Murano maggiore di Iemmello
Scritto da Redazione il 28/10/2020
L’articolo di un paio di settimane fa ha sortito il suo effetto. Nove punti in tre partite. Di meglio non potevo chiedere. Ed ora guardiamo avanti.
Il Grifo, come auspicato, ha trovato una chiave di lettura utile a fare punti in Serie C, frutto di concentrazione, amalgama, assetto di gioco e preparazione fisica. Scegliete voi l’ordine degli addendi, per me è questo qua, fatto sta che dal post cinquina di Mantova in poi, finalmente, il Perugia è tornato ad essere una squadra, coi difetti di una squadra che ha un progetto in itinere, ma che gioca con una unità di intenti che mancava da più di un anno, ma forse anche di più. E questo va segnalato.
Caserta, oltre al lavoro sulle capocce dei giocatori (che voglia te a parlare di condizione fisica se non hai il cervello che fa girare le gambe) ha fatto degli evidenti correttivi a livello di modulo, con un 3-5-2 fluido (come dicono quelli che parlano bene) che si ricompone spesso coi 4 dietro per dare qualche metro in più in avanti ad Elia, e di meccanismi di gioco, come per il fondamentale dell’uscita di palla in costruzione, ben diverso dalle prime partite, e l’assenza di Burrai a riguardo penso sia solo incidentale. C’è ancora molto da fare, lo sappiamo, ma diamo atto al tecnico, e con lui alla squadra, di aver tracciato quella netta discontinuità rispetto allo scorso anno, discontinuità di cui come tifosi del Grifo sentivamo un fottuto bisogno.
C’è da fare un campionato da protagonisti, e la premessa per fare questo è che la squadra abbia smesso di essere un’accozzaglia di gente con la maglietta dello stesso colore* diventando un gruppo che, seppure non totalmente compiuto, si sta plasmando.
* (che poi anche io preferisco si giochi con la maglietta rossa, ed è la maglietta rossa quella del mio Grifo, ma se vedo una presentazione con una maglietta blu non starei a farne una questione di Stato: una delle magliette più belle della storia del Grifo è quella nera della Serie A, un’altra splendida è quella gialla dello spareggio di Foggia. Eddai su).
Dico alcuni aspetti che mi sono piaciuti in queste partite. In molti si sono lamentati del rendimento dell’attacco e della mancanza del bomber da doppia cifra. Io, specialmente da quando si gioca a due davanti, ho molto apprezzato il rendimento dei due (tre) attaccanti. In molti si lamentano del fatto che “non c’è il bomber vero, quello da 15 reti”, e – FORSE – può essere vero, ma non credo che il nostro primo marcatore arriverà così lontano da quella cifra, senza passare le giornate a cogliere margherite aspettando il pallone e senza tirare i rigori. Poi se si preferiva il solipsismo decadente di King Iemmello o la fumosità onanistica di Buontorrone… sono scelte di vita.
Ho letto parecchie critiche a Murano, molte delle quali, a mio avviso, aprioristiche. Penso paghi il fatto di essere uno che ha fatto parecchia gavetta e di non avere un nome in confronto ad altri che, più celebri, di solito hanno poi la controindicazione di venire a svernare con ingaggi immeritati e rendimenti mediocri. Non che sia una novità, una cosa simile a quella che sta succedendo a Murano capitò anche a Di Carmine, posposto ad altri per questione di nome e poi meritatamente esploso dopo mesi e mesi di bagnomaria.
In una fase da lavori in corso, secondo me, Murano è stato essenziale, comprendendo in questo i due doveri dell’attaccante. Contro la Vis Pesaro, ad esempio, ha partecipato al gioco e sfruttato l’occasione che gli è capitata, e questo è l’alfa e l’omega a cui è tenuto l’attaccante (e che è mancato lo scorso anno), essere parte viva nel gioco e buttarla dentro. Fondamentalmente con l’unico pallone propizio, che peraltro si è costruito partecipando alla manovra (davvero bella) che lo ha portato al tiro, al gol. Se questi son problemi… Da tenere poi in considerazione che Bianchimano ha iniziato a dimostrare con prestazioni convincenti di essere da Grifo (cosa su cui nutrivo qualche dubbio, a dire il vero), con punti forti un controllo palla non banale a fronte di un fisico notevole.
