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 Il ritorno di Serse, scelta di cuore e non solo… 

Scritto da il 04/01/2020

 

Sui social i tifosi riaccendono le micce dell’entusiasmo, nei commenti abbondano le sottolineature su una scelta di cuore, cioè senza troppi calcoli da parte di Serse Cosmi. E di una opzione della società che, cambiando rotta per la prima volta nella sua storia a Perugia,  alla fine qualcosa ha voluto concedere anche alla piazza, probabilmente per rianimare l’attenzione attorno al Perugia, non al massimo negli ultimi tempi. 

Non si conoscono ancora i dettagli ufficiali del contratto che lega l’allenatore ponteggiano a Santopadre fino al 30 giugno. Le indiscrezioni che filtrano anche dalle nostre fonti riferiscono che le parti avrebbero convenuto  su un ritocco limitato della rosa attuale, anzitutto con un innesto importante a centrocampo. Ma, aldilà delle scelte tecniche, la chiamata di Cosmi, così come il precedente abboccamento con Colantuono, definiscono una virata della società verso una guida tecnica capace di dare un peso maggiore agli aspetti per così dire caratteriali della squadra. Quelli che più sono finora mancati, almeno sotto il profilo della continuità, alla conduzione di Massimo Oddo. Il Perugia del girone di andata è spesso andato in panne nei momenti difficili, dimostrando scarsa propensione a combattere e reagire sul versante agonistico. Una carenza di personalità che spesso si è tradotta in una paralisi di idee e di lucidità che hanno impedito ai grifoni di capire cosa fosse necessario fare nei momenti cruciali delle gare. L’uomo del Ponte è dunque chiamato in prima istanza a colmare queste carenze in virtù del suo riconosciuto approccio tutt’altro che molle nel tenere il gruppo, preparare e guidare le partite.

Ma Serse per primo sa che questa inversione di tendenza nell’approccio mentale per quanto necessaria non sarà sufficiente se le lacune nella rosa, quelle originarie e quelle determinatesi a causa degli infortuni di lungo corso, non verranno adeguatamente colmate con gli uomini giusti, cioè con le caratteristiche tecniche, tattiche e di personalità che servono al progetto complessivo.  Certamente Cosmi conosce le carenze dalla formazione biancorossa e se l’obiettivo  che gli è stato posto è quello dei play off avrà avuto modo di precisare il suo punto di vista al Presidente e ai suoi collaboratori, con cui ha chiuso l’accordo nel pomeriggio.

Un’altra cosa sa bene Serse Cosmi che domattina sarà presentato ufficialmente. Il ritorno nei posti dove si son fatte cose eccellenti si porta dietro, accanto ai bei ricordi, anche la consapevolezza che ogni avventura fa storia a sé. L’entusiasmo suscitato attorno al suo ritorno sulla panchina, dove in 171 partite in serie A ha ha scritto pagine tra le più belle della storia del Perugia, ha come contrappeso le responsabilità non lievi che si carica sulle spalle.  Il Perugia attraversa una fase di raffreddamento con l’ambiente che, per essere superata, richiede anzitutto continuità di risultati, nello sport  sempre imprescindibili. Cosmi è uno degli allenatori  che da sempre asseriscono convintamente di voler raggiungere i risultati attraverso il gioco. Quasi tutti i tecnici recitano questo mantra, ma pochi ci credono davvero come lui. La sua storia professionale dimostra che il meglio lo ha dato nelle stagioni in cui ha potuto perseguire con una certa fedeltà la sua idea di calcio,  adattandola con flessibilità e concretezza al materiale che aveva a disposizione. Sarà interessante capire quali margini di azione Serse riuscirà a crearsi in una situazione data, in cui arriva  a cose iniziate, con una rosa definita che potrà solo essere ritoccata, e con tempi ristretti per trovare una stabilità di assetto capace di tenere il Perugia nella zona play off per lanciare lo sprint da marzo in poi. 

L’uomo è comunque motivato, il professionista esperto di situazioni calcistiche dentro e fuori del campo, capace perciò di gestire la complessità dei fattori che determinano il successo o meno delle stagioni. Se ha accettato l’incarico non crediamo che lo abbia fatto solo per motivi di cuore. E, poi, la sua onestà intellettuale e la schietta apertura con cui ha sempre affrontato il confronto, le analisi e anche le critiche sulle sue squadre, sono una garanzia di comunicazione e trasparenza per tutto l’ambiente, da qui al 30 giugno. 

 

Daniele Orlandi-Agenzia Stampa Italia

 

 

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