Perugia-Cittadella 0-0. Il Grifo delude ancora nel giorno della verità. Play off più lontani.
Scritto da Redazione il 01/05/2019Delusione. Quella dei tifosi del Perugia che a fine partita fischiano la squadra. Quella di Nesta che in sala stampa fotografa così il match: “partita equilibrata, squadre un po’ stanche, decisivi gli episodi, il Perugia li ha avuti ma li ha sbagliati, se avesse segnato avrebbe potuto giocare gestendo la partita”. Tutto vero, l’analisi è sostanzialmente esatta. Ma andrebbero compresi i motivi profondi per cui il Perugia fatica a segnare e a vincere ormai dall’inizio del girone di ritorno. Andrebbe capito perché la squadra ha perso verve e lucidità e, nelle ultime partite, anche un po’ di fiducia nei propri mezzi. Come oggi, quando i grifoni, chiamati a vincere e basta, non hanno dato l’impressione di essere scesi in campo con la determinazione e la forza mentale che la partita richiedeva. L’impegno c’è stato, ma la manovra è stata asfittica e, nonostante un Cittadella rimaneggiato e tutt’altro che irresistibile, non è riuscita a sbloccare nelle tre o quattro situazioni comunque create. Gli attaccanti hanno le polveri bagnate e Nesta non riesce a trovare la quadra, pur schierandoli tutti. Oggi si è salvato solo Sadiq, più per l’impegno che per i risultati, mentre Melchiorri non è entrato in partita (complice anche un trauma alla caviglia); Han ha sbagliato di tutto e di più cincischiando e vagando senza costrutto nella sua solita indisciplina tattica; Vido ha confermato la sua fase appannata, sbagliando un rigore in movimento nel cuore della ripresa. Oggi ha retto bene la difesa, neppur troppo sollecitata dagli avversari, ma questo non è bastato in una partita che era da sbloccare, gestire e vincere con lucidità. Ora i play off non dipendono più dal Perugia, scivolato in decima posizione e costretta a sperare anche negli inciampi degli altri. Le ultime due gare, a Foggia e con la Cremonese al Curi, sono da vincere e basta, se si vuole sperare negli spareggi. Come poterci riuscire, è ben altro discorso, vista la luna calante del girone di ritorno e le prestazioni asfittiche ormai sempre più in sequenza. Non è ancora tempo di bilanci, ma l’affievolirsi delle speranze aumenta il rammarico per quello che si poteva fare e non si è fatto, dalla società, allo staff tecnico, fino alla squadra. Però, visto che la matematica ancora consente spiragli, sarà bene che tutti lavorino sulla testa e sulle gambe per far sì che le ultime due partite della stagione siano da leoni, e non da agnelli sacrificali.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia