Pineto-Perugia 3-1. Grifoni, a Pineto presi a pallonate come scapoli e ammogliati.
Scritto da Redazione il 16/11/2024Il punto più basso della storia del Perugia calcio. Più basso ancora dei due fallimenti, perché qui non pare esserci nessuno capace di indicare una via d’uscita, né tecnica, né societaria. E quello che di pietoso si è visto in campo, ricalca tragicamente altre prestazioni sconcertanti dei grifoni in questa stagione. Fragilità difensiva da “oggi le comiche” (l’attenuante delle assenze non basta a giustificarla nemmeno in piccola parte). Lentezza e arruffatezza a metà campo. Inconcludenza davanti. Tutti imprecisi, tutti incapaci di fare due passaggi di fila, sempre secondi sulle palle vaganti. Tutti inibiti dal pressing degli abruzzesi, tremebondi, barcollanti e indecisi come ubriachi. Insomma l’abc del calcio fallimentare. Sbagliare tutto è difficile quasi quanto fare tutto bene. Ma il Grifo c’è riuscito. Con una squadra senza idee, senza nerbo, inibita e sempre soccombente sol che gli avversari sfoderino anche solo il minimo sindacale di agonismo e pressing. Irritante, pavida, sempre infilata dagli avversari in velocità, sovrastata fisicamente, beffata sul piano dell’astuzia, incapace di capitalizzare almeno i calci piazzati, svagata come si giocasse una partita tra scapoli e ammogliati. Dopo un primo tempo così, anche il secondo tempo è stato più o meno così, solo con un po’ di possesso palla in più e due piccoli squilli di Giunti e Sylla, nel consueto assordante nulla della squadra. Segno che lo smarrimento è profondissimo. E che anche Zauli non ha inquadrato la situazione, se a inizio ripresa ha dovuto sostituire quattro uomini. Ma a questo punto la società deve uscire dalla sua neutralità (e almeno apparente) inerzia rispetto ad una situazione che diventa rischiosa.
Daniele Orlandi- Agenzia Stampa Italia