Uno spareggio per la storia. Presentato a Palazzo dei Priori il libro “La Grande Rimonta del Grifo”
Scritto da Redazione il 29/11/2023
Il 1998 è un anno destinato a rimanere per sempre scolpito nella memoria dei tifosi del Perugia. L’evento a cui si fa riferimento è chiaramente lo spareggio di Reggio Emilia del 21 giugno tra i biancorossi ed il Torino, vinto dai primi al termine di una drammatica lotteria dei calci di rigore. Il traguardo, ancora oggi oggetto di ricordi e discussioni varie in città, arrivò al termine di una stagione per certi versi travagliata, segnata da cambi di allenatori in serie (da Perotti a Bigon, poi ancora Perotti ed infine l’uomo della svolta, Ilario Castagner) ed è stato per questo ancora più bello raggiungerlo.
Questa partita è stata anche degna di essere raccontata in un libro, scritto da Raffaele Garinella e Mario Mariano. Il titolo è “La Grande Rimonta Del Grifo”, che racchiude tutti gli aneddoti e i segreti di quel 1997/98 davvero difficile da dimenticare. La presentazione è avvenuta questo pomeriggio presso la Sala Dei Notari di Palazzo Dei Priori alla presenza di ospiti importanti, tra cui alcuni dei protagonisti di quella caldissima giornata di giugno.
LE FORZE POLITICHE
Tifoso d’eccezione è il consigliere comunale Leonardo Varasano, che applaude l’opera realizzata: “I due autori hanno firmato un ricordo splendido, di cui ho vissuto le tappe. Mi ricordo lo 0-0 a Ravenna e i mugugni al termine di quella partita, ma quel punto fu importante per la rimonta. Poi sento ancora il rumore del palo di Dorigo. Quei giocatori erano soprattutto uomini. Il pensiero è per Gaucci, la sua vittoria è questa rimonta”.
Non è voluta mancare la vice presidente della Provincia di Perugia Erika Borghesi, che si è detta “onorata di patrocinare questo evento. Quel 21 giugno era una giornata bollente in tutti i sensi. È importante ricordare chi non c’è più, soprattutto Castagner per la sua gentilezza e premurosità”.
GLI AUTORI
Mario Mariano ha spiegato che “l’idea è stata di Garinella, che mi ha trasmesso un entusiasmo straordinario. Abbiamo sentito di riproporre un certo tipo di calcio, più vicino alla gente. Castagner operò due mosse tattiche e si rapportò in modo straordinario con la squadra. In più i risultati arrivarono sin da subito”.
La parola ovviamente a Raffaele Garinella, che anticipa alcuni aneddoti curiosi: “I tre momenti più esilaranti nello scrivere? Mi piace ricordare quando Thorninger venne accompagnato alla porta con lo zucchero nella sua auto affinché se ne andasse prima possibile; poi quando si presentava con il dizionario italiano – inglese per assimilare più rapidamente possibile le nozioni di mister Perotti; poi un cane del proprietario del castello di Torre Alfina che si faceva avvicinare da pochi. Uno di questi era Luciano Gaucci”.
I PROTAGONISTI
Decisivo in quella rimonta fu l’apporto di Sandro Tovalieri: “Non era uno spogliatoio unito e i risultati si vedevano. Poi con Ilario diventò uno spogliatoio di famiglia. Era una persona che si era proposta come un padre. Parlava con tutti singolarmente, e così la squadra diventò un corpo unico. Mi sento di dire che dovevamo vincere il campionato per la squadra che avevamo”.
Anche
Andrea Cottini la pensa allo stesso modo: “Siamo stati bravi a capire le problematiche. Avendo vissuto le lacrime a Piacenza, poter riportare la squadra in A è stato un sogno”.
Riccardo Gaucci svela l’episodio probabilmente decisivo: “L’altro giorno stavo rivedendo le immagini della conferenza della presentazione del mister. Nell’ufficio di mio padre in piazza Esquilino a Roma mio padre e l’avvocato Salerni hanno stilato la tabella. Rivedere questa cosa mi ha fatto tornare indietro nel tempo”.
Alberto Di Chiara, ex calciatore biancorosso prima e team manager poi, conserva ricordi indelebili: “Si può definire l’annata più pazza e più entusiasmante nello stesso tempo. Potevo chiudere la carriera a New York, poi con Riccardo abbiamo deciso di intraprendere questa nuova esperienza, durata sette anni. Nel calcio le tabelle non vengono quasi mai rispettate, ma quella volta è stato così”.
Grande emozione anche nelle parole di Alessandro Cucciari: “Ilario riuscì a ricompattare un ambiente che si era deteriorato con la sua esperienza e la sua semplicità. Capimmo che si poteva raggiungere l’obbiettivo solo facendo ciò che ci veniva richiesto”. Poi qualche rivelazione: “Il giorno dopo la finale Cerulli mi opero perché avevo giocato tutto l’anno con una caviglia mezza andata. Inoltre arrivavo da Lecce, con cui avevo vinto la C e la B, e firmai in modo non regolamentare. Purtroppo il Perugia retrocesse. La famiglia Gaucci fece uno sforzo economico importante”. Cucciari ha poi spiegato che “i problemi di spogliatoio nacquero dal fatto che alcuni non sentivano la fiducia. Quell’anno io feci 35 presenze poi dovetti andare alla Ternana”. C’è del rammarico ma nessun rancore: “Partii in ritiro con la squadra, ma mi sentivo messo un po ‘da parte. Mi fecero giocare la Coppa Italia e poi arrivo il transfert di Nakata. Capii che non avevo spazio e allora prendemmo questa decisione. Ma sarò sempre riconoscente a questa società che ha portato il calcio vero a Perugia”.
Infine il dottor Giuliano Cerulli: “Posso dire che c’ero anche io. Nel 1992 mi chiamarono a fare il responsabile medico e porto riconoscenza massima. Ricordi? Per vari motivi professionali non andavo alle partite, ma a Firenze andai in panchina e vincemmo 4-3. Gaucci mi disse che portavo fortuna e dovevo sempre andare. E’ stato un grandissimo presidente. A Tokyo poi quando mi controllavano il passaporto dissero “Perugia Nakata”. Questo per far notare come la nostra città fosse conosciuta in tutto il mondo”.
GLI ADDETTI AI LAVORI
Per il giornalista Massimo Boccucci “lo sport è cultura non solo risultato. Gaucci è stato il presidente più geniale e intuitivo che il calcio italiano abbia mai avuto. La scelta di richiamare Castagner ne fu la dimostrazione”. Poi, sulla scelta di portare il Grifo in ritiro a Gubbio: “Gaucci pensava che servissero delle scosse. L’Hotel si chiamava Ubaldi ed era tutt’uno con il seminario. Poi la squadra si poteva allenare con tranquillità”. E a chiudere: “Quando i giornalisti scrivono un libro sono due gemelli diversi. Questi ricordi vanno resi attuali organizzando serate come questa”.
Enrico Fanelli – TifoGrifo.com