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Perugia-Benevento 2-4. Nel calcio vince chi fa meno errori e sbaglia meno chi è più forte.

Scritto da il 06/04/2019

Il solito Perugia sprecone in avanti e sbadato in difesa perde la partita contro una squadra più forte. Il cliché si ripete, inutile recriminare quando il dato è palesemente strutturale e, a questo punto della stagione, probabilmente incorreggibile. Inutile recriminare sui due rigori, perché la domanda da farsi, almeno sul primo, è come mai un giocatore avversario può arrivare indisturbato in area all’uno contro uno. Inutile sottolineare, sul gol del 2-2, il liscio di Han, messo sul primo palo a presidiare la zona sulla punizione da sinistra, perché ci sarebbe, prima e piuttosto, da chiedersi perché Gyomber abbia commesso il fallo evitabilissimo che ha originato il calcio piazzato. E, per par condicio, si dovrebbe parlare anche degli errori in avanti di Sadiq, Verre (si, anche lui), Dragomir e  Vido, tutti incapaci di metterla dentro da pochi passi e di pareggiare o riaprire la partita  in almeno quattro circostanze nella ripresa. Ma la risposta vera a tutte le domande  è che, contro le squadre più attrezzate, cioè quelle che in attacco hanno gli uomini capaci di creare le  occasioni e  di sfruttare gli errori difensivi dei grifoni, il Perugia paga puntualmente pegno. Nel calcio vince chi commette meno errori e, alla fine, le squadre più forti sbagliano di meno, sia in fase difensiva che in attacco. Il match di oggi è una conferma lineare di questo assunto. Il Perugia ha fatto la sua partita, ha creato gioco e occasioni, ma molte ne ha sbagliate. Il Benevento dei tanti ex, ha creato anch’esso molto, ha sbagliato assai, ma meno del Perugia, sia nello sfruttare le situazioni che nel concederle. Davvero il commento sta tutto qui e, allora, certo si può discettare di chi ha giocato meglio o peggio tra i grifoni (per esempio: Verre è apparso un po’ in calo, Sadiq nella sua generosità encomiabile ha confermato di non avere piedi ottimi, Vido qualche segnale di risveglio lo ha dato, Gyomber ha confermato che per un difensore è fondamentale saper gestire la propria irruenza ). Ma, alla resa dei conti, oggi ha vinto chi complessivamente ha la rosa migliore, tra campo e panchina. E allora, in un finale di campionato che sarà difficile, il Perugia può porsi come obiettivo ragionevole solo quello del settimo o ottavo posto nei play off. Cosa in sé non scontata e, perciò stesso, non disprezzabile, visto anche che la società ha dichiarato questo come l’anno zero. Nesta, consapevole di questo parziale ridimensionamento degli obiettivi stagionali, ha chiesto ai giocatori e all’ambiente di ritrovare entusiasmo. E ha ragione, perché comunque, finché si può giocare per qualcosa, bisogna provarci con convinzione. E, poi, perché  il finale di stagione può dare indicazioni importanti per la stagione futura, a partire proprio dalle motivazioni che potrebbero indurre il tecnico a restare. Varrà la pena per i giocatori provarci con convinzione e con quella cattiveria che lo stesso Nesta ha ammesso essere mancata in area di rigore, sia nella propria quando si difende, sia in quella avversaria quando si attacca. Troppa accademia non serve, finanche in una città che ha due Università.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 06/04/2019.
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