Como-Perugia 1-0. Il Grifo perde anche il derby delle ultime. I nodi al pettine.
Scritto da Redazione il 09/10/2022
Il Perugia perde anche con il Como e da stasera è malinconicamente ultimo in classifica. Una sconfitta simile a tutte le altre di quest’anno, col Grifo che, a parte una prima mezz’ora decente, le poche volte che ci prova, cincischia soltanto e, poi, alla prima occasione avversaria, prende gol a difesa schierata. Dopo la rete, si vede solo un possesso inefficace e palle buttate in avanti per onor di firma, come se la palla scottasse sui piedi dei grifoni. Cioè, praticamente, il nulla. Mancano le idee, manca la precisione e manca anche la convinzione interiore di potercela fare, come si vede per esempio nei contrasti spesso persi, sulle seconde palle che vedono i grifoni sempre in ritardo, e nei tentativi di recupero delle palle perse, fatti per lo più in maniera accademica. Ma manca, soprattutto, la qualità a metà campo, la lucidità e la capacità di costruire giocate per mettere Di Carmine, unica punta, in condizioni di battere a rete. Dei tre trequartisti con cui nel 4/2/3/1 di partenza Baldini supporta l’attaccante, il solo Luperini fa qualcosa per essere annotato sul taccuino del cronista: Olivieri e Lisi spariscono subito e irrimediabilmente nel nulla. Non meglio va sulle fasce, dove Paz fa qualcosa all’inizio ma, poi, quando la squadra arretra di qualche decina di metri sul campo, si perde. Beghetto soffre qualcosa in fase difensiva e non dà alcun apporto in costruzione. I due difensori, insieme a Dell’Orco e Curado, hanno poi sulla coscienza il gol di Arrigoni, perché incapaci di controllarlo sul cross da sinistra di Blanco. I cambi nella ripresa non hanno mutato nulla, tranne Melchiorri che avrebbe potuto essere messo in campo prima. Dunque, giocatori senz’altro sul banco degli imputati, ma qualche appunto anche per Baldini. E, come attenuante per tutti, che è però un’aggravante per la società, il fatto che questa squadra sembra un insieme di discreti giocatori che non rispondono però ad un disegno tattico. Cioè, assemblati senza un progetto, non a caso alcuni arrivati sul finire del mercato, a campionato ampiamente iniziato, in base a quello che offriva il convento. I cocci adesso sono evidenti, i rimedi francamente insondabili.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
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