E poi c’è Melchiorri. Ecco, lui, per me, è un capitolo a parte. Non avrà più il fisico per tenere la stessa intensità nei 90 minuti, forse (ma vedo tanti giovani ben più spompati di lui, comunque), ma con la sua classe e la sua capacità bastano anche fiammate in parti di gara per far male alle difese avversarie.
Inoltre, in un attacco a due, mi sembra si trovi decisamente meglio, e teoricamente può anche frenare la sua generosità, risparmiando energie per le fasi clou. Con la Vis gli è mancato solo il gol, ma devo dire che la parata del portiere avversario è stata davvero prodigiosa.
Poi se vogliamo dire che nell’attacco del Perugia non c’è un Marco Negri (auguri bomber!), ok, ma ce ne sono pochi anche in Serie A, di Marco Negri. Cercarli in C, dai, fa solo ridere.
Più che nell’attacco, per ora, c’è stata a mio avviso qualche difficoltà – preventivabile – nella costruzione del gioco, giustificata anche dagli ultimi 3 infortuni a centrocampo. Le punte quel che dovevano insaccare l’hanno fatto, anche in maniera piuttosto puntuale, e per i rifornimenti, accanto ad un sempre buono Elia, che deve trovare la continuità, ma ci sta, la partita contro la Vis ci ha restituito il fratello bravo di Dragomir, che a mio avviso potrebbe diventare un fattore importante (anche a sorpresa, almeno per me).
Ecco, Vlad ha fatto il sangue (la battuta, giuro, è involontaria) per mesi. Direi anni. Ed i dubbi che ha instillato in tutti non sono stati pochi. Non penso sia un giocatore semplice da inquadrare, per un allenatore. Ha un modo di giocare molto particolare, associativo. Fino a domenica non sapeva segnare, si inserisce poco. È una mezzala/trequartista di possesso, di stampo guardiolista: se vogliamo fare un paragonaccio sarebbe tra l’Iniesta e l’Isco. Non è, insomma, un giocatore buono per tutte le stagioni. È stato provato terzino (brrr), esterno di attacco. No. Vlad è un giocatore che tende a mantenere il possesso palla e far muovere i compagni, cercando coi suoi movimenti di scompaginare le difese avversarie. Sono anche curioso di vederlo in altri centrocampo, a fianco di un metronomo come Burrai, ad esempio, che ha caratteristiche ben diverse da quel Moscati che ha giocato al centro nelle ultime partite. E però la sua crescita è chiara, e con la Vis ha dimostrato che rivedere quel Vlad che aveva fatto così bene nelle prime 10 giornate di B con Nesta è possibile, cosa che non era per niente scontata.
A proposito di “A volte ritornano” segnalo anche che Monaco, che tanta simpatia ci insufflò nei cuori con la sua sceneggiata sotto la curva in maglia salernitana, ripreso il posto da titolare al momento si è dimostrato imprescindibile nella difesa del Grifo. Più in palla di Angella, più ignorante di Sgarbi, Monaco è quel giocatore che se ci sta con la testa è meglio averlo con te che contro di te.
Appartiene anche visivamente alla famiglia dei “Materazzidi”, quei giocatori che affronti con la gioia di una gita dal dentista per l’estrazione di un molare. Se per la promozione del 2014 fu fondamentale il ruolo di Comotto (altro noto esemplare di Materazzide), ci sta che Monaco possa indossare nel Grifo i suoi medesimi panni del cugggino cattivo. Sperando di emulare i fasti dell’attuale dg. Diciamocelo in sincerità. Quando all’88esimo Monaco ha finto i crampi nella sua solita maniera, tra il melodrammatico ed il melanconico, gli ho voluto quasi bene. Forse è stato un modo di far pace, dopo quella stupidaggine che fece al Curi.
Detto questo, il trittico di vittorie è solo il prologo a quella che sarà la parte più dura del campionato. Non abbiamo ancora fatto niente, è vero, ma l’impressione è che il percorso intrapreso sia corretto. Col Covid incognita enorme su tutte le nostre vite, e quindi anche sul campionato, il prossimo mese ci fornirà tanti scontri diretti contro le formazioni indicate a giocarsi l’unico posto utile per la promozione diretta.
Forza Grifo!
Federico Basigli – TifoGrifo.com