Marco Albertoni, grifone dal Genoa al Perugia. Ci siamo sbloccati, ora obiettivo play off
Scritto da Redazione il 16/04/2020
Dal Grifone genoano a quello perugino, via Albissola
Marco Albertoni è nella sua Genova. Ha preferito trascorrere l’emergenza vicino alla famiglia anziché restare solo nel suo appartamento di Perugia. Si allena secondo i programmi della società e lo fa salendo sul tetto del palazzo dove abita, dove ha spazi terrazzati all’aperto. È arrivato al Perugia da svincolato. L’ultimo contratto ce lo aveva con l’Albissola, squadra di serie C di una ridente cittadina attaccata a Savona. Dopo una salvezza conquistata sul campo, il presidente del sodalizio decise di non riscrivere la squadra al campionato con l’argomentazione (tutto mondo è paese) che il Comune non gli permetteva di costruire il nuovo stadio. E così, Marco e altri sei o sette compagni, si sono ritrovati disoccupati. Poi, a settembre scorso, la chiamata del Perugia, dove Albertoni ha ritrovato come preparatore dei portieri Gianfranco Gagliardi, che lo aveva già seguito per sei anni al settore giovanile del Genoa, dove Marco è cresciuto. “È stato Gianfranco a insegnarmi le basi che ho adesso”, rivela.
Terzo portiere in apprendistato…
A Perugia ha avuto finora un’esperienza che Albertoni giudica positiva, anche se non è mai sceso in campo in partite di competizioni ufficiali. “Ho avuto modo di imparare soprattutto dai miei compagni di reparto, con cui mi alleno bene. E, poi, mi sono confrontato con giocatori esperti come Iemmello, Angella e Falcinelli, che per me è stata un’opportunità insperata”, commenta. Queste possibilità lo hanno aiutato a mantenere la concentrazione e le motivazioni, nonostante sia chiuso da due portieri davvero in gamba come Vicario e Fulignati. “Sono venuto a Perugia consapevole di cosa mi sarebbe spettato, e l’unico pensiero che ho è di allenarmi sempre al massimo per farmi trovare pronto se capiterà l’occasione: non si sa mai, il calcio è strano. Sono riuscito così a mantenermi motivato, cosa che non è facile nel mio ruolo, e particolarmente nella mia situazione di quest’anno. Ma penso solo ad allenarmi e a imparare il più possibile dai miei compagni”. Vicario lo ha colpito per il suo valore tecnico (“è uno dei più forti della serie B”) ma, soprattutto, per l’aspetto mentale: “è un professionista nato, da lui ho imparato tanto, per esempio la dedizione al lavoro, cui si dedica sempre al massimo”.
...e l’anno prossimo?
Marco ha il contratto fino a giugno, ma spera di aver conquistato la fiducia del presidente e del mister e, se l’anno prossimo, come tutto lascia presagire, Vicario andasse a giocare in serie A e Fulignati fosse promosso primo portiere, per lui ci potrebbe essere l’investitura come secondo. “Se così fosse, sarei contento per i mie due compagni, che se lo meritano. Quanto a me, sono ambizioso e il terzo portiere non vorrei farlo ancora per un anno, ma di fare il secondo di Fulignati ci spererei”. Marco si definisce “un buon portiere con i piedi, anche se non al livello di Fulignati, perché come lui c’è ne sono pochi”, precisa. Inoltre, dice di saper “giocare alto e aiutare la squadra, essere reattivo e tenere la posizione”. Il suo “idolo” è Gianluigi Buffon, tra l’altro tifoso del Genoa come lui.
Serse il motivatore
Di Serse Cosmi dice un gran bene: “la sua carriera parla per lui, e poi ha anche allenato il Genoa… è un gran motivatore, meglio non farlo arrabbiare”, scherza. Cosmi lo ha difeso a spada tratta in occasione dell’espulsione che ha subito dalla panchina nell’ultima partita in casa con la Salernitana. “L’arbitro ha interpretato male le mie parole, io stavo dicendo qualcosa al portiere sella Salernitana, ma il quarto uomo ha pensato che ce l’avessi con lui: mister Cosmi ha sentito e capito come stavano le cose”.
Ci siamo sbloccati, ora Perugia obiettivo play off.
Il periodo buio delle cinque sconfitte è stato un “periodo sfortunato”, come era anche capitato ad altre squadre a inizio campionato, per esempio il Frosinone. “Solo noi potevamo uscirne, e il ritiro è servito a unirci, a fare un blocco unico. E la vittoria con la Salernitana ci ha sbloccato a livello mentale”. Poi è arrivata la sospensione e, adesso, si deve capire se e quando si ripartirà. E quali obiettivi può porsi il Perugia. “C’è tanta voglia di ripartire in noi tutti, ma per farlo ci devono essere le condizioni giuste, cioè un calo dei contagi e delle vittime e l’adozione di tutte le precauzioni necessarie. Quando sarà, noi dobbiamo dare il massimo, partita dopo partita, e il nostro obiettivo sta di raggiungere i play off”.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia