La lunga estate del calcio perugino
Scritto da Redazione il 06/08/2023
La passata stagione calcistica del campionato di serie B non sarà facilmente dimenticata dai tifosi del Perugia dei quali faccio parte, se ben ricordo, dal 1961.
E non solo per la retrocessione, determinata da errori evidenti nella costruzione della squadra e nella caotica sovrapposizione non solo di giocatori, ma anche di allenatori che, purtroppo, ha caratterizzato il Perugia, lo chiamo così, a prescindere dalla sua denominazione societaria con cui è stato rifondato nel 2010, e cioè come “Associazione Sportiva Dilettantistica Perugia Calcio”, poi ridenominata con l’espunzione dell’aggettivo “Dilettantistica”, proprio dalla data in cui la società è rinata dal fallimento e dovette ripartire dai dilettanti.
Per la città e per i tifosi, il “Perugia” è l’erede dell’”Associazione Calcio Perugia”, nata il 9 giugno 1905.
Non è colpa degli arbitri o della “sfortuna” la retrocessione, ma di una gestione criticabile da parte dell’attuale Presidente Santopadre.
Sono in corso trattative per la cessione della società da parte dell’attuale proprietà e ci auguriamo che tutto si concluda felicemente perché, dopo tanti anni di Presidenza Santopadre, tutti reclamano un avvicendamento societario.
Non si discute.
Finché, però, l’avvicendamento non si perfeziona, l’onere di organizzare il Perugia per l’immediato futuro, qualunque esso sarà, se in serie B, come ci si auspica, o nel durissimo girone centrale della serie C, spetta a Santopadre.
Ai tifosi e alla città di cui questa società è espressione interessano certo le esigenze di bilancio e l’ordinato assetto amministrativo della società, ma, più ancora, una continuità tecnica nel corso degli anni, con un assetto di giocatori collaudato e rodato a cui apportare soltanto gli opportuni ritocchi alla fine di ogni campionato e con una guida tecnica, che rimanga, possibilmente, invariata.
Solo in tal modo si può programmare il futuro della società e della squadra, per renderlo adeguato all’entusiasmo e alla passione di una tifoseria che ha pochi eguali nel panorama calcistico nazionale, oltre alla storia di una città come Perugia, che, ricordiamolo perché spesso lo si dimentica, rimanda i suoi natali al VII secolo a. C. e che era una delle dodici lucumonie della confederazione etrusca.
In parallelo con le trattative societarie, s’è instaurato un complesso contenzioso per la collocazione del Perugia, se in serie C, dove dovrebbero condurci i ben scarsi “meriti” acquisiti in campo, o in serie B, in sostituzione di una società curiosamente appoggiata da un vasto schieramento sportivo, ma che ha innegabilmente violato uno dei criteri richiesti per l’ammissione alla serie B.
La società è il Lecco che si è reso responsabile della violazione descritta nella lett. E) del Titolo II dei Criteri infrastrutturali del Sistema di Licenze Nazionali della Lega Nazionale Professionisti Serie B, in relazione a situazioni del tutto pacifiche e non contestate come l’attivazione della procedura per poter disputare il campionato o parte di esso in altro impianto sportivo (sub n. 4) della lettera A) dei citati Criteri infrastrutturali.
Recitano le vigenti disposizioni dettate dalla stessa FIGC che ora sembra ripudiarle:
“L’inosservanza del termine dell’1febbraio 2024, costituisce illecito disciplinare ed è sanzionata, con riferimento al mancato rispetto del criterio “B” punto 16. Capienza e requisiti dello stadio di cui all’allegato sub A), relativo alle società neopromosse al termine del Campionato di Serie C 2022/2023, su deferimento della Procura Federale, dagli organi della giustizia sportiva, con l’ammenda non inferiore ad euro 100.000,00 e con riferimento al mancato rispetto di ciascuno degli altri criteri “B” di cui all’allegato sub A), su deferimento della Procura Federale, dagli organi della giustizia sportiva, con l’ammenda non inferiore ad euro 10.000,00.
E) L’inosservanza del termine perentorio del 20 giugno 2023, anche con riferimento ad uno soltanto degli adempimenti previsti dalla precedente lettera A) determina la mancata concessione della Licenza Nazionale per il Campionato di Serie B 2023/2024.
La documentazione di cui al presente Titolo II) deve essere depositata presso la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, mediante la piattaforma informatica on-line – https://licenzenazionali.figc.it, o anche mediante posta elettronica certificata.”
Non vi è alcuna “discrezionalità” nella previsione della cruciale lettera E): se si viola il termine perentorio del 20 giugno 2023 in relazione anche ad uno soltanto degli adempimenti di cui alla lett. A dei Criteri infrastrutturali ciò determina la mancata concessione della licenza nazionale per il campionato 2023 – 2024.
Proprio per evitare manovre e favoritismi, le disposizioni dettate dalla stessa FIGC prevedono, come conseguenza immediata e vincolante, la mancata concessione della licenza. Non usano il termine più politico “puo’ determinare”, ma il più secco e rude termine giudiziario determina.
Il discorso è chiaro. Non concede margini di sorta.
La FIGC si è “pentita” e vorrebbe modificare le disposizioni, fondando il tutto sul “merito sportivo” ? Se è così, cambi le norme dal campionato 2024 – 2025.
Finché le disposizioni esistono, vanno rispettate e fatte rispettare, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Ma il Lecco ha un presidente ciarliero, molto ciarliero e che non sa gestire la sua comunicazione verbale che degenera in sconcertanti epiteti diffamatori che colpiscono l’intera città di Perugia e la cittadinanza, oltre che la tifoseria.
Il presidente del Lecco ha una vibrante passione in difesa della sua squadra e questo è ammirevole ma tende a immaginare le regole che fanno al suo interesse e a dimenticarsi delle altre.
Se ne faccia una ragione.
Purtroppo, l’iter è stato decisamente ondivago:
Il Consiglio della FIGC accoglie la domanda d’iscrizione in serie B del Lecco che, in prima istanza, non aveva superato l’esame della Commissione Criteri infrastrutturali, poi concesso. Il Consiglio federale, il 7 luglio, respinge l’opposizione del Perugia a favore del Lecco. Il Collegio di garanzia accoglie il ricorso presentato dal Perugia per l’annullamento del comunicato ufficiale della Figc recante la delibera del Consiglio Federale con cui era “stato deliberato di accogliere il ricorso del Lecco e di concedere alla medesima società la licenza nazionale con conseguente ammissione al campionato di Serie B 2023/2024”.
Infine, la recentissima sentenza del TAR del Lazio, di cui si attende l’ardua motivazione, che boccia il ricorso presentato contro la riammissione del Lecco in serie B e l’inottemperante società al termine perentorio descritto viene allegramente fatta passare in serie B.
Per ora, perché è pendente il ricorso del Perugia al Consiglio di Stato.
Il criterio legale del termine perentorio era stato fatto valere contro altre società, come la Viterbese e ora FIGC e TAR si accorgono che il criterio è inadeguato. E ora queste società minacciano azioni risarcitorie contro la FIGC.
Per alcuni, quindi, vale questo criterio legale, per altri, come per il Lecco, non vale. E invece deve valere per tutti e nell’interesse di tutti.
Sbaglierò, ma questa storia provocherà danni che, con maggiore responsabilità, si sarebbero potuti evitare.
Mi auguro che il Consiglio di Stato si comporti con aderenza alle norme.
Perugia, 5 agosto 23
Giuliano Mignini per TifoGrifo