteranno di valore non eccelso, male assortiti, caratterialmente fragili come soprammobili di vetro, incapaci di una reazione da uomini, prima che da giocatori; ma, almeno, provino a salvare la loro dignità professionale.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia