Mardochee Nzita. Amo Perugia e i suoi tifosi. Mi sento un giocatore del Grifo. Puntiamo ai play off.
Scritto da Redazione il 23/04/2020
Aspettando da Bruxelles
Da qualche settimana è a Bruxelles, dove vive solo. Aspetta che dall’Italia lo chiamino per la ripresa e, intanto, si allena e cucina, “ma non cibo italiano, perché aspetto di rientrare a Perugia per gustare i veri sapori della vostra cucina”, che in Belgio non può trovare. L’emergenza in Belgio è meno pressante che in Italia: “qui si può uscire per fare attività fisica”, riferisce Mardochee Nzita, esterno difensivo sinistro del Perugia, congolese naturalizzato belga, classe 2000, scuola Anderlecht.
Dall’Anderlecht al Perugia
Arrivato a Perugia l’estate scorsa, ha un contratto fino al 2022, con opzione al 2023. Racconta che Goretti conosceva il suo procuratore e, nel dicembre 2018, andò a vederlo giocare in una partita contro l’Anversa. “Giocai bene e Goretti mi avrebbe voluto prendere già a gennaio, ma non mi fu possibile, per cui sono arrivato in estate”. Mardochee stava bene all’Anderlecht e in Belgio, dove tra l’altro è nel giro delle nazionali giovanili belghe (prima della sospensione era stato convocato per le qualificazioni agli europei Under 21, anche grazie alle prestazioni col Perugia). Ma voleva venire in Italia, Paese che considera la vera scuola per forgiare i difensori.
L’arrivo a Perugia. Il problema della lingua.
Non conosceva l’Italia e del Perugia aveva vagamente sentito parlare per le vecchie partecipazioni del Grifo alle coppe europee. L’esperienza in biancorosso iniziò con qualche difficoltà, soprattutto legata alla lingua, oltre che alla diversità tra il calcio belga, “più tecnico”, e quello italiano, “più tattico”. Le cose sono comunque andate ben presto per il meglio, man mano che conosceva meglio i compagni in campo, specie Fernandes (con cui divide la camera) Dragomir, Capone è Sgarbi, che parlano con lui inglese, e Kouan e Konaté per il francese. Però l’italiano di ?Mardochee fa progressi, riesce a capire praticamente tutto, mentre parla poco, per paura di sbagliare.
Oddo e l’esordio a La Spezia
Nel campionato in corso ha messo insieme 10 presenze, 8 da titolare. Ha giocato sia con Oddo che con Cosmi. “Oddo era un terzino pure lui e mi ha molto aiutato, mi faceva allenamenti personalizzati e mi ha dato fiducia, nonostante davanti a me avessi Di Chiara che io sapevo essere il titolare, e che con me è stato ugualmente molto disponibile in consigli, specie sui cross”. Con l’ex allenatore del Perugia Mardochee ha esordito a La Spezia. “Il giorno prima, finito l’allenamento -racconta- mi ha chiamato e mi ha detto <tieniti pronto, domani giochi e farai una gran partita>. Confesso che mi ha preso un po’ di agitazione. E, prima della partita, avevo paura dei tifosi. Poi, però, quando abbiamo cominciato a giocare, sia i tifosi che i compagni mi hanno caricato e ho fatto una buona partita”.
“I tifosi del Perugia mi piacciono tantissimo”
Con i tifosi di Perugia Mardochee ha un feeling particolare: “mi piacciono tantissimo, di loro ho parlato subito alla mia famiglia, perché mi hanno colpito già nella prima partita, l’amichevole con la Roma. Lo stadio era pieno e loro ci sostenevano anche se stavamo perdendo”. E, poi, stando qui e vedendo il Museo, è venuto a conoscenza di tutte le imprese del grande Perugia, e ha capito l’importanza della storia biancorossa.
Cosmi e il 3/5/2
Anche verso Cosmi Mardochee è riconoscente. “Mi ha fatto giocare a Napoli in Coppa Italia e questo mi ha reso orgoglioso. Lui cura molto il modo in cui occupo la posizione in campo, come mi muovo e, durante la partita, è sempre presente con le sue indicazioni”. Il cambio di modulo Nzita lo ha ben assorbito. “Con la difesa a quattro mi ci sono formato, ma a cinque mi piace di più perché devo avanzare, attaccare e dribblare e a me piace spingere, come Evra e Marcelo, per intenderci”.
“Alla ripresa tutto per i play off. Mi sento un giocatore del Grifo, amo la città e la sua gente
Le cinque sconfitte dell’era Cosmi le spiega così: “stavamo giocando bene, e questo probabilmente ci ha fatto rilassare”. Poi, il ritiro di Cascia, dove “il gruppo si è ricompattato, ne avevamo bisogno, anche perché capivamo lo scontento dei tifosi”. La vittoria con la Salernitana è arrivata quando “andavamo più forte, iniziavamo a giocare bene”. Un piccolo patrimonio da portare dietro alla ripresa, “con l’obiettivo play off, dice, perché in ritiro ci siamo detti che tutti avremmo dovuto dare tutto per quel traguardo”. Quanto a lui, il suo scopo personale è quello di dare una mano alla squadra quest’anno e, poi, dato che si sente un giocatore del Perugia, ama la città e la sua gente, e “tutti mi vogliono bene” in squadra, “rimanere qui la prossima stagione, magari giocare di più e diventare titolare”.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia