Il mercato e Giannitti ci hanno dato ragione, ora la palla passa ad Alvini
Scritto da Redazione il 03/09/2021
Martedì scorso si è chiuso il calciomercato. Il Perugia lo ha fatto con i fuochi d’artificio, mettendo sotto contratto ben cinque giocatori dal profilo importante per la categoria: l’attaccante Ryder Matos, acquistato a titolo definitivo dall’Udinese; il centrocampista Jacopo Segre, in prestito (con diritto e obbligo di riscatto) dal Torino; il difensore Gianmaria Zanandrea, in prestito (con diritto di opzione) dal Mantova; il centrocampista Alessandro Murgia, in prestito dalla SPAL; il centrocampista Andrea Ghion, in prestito biennale (con diritto di opzione e contro-opzione) dal Sassuolo.
Fino a poche ore prima, il nostro giornale multimediale aveva posto l’accento sulle gravi lacune della rosa consegnata a Massimiliano Alvini, un allenatore estremamente professionale e preparato ma con poca esperienza in Serie B. In particolare, l’elevata competitività del campionato cadetto di quest’anno poneva grossi dubbi sulla capacità del Perugia “pre-31 agosto” di poter centrare il traguardo della salvezza fissato dalla società in estate.
Pur con tutta la buona volontà e la grande determinazione mostrate da tutti i calciatori convocati per le prime due gare di campionato, l’organico a disposizione del tecnico era vistosamente incompleto. Inutile girarci intorno. Molti tifosi erano ormai rassegnati ad un finale di mercato scialbo e privo di sussulti. Memori del passato, fino alla sera del 30 agosto, anche diversi osservatori invitavano a volare basso, ricordando i limitati mezzi finanziari della società.
Per mezzo di articoli, dirette radio e dibattiti social, noi di TifoGrifo avevamo tuttavia sottolineato che l’importante incremento dei diritti televisivi, più che raddoppiati nel nuovo triennio, avrebbe potuto fornire alle casse di Pian di Massiano maggior liquidità da investire sul rafforzamento della squadra: un obiettivo non solo possibile ma addirittura necessario per aumentare notevolmente le chance di conquistare almeno una salvezza tranquilla.
I fatti ci hanno dato ragione. Proprio quando molti tifosi si stavano rassegnando ad un Perugia lacunoso in reparti-chiave, il presidente Massimiliano Santopadre e il direttore sportivo Marco Giannitti hanno estratto il proverbiale coniglio dal cilindro. Lo hanno fatto spiazzando tutti, compresi molti di coloro che ne hanno sempre preso le parti, persino nei momenti di massima tensione tra tifoseria e società.
Senza arroccarsi su posizioni faziose o preconcette, è stato sufficiente ragionare liberi da condizionamenti: osservare, analizzare e giudicare in base ai fatti. Criticare, anche duramente ma costruttivamente, quando è opportuno farlo oppure, in caso contrario, rendere merito e complimentarsi.
A confermare la giustezza dei nostri rilievi nelle ultime settimane è stato lo stesso Giannitti, ieri, in conferenza stampa. «A distanza di un solo anno, ritroviamo una serie B totalmente diversa, più difficile e competitiva rispetto alla serie B che abbiamo conosciuto nel passato», ha precisato il direttore sportivo, aggiungendo: «Lo confermano le squadre che vi prenderanno parte e i numeri relativi alle transazioni avvenute, che da più parti fanno affermare che si tratterà di una A2 più che di un campionato di seconda serie».
Era dunque essenziale rafforzare la squadra con quei 4-5 elementi da noi più volte indicati proprio per «mantenere la categoria», come ribadito da Giannitti: «Non un limite ma un punto di ripartenza intorno al quale costruire una squadra, un’identità di gioco e le prospettive per obiettivi futuri più ambiziosi».
Ciò significa anche mettere in conto di dover alzare l’asticella dell’impegno economico per tornare ad essere competitivi in una Serie B più ricca rispetto a quella affrontata dal Perugia tra il 2014 e il 2020. Una Serie B molto più simile – per investimenti e qualità – a quella che il Grifo conobbe sotto la gestione Gaucci. Del resto era sufficiente aver dato un’occhiata alla mixed zone dello Stadio Brianteo, domenica sera, nel dopo-partita di Monza-Cremonese, dove si sono ritrovati, stavolta su sponde opposte, Adriano Galliani e Ariedo Braida, due dei più grandi dirigenti calcistici degli ultimi trentacinque anni.
Massimiliano Santopadre ha ben compreso tutto ciò e si è mosso di conseguenza sul mercato affinché anche il Grifo possa dire la sua da qui in avanti. Era praticamente necessario, ma non scontato né facile da mettere in pratica. Una decisione fondamentale per le sorti sportive del Perugia e di Perugia, ma anche un passo importante verso la riconciliazione con quella parte di tifoseria che lo aveva pesantemente contestato dopo l’amara retrocessione dell’anno scorso. Staremo a vedere. Nel frattempo, non possiamo far altro che augurare buon lavoro al tecnico Alvini e ai suoi ragazzi.
Andrea Fais – TifoGrifo.